Prezzo al momento dell'analisi (23/08/2022): 0,21 euro
I ricavi si discostano di poco da quelli dei primi sei mesi del 2021, mentre l’utile industriale cala del 3,5% - meno del previsto, tanto che alla luce di questi risultati il gruppo ha alzato le sue previsioni sull’utile industriale dell’intero 2022, pronosticato ancora in calo ma per percentuali più contenute rispetto alle precedenti previsioni. Resta, infine, il nodo dell’indebitamento: il contesto di tassi in rialzo comincia a farsi sentire sui conti del gruppo, con oneri finanziari in aumento di poco più del 29%. Il risultato finale è, così, una perdita di circa 480 milioni (0,02 euro per azione) a fronte dei 150 milioni di perdita nei primi sei mesi del 2021. Al di là dei conti, comunque, l’attenzione del mercato resta incentrata sulle prospettive strategiche della rete unica. L’ipotesi più probabile rimane, coerentemente con il piano del management, la separazione dell’infrastruttura e la successiva fusione o cessione a Open Fiber. Continua, però, a essere un’ipotesi teorica, su cui grava anche l’incognita non indifferente dell’esito delle elezioni politiche del 25 settembre. Nel caso andasse a buon fine, il titolo potrebbe beneficiarne (il mercato assegna un valore più elevato ai vari “pezzi” di Telecom rispetto all’attuale conglomerato), perciò se vuoi speculare sul buon esito dell’operazione, come già suggerito in passato, sei ancora in tempo. Per un investimento di lungo termine, invece, il consiglio rimane invariato: limitati a mantenere.