Voglia di riscatto

Grafico
Grafico
Tanto peggio, tanto meglio
L’andamento dei mercati azionari mondiali in questo 2022 è stato fortemente condizionato dalle decisioni sui rialzi dei tassi d’interesse da parte delle Banche centrali. In particolare, una stretta sul costo del denaro più marcata del previsto, in connessione con un’inflazione che ha continuato a mordere, ha determinato i cali visti nel mese di settembre – si è diffusa la paura di un forte rallentamento dell’economia di cui le Borse sono uno specchio. Per questo, quando nella prima parte della settimana scorsa il mercato ha cominciato a sperare che le Banche centrali avrebbero potuto allentare un po’ il tenore dei rialzi dei tassi d’interesse, le Borse hanno ripreso fiato. La cosa paradossale è, però, che a determinare tale speranza sono stati dei dati sull’andamento dell’attività manifatturiera in giro per il mondo tutt’altro che rassicuranti sulla salute dell’economia mondiale. Insomma, la sensazione è che dopo i cali di settembre ci fosse un po’ di voglia di rimbalzo, ma la situazione a livello economico resta delicata – come confermato dal Fondo monetario internazionale che ha già preannunciato un taglio delle stime di crescita per il 2023 – e la prospettiva di un incremento del costo del denaro più morbido è sembrata già svanire nelle ultime sedute. L’ottimismo della prima parte della settimana potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia e ci aspettiamo che il nervosismo sulle Borse permanga: confermiamo le strategie d’investimento.
Settore petrolifero in gran spolvero
Tra i titoli andati meglio in settimana ci sono quelli del settore petrolifero (+4,8% di media), aiutati dal rialzo del prezzo del greggio (+11% quello di qualità brent, a 98 dollari al barile) dopo che i principali Paesi produttori hanno deciso di rallentare l’attività delle trivelle e di ridurre, quindi, l’offerta sul mercato. Non ti consigliamo, comunque, di investire in generale su questo settore: gli americani potrebbero decidere di rimuovere alcune sanzioni al Venezuela permettendo, dunque, un maggior afflusso dell’oro nero del Paese sudamericano sul mercato – e questo avrebbe l’effetto di raffreddare la corsa del greggio. Inoltre, gli andamenti reddituali potrebbero rivelarsi non così brillanti come sperato: per esempio, Shell (26,69 euro; Isin GB00BP6MXD84) ha preannunciato di aver chiuso il 3° trimestre con un calo dei margini nelle attività di raffinazione e una diminuzione della produzione di idrocarburi rispetto al 2° trimestre. Ci aspettiamo, quindi, che riveli alla fine anche utili in discesa rispetto al trimestre precedente. Le azioni hanno fatto +2,6% in settimana: se le hai limitati a mantenerle.
Poco brillante il settore delle utility europee (-0,1%): Engie (11,95 euro; Isin FR0010208488) ha finalmente perfezionato la cessione della sua controllata di servizi multi-tecnici Equans, ma la notizia non ha impressionato il mercato. Noi, però, crediamo che la vendita abbia rilevanza strategica e impatti positivi su costi e debito. Le azioni sono salite dello 0,7% e secondo noi meritano un acquisto.
Male il settore automobilistico
Tra i titoli peggiori della settimana ci sono, invece, quelli del settore automobilistico, che hanno mediamente archiviato un calo del 4,4%. A trascinare al ribasso il settore ci sono state le azioni Tesla (223,07 Usd; Isin US88160R1014) che hanno chiuso la settimana con un calo del 10,2%. Il gruppo ha archiviato il 3° trimestre consegnando 344.000 veicoli, un nuovo record di vendite, ma il mercato si aspettava di più. Per raggiungere il suo obiettivo di consegnare almeno 1,5 milioni di veicoli nel 2022, dovrà ora consegnarne ben 590.000 nell’ultimo trimestre (un aumento di oltre il 90% rispetto al 4° trimestre del 2021). Visto il peggioramento delle prospettive economiche su entrambe le sponde dell'Atlantico, non ci sembra affatto facile. Inoltre, il gruppo paga l’aumento dei costi di produzione, soprattutto delle materie prime per le batterie. A questo aggiungici l’ulteriore giravolta del patron della società su Twitter (49,18 Usd, Isin US90184L1026; vendi) –ora sembra voler procedere con l’acquisto del social network e il mercato teme che questo possa distogliere la sua attenzione dallo sviluppo di Tesla – per comprendere i motivi del calo. Nonostante la discesa (-32% dall’inizio dell’anno) non acquistare queste azioni. Anzi, se le hai, vendile.
In una settimana difficile per il settore auto, si sono distinte le azioni Porsche AG (92,12 euro; Isin DE000PAG9113), che hanno chiuso la settimana in progresso del 10%, finalmente risentendo dell’atteso entusiasmo post-quotazione. Il fatto che siano azioni privilegiate (quindi senza diritto di voto) per te piccolo risparmiatore conta poco o niente. Nonostante la salita, valgono ancora un acquisto.
Regge il settore bancario
Il settore bancario europeo ha chiuso la settimana con un rialzo medio dell’1,1% superando la paura d’inizio settimana che ha circondato il Credit Suisse (4,44 franchi svizzeri, Isin CH0012138530): si è arrivati persino a parlare di rischio fallimento, ma la banca in settimana ha progressivamente rassicurato il mercato, annunciando anche un massiccio riacquisto di obbligazioni. Le azioni hanno chiuso la settimana con un progresso dell’11,6%, ma restiamo comunque prudenti sulle prospettive reddituali del gruppo – la ristrutturazione è solo all’inizio e nonostante le rassicurazioni i clienti potrebbero comunque rivolgersi ad altri intermediari acuendo le difficoltà del gruppo. Per questa ragione ti consigliamo di non acquistare queste azioni. Anzi, come diciamo da tempo (vedi n° 1412), vendile.
Mediobanca (7,97 euro; Isin IT0000062957) comprerà Banca Generali dal gruppo triestino? Per ora alcuni dei soci hanno smentito di aver affrontato la questione. Le azioni hanno chiuso la settimana in calo dello 0,1% e restano, secondo noi, da vendere.
Attendi, stiamo caricando il contenuto