Un cambio di prospettiva

Settimana Borse
Settimana Borse
Il motivo del pessimismo negli Usa
A far ribaltare l’umore dei mercati è stata la pubblicazione dei dati sulla corsa dei prezzi al consumo negli Usa, dimostratasi superiore alle attese anche al netto della componente energetica. È una vera doccia gelata per il mercato, che si aspettava un rallentamento più marcato e che ha dovuto rendersi conto che i rialzi dei tassi d’interesse già effettuati da parte della Banca centrale americana non hanno raggiunto, per ora, l’obiettivo sperato. Questo potrebbe portare la Banca centrale a inasprire ulteriormente la politica monetaria – è salita la percentuale di chi ora si aspetta un rialzo di un 1% dei tassi nella prossima riunione invece dello 0,75% che era largamente atteso. Perché le prospettive di un’ulteriore stretta monetaria hanno affossato l’umore dei mercati? Perché per ora l’economia americana, locomotiva di quella globale, sembra reggere (vedi i dati sulle vendite al dettaglio), ma quanto continuerà a farlo con costi di prestiti e mutui alle stelle? La Banca mondiale sul finire della settimana ha lanciato nuovamente l’allarme sul fatto che questa politica aggressiva in termini di tassi d’interesse da parte delle Banche centrali rischia di far sprofondare il mondo in una recessione economica. Tra inflazione che ancora corre, tassi d’interesse in rialzo e minaccia di bruschi rallentamenti economici, le Borse non possono che pagare dazio. Confermiamo le nostre strategie d’investimento – vedi www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
La tecnologia si lecca le ferite
A pagare maggiormente le prospettive di un’ulteriore stretta monetaria è stato il settore tecnologico – spesso parliamo di società che devono sviluppare progetti e che hanno bisogno di tanti finanziamenti. L’indice del Nasdaq, che racchiude l’andamento di tanti titoli del settore, ha chiuso la settimana in calo del 5,5%. A pesare su questi titoli c’è stata anche la possibilità che il governo Usa possa ulteriormente limitare le esportazioni di microchip in Cina, fatto che, per esempio, ha fatto perdere il 5,4% alle azioni Qualcomm (124,95 Usd; Isin US7475251036): proprio sulla scorta di tale rischio ti avevamo già detto di vendere (vedi n° 1475) queste azioni e ti confermiamo il consiglio. Sempre nel settore dei microchip ancora peggio hanno fatto le Intel (29,24 Usd; Isin US4581401001), scese del 7,1% dopo che sono circolate voci di uno slittamento della quotazione in Borsa della controllata Mobileye (guida autonoma) la cui valutazione sarebbe scesa a 30 miliardi di dollari dai 50 che voleva chiedere il gruppo. Un’altra spina nel fianco di Intel, che ci porta a confermare il consiglio prudenziale: mantieni.
Nel settore tecnologico, le azioni Alphabet (102,80 usd; Isin US02079K3059) hanno chiuso in calo del 7,1% dopo che il Tribunale dell’Unione Europea ha, in gran parte, convalidato la multa che era stata inflitta dalla Commissione europea (da 4,3 a 4,1 miliardi di euro). Secondo noi, però, la multa non rimette in discussione la solidità del modello economico del gruppo. Mantieni.
Bene le banche italiane col Monte Paschi
Non sembra, invece, subire rallentamenti l’aumento di capitale del Monte Paschi (0,35 euro; Isin IT0005218752), nonostante alcuni politici avessero chiesto di far slittare l’operazione a dopo la formazione del nuovo Governo – il Tesoro è l’azionista di maggioranza. L’operazione, invece, dovrebbe effettuarsi come previsto in ottobre dopo il raggruppamento azionario (1 nuova azione ogni 100 possedute). Le azioni Mps sono salite del 14,1%, ma più che per il via libera dell’assemblea dei soci all’operazione (scontato), per le indiscrezioni che danno sia di Anima, sia di Axa interessate a partecipare all’aumento, fatto che non solo renderebbe il buon esito dell’operazione più probabile, ma che solletica le ipotesi sul fatto che questo sia un primo passo per un matrimonio tra le varie realtà. Non ti lasciare ingolosire: più di un terzo dei soldi raccolti servirà a gestire gli esodi volontari, l’incognita delle cause legali grava sul gruppo e ci aspettiamo che l’aumento di capitale sia fatto con modalità che rischiano di penalizzare il tuo investimento – infatti nonostante il rialzo recente, Mps viaggia ancora sotto di circa il 61% rispetto a inizio anno. Vendi le azioni Mps. Rialzo del 3,3% per Unicredit (10,71 euro; Isin IT0005239360) dopo che ha dato il via libera a una nuova sessione di acquisto di azioni proprie (è un modo per sostenere l’andamento del titolo in Borsa). Non basta, però, a farci cambiare il consiglio: vendi.
Tra i titoli bancari italiani è rimasta al palo Banca Mediolanum (6,54 euro; Isin IT0004776628), che ha chiuso la settimana in calo dell’1,1%. A penalizzarla uno studio di Mediobanca che evidenzia i rischi per le società maggiormente focalizzare sui prodotti di risparmio gestito in uno scenario di rialzo dei tassi d’interesse. È un allarme che si innesta su dati di raccolta del gruppo che in agosto non hanno particolarmente brillato (-40% la raccolta sui prodotti di risparmio gestito). Considerando il rischio di Borse ballerine (penalizzano di solito la raccolta) il nostro consiglio non cambia: vendi.
L’accelerata delle auto
Oltre al settore bancario europeo (+0,7%; le banche americane hanno, invece, perso il 2,8%), anche il settore automobilistico ha tutto sommato retto (-0,5%). Anche in questo caso, a sostenere il settore sono state le notizie di un piano d’acquisto di azioni proprie, annunciato, nello specifico, da Stellantis (13,40 euro; Isin NL00150001Q9). Queste azioni hanno chiuso in rialzo dello 0,8% e sono, secondo noi, da mantenere. Hanno chiuso in attivo anche le azioni Ferrari (196,90 euro; Isin NL0011585146), +0,5%, dopo il lancio ufficiale del suo suv Purosangue. Il prezzo è un po’ più alto delle attese, ma non cambia le prospettive che avevamo già scontato (vedi analisi sul nostro sito internet del 3 agosto). Il consiglio è confermato: mantieni.
Nel settore automobilistico, rialzo dell’1,2% per Tesla (303,35 Usd; Isin US88160R1014) dopo che il presidente Usa ha annunciato un piano di sostegno per le colonnine di ricarica elettriche nel Paese. Il titolo resta sopravvalutato. Vendi.
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