Il punto sui mercati durante il periodo estivo
Due i motivi che hanno permesso alle Borse di registrare un generale buon andamento fino a Ferragosto. Primo: i conti trimestrali societari, nel complesso, si sono rivelati migliori delle attese e questo ha portato, spesso, anche a politiche di remunerazione degli azionisti (dividendi, acquisti di azioni proprie…) più generose. Secondo: la generale sensazione che non ci sarebbero state ulteriori accelerazioni nelle politiche di rialzo dei tassi d’interesse (anzi serpeggiava anche la speranza di un freno) e che, quindi, i temuti scenari di recessione potessero essere evitati. Il clima è, però, cambiato da Ferragosto in poi e anche in questo caso sono stati due i motivi. Primo: il rialzo del costo dell’energia – in Detto tra noi parliamo del caso del gas – che rischia di portare anche alla chiusura di alcune attività economiche. Secondo: la sensazione (vedi i verbali dell’ultima riunione della Banca centrale americana e le recenti dichiarazioni dei vertici) che nonostante le difficoltà di famiglie e imprese, la politica monetaria in buona parte dei Paesi sia destinata a non concedere aiuti in termini di minori costi di finanziamento – un’eccezione è rappresentata dalla Banca centrale cinese che deve fronteggiare un rallentamento dell’economia del Paese (e questo spiega l’andamento poco brillante delle azioni cinesi questa estate). Insomma, qualche dubbio sul fatto che, in questo contesto difficile, l’economia mondiale possa dimostrarsi resiliente come accaduto nella prima parte dell’anno comincia a serpeggiare. Il bilancio complessivo delle Borse del periodo estivo resta positivo, ma senza grandi slanci. Confermiamo per ora le nostre strategie d’investimento.
Ecco l’andamento nel periodo estivo (dal 22 luglio al 26 agosto) per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro): Australia: +4,6%; +6,5%; Canada: +4,5%; +5,4%; Cina: -0,4%; +1,7%; Corea: +3,7%; +4,4%; Giappone: +2,6%; +3,9%; Indonesia: +2,5%; +6,1%; Messico: invariata; +5,1%; Regno Unito: +2,1%; +2,1%; Svezia: -1,2%; -2,8%; Stati Uniti: +2,4%; +4,6%; Svizzera: -1,4%; +0,5%
Il punto su settori e azioni durante il periodo estivo
Per quanto riguarda i settori, non sorprende che quello migliore sia stato quello dell’energia, con, in particolare, i titoli dei produttori di idrocarburi che mediamente sono saliti del 5,3%. Attenzione: il prezzo del petrolio è stato molto ballerino e i timori di recessione potrebbero farlo oscillare ancora nelle prossime settimane. I titoli potrebbero risentirne e quindi il consiglio è di limitarsi a mantenere gli investimenti su queste azioni.
Positivo anche l’andamento del settore finanziario con, in particolare, diverse buone soprese arrivate dai conti delle banche italiane tanto che l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (144,04 euro, Isin IE00BYMB4Q22), che raccoglie l’andamento dei principali istituti di credito italiani in Borsa, ha chiuso il periodo estivo con un rialzo del 2,1%. L’incertezza sull’esito delle elezioni – si parla di scommesse di grandi fondi speculativi su un’accresciuta fragilità dell’Italia, che si scaricherebbero soprattutto sui titoli bancari – e il rischio di maggiori accantonamenti per far fronte a crediti non onorati ci portano, però, a confermare il consiglio: non acquistare azioni di banche italiane (solo se già hai l’Etp per scommettere su fusioni, mantienilo).
Sostenuta dal settore finanziario, la Borsa di Milano ha guadagnato nel periodo estivo il 3,2%. Le azioni Interpump (35,92 euro; Isin IT0001078911) hanno ceduto, però, il 10,4% nonostante conti trimestrali rassicuranti. Abbiamo alzato le stime sugli utili e riteniamo che la forte presenza internazionale del gruppo sia un elemento cruciale in questo momento: la discesa del titolo rappresenta, secondo noi, un’occasione d’acquisto.
Incolore il risultato del settore tecnologico, con, in particolare, le azioni dei produttori di microchip che hanno chiuso il periodo estivo in calo del 2,1%. Se da un lato alcune società come Cisco Systems (45,89 Usd, Isin US17275R1023; +3,2% nel periodo estivo, mantieni) hanno rasserenato il mercato parlando di problemi di approvvigionamento in corso di risoluzione, altre come Intel (33,36 Usd; Isin US4581401001) hanno deluso sia in termini di risultati trimestrali, sia in termini di previsioni per il 2022. In particolare, per Intel non ci è piaciuta la debolezza nel segmento dei chip per server: le azioni hanno archiviato questo periodo estivo in calo del 14,9% e abbiamo deciso di cambiare il nostro consiglio da acquista a mantieni.
Andamento negativo per il settore farmaceutico, che ha chiuso il periodo estivo con un calo del 4,4%. A pesare sul settore c’è stato, per esempio, il titolo Sanofi (81,89 euro; Isin FR0000120578) che ha perso il 15,9% dopo aver sospeso le sperimentazioni di un farmaco contro la sclerosi e dopo le voci di azioni legali sugli effetti collaterali di un vecchio farmaco non più commercializzato. Non sono buone notizie, ma sono intoppi tutto sommato da mettere in conto e gestibili: consiglio confermato. Acquista. Nel settore si sono distinte le azioni Teva (9,59 Usd; Isin US8816242098): +36,8% dopo l’accordo per risolvere le accuse negli Usa sulla minimizzazione dei rischi degli oppioidi. I conti del trimestre sono stati, però, ancora in rosso e il gruppo rimane ancora indebitato. Il consiglio resta prudente: mantieni.
@Daniele I dividendi pagati in azioni sono comunque soggetti a tassazione come quelli in contanti. La scelta dipende, dunque, dalla strategia di portafoglio e dal peso del titolo all’interno dello stesso. Non facendo parte delle nostre strategie d’investimento, per le azioni europee consigliamo il dividendo in contanti.
@Massimo Se un’offerta pubblica d’acquisto è destinata a ritirare le azioni dal listino non hai altra scelta: devi vendere le azioni sul mercato prima dell’offerta o aderire all’offerta, anche se le avevi comprate a prezzo superiore. Tenendole non avrai più un investimento liquidabile, con conseguenti problemi sul deposito titoli.
@Piero La TRC Capital è nota per lanciare mini-offerte truffa sulle azioni Usa. Sono truffe perché o il prezzo offerto è inferiore a quello di mercato o, se superiore, comunque non viene pagato fino a quando non risulta inferiore a quello di mercato (rendendo sconveniente l’adesione). Alla larga. Per il consiglio su Southern vedi n° 1455.
Ove non diversamente indicato, le variazioni riportate in questa analisi e indicate con la locuzione “periodo estivo” fanno riferimento al periodo intercorso dall’ultima pubblicazione cartacea a questa (quindi dai prezzi di chiusura del 22 luglio al 26 agosto).