Gap: falcidiata dagli eventi sfavorevoli
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Gap (9,27 usd; Isin US3647601083) è una società Usa che produce e vende al dettaglio abbigliamento e accessori; ti abbiamo consigliato le sue azioni, speculativamente, la prima volta sul n° 1433 tenendo conto che era risultata la società più virtuosa dal punto di vista della diversità e dell’inclusione. Da allora il titolo ha perso terreno, e non poco, in Borsa.
Il calo di Gap è il risultato di una serie di eventi che hanno colpito la società. Prima di tutto, nei mesi scorsi avevano pesato i risultati del 3° trimestre 2021 e della revisione, al ribasso, delle attese sugli utili per tutto l’anno passato. Gap era stata colpita in pieno dai problemi di approvvigionamento che stavano preoccupando (e ora le cose non sono migliorate) un po’ tutti i settori e questo le ha impedito di sfruttare a pieno la domanda per i suoi prodotti. Queste difficoltà avevano pesato in quel trimestre per circa 500 milioni di dollari (1,33 dollari per azione) sui suoi ricavi. L’alternanza di risultati positivi e negativi (quarto trimestre sopra le attese, poi primo trimestre 2022 sotto) e l’abbandono dell’amministratore delegato (Gap ne sta cercando uno nuovo) non hanno favorito la creazione di un clima di fiducia tra gli investitori. Si arriva così ai risultati del secondo trimestre di quest’anno, che sono stati colpiti da un altro evento: l’inflazione. Il carovita sta riducendo il potere di acquisto dei consumatori e i produttori di vestiti destinati alle fasce di reddito medie ne sono i più colpiti. Questo spiega il calo dei ricavi del 14,8% nel secondo trimestre, che unito a un rialzo dei costi del 5,8% ha portato la società a chiudere in perdita per 0,13 dollari per azione. Su questo risultato impattano, però, costi straordinari, come quelli dovuti alle chiusure di negozi e alla svalutazione di giacenze di magazzino. Senza questi costi, il trimestre è in utile per 0,13 dollari per azione.
È un dato superiore agli 0,07 attesi dal mercato – ma in calo dagli 0,7 del 2021. Le contromosse della società prevedono una razionalizzazione dei negozi, con un mix di chiusure e aperture in diverse aree geografiche e tra i diversi marchi di Gap, e un controllo dei costi, utilizzando soprattutto quanto in magazzino. Tutto questo non eviterà a Gap di chiudere il 2022 in perdita – la stimiamo pari a 0,24 dollari per azione. Per il 2023 e il 2024 ci attendiamo un utile per azione a 0,68 e 0,84 dollari. Se le previsioni saranno rispettate, e ovviamente questo è, di suo, un punto di incertezza e quindi di rischio, allora oggi Gap quota su valori allineati a quelli del settore. Per cui, al momento, il consiglio è di mantenere questa azione, nulla di più.
| Spunti di riflessione | |||||||||
| P/U ‘22 | P/U ‘23 | P/U ‘24 | P/PN ‘22 | P/PN ‘23 | P/PN ‘24 | Ev/Ebitda ‘22 | Ev/Ebitda ‘23 | Ev/Ebitda ‘24 | |
| Gap | - | 14,42 | 10,42 | 1,38 | 1,44 | 1,47 | 9,82 | 4,72 | 4,27 |
| Media settore | 10,97 | 14,21 | 10,88 | 1,58 | 1,19 | 1,08 | 5,11 | 6,01 | 5,36 |
| N.B. P/U: prezzo/utili, P/PN: prezzo/patrimonio netto. Per il 2022 non esiste valore per il P/U di Gap, in quanto, essendo in perdita, il rapporto non è significativo. | |||||||||
COME SI LEGGE LA TABELLA?
P/U: prezzo/utili, P/PN: prezzo/patrimonio netto. Più sono alti, più un titolo è caro (e viceversa). Il rapporto Enterprise Value/EBITDA è il rapporto tra il valore totale di una società e la sua redditività misurata attraverso l’EBITDA. Il valore di una società (EV) è dato da: capitalizzazione borsistica + debito – cash. L’EBITDA è l’utile prima delle componenti finanziarie, tasse, svalutazioni, ammortamenti e accantonamenti. Anche in questo caso, più il rapporto è alto, più il titolo è caro.