Prezzo al momento dell’analisi (03/08/22): 36,52 Usd
Consiglio: mantieni
Il gigante americano dei semiconduttori ha pubblicato conti trimestrali e previsioni per il resto dell’anno deludenti. Nel secondo trimestre del 2022 il fatturato e l’utile per azione sono scesi, rispettivamente, del 17% e del 79% (a perimetro aziendale costante) a fronte di obiettivi che, invece, limitavano il calo, rispettivamente, all’8% e al 49%. Il gruppo si aspetta un ulteriore calo dei risultati nel corso del terzo trimestre e per questo, nonostante i risultati dovrebbero riprendersi dal quarto trimestre, ha abbassato le stime per tutto il 2022. Ora, infatti, si attende per tutto l’anno un utile per azione di 2,57 Usd rispetto ad attese di 4,19 Usd che aveva fissato ad aprile. Se il calo del 25% delle vendite di processori per pc (50% del fatturato) non è proprio una sorpresa, a deludere è il calo del 16% delle vendite dei processori per server (30% del fatturato): in quest’ultimo settore altamente redditizio, Intel ha dovuto ammettere ritardi nel lancio dei prodotti di ultima generazione e perdite di quote di mercato. Tutto questo si innesta su una strategia che è centrata su investimenti massicci per la realizzazione di nuovi impianti di produzione di semiconduttori e i cui frutti si vedranno solo nel tempo. Alla lue di tutte queste novità poco piacevoli abbiamo abbassato le nostre stime sull’utile per azione del gruppo a 2,5 Usd per il 2022 e a 2,8 Usd per il 2023. Anche con queste nostre nuove stime, però, gli indicatori di convenienza del titolo non diventano malvagi. Inoltre la società resta finanziariamente solida. Per questo, sebbene la delusione giunta dai risultati ci ha fatto rendere conto di aver sopravvalutato la capacità dei vertici, non riteniamo che il titolo sia da vendere. Non è più nemmeno da acquistare, ma se ce l’hai puoi mantenerlo.