Qualche raggio di sole tra le nuvole

Grafico
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Tentativi sporadici di ottimismo
Tutta la prima parte della settimana appena conclusa è stata caratterizzata da una raffica di notizie negative per le Borse: il Fondo monetario internazionale non solo ha tagliato le stime di crescita mondiale, ma ha anche detto che “il peggio deve ancora arrivare”; l’indice del settore dei servizi in Cina è tornato a scendere dopo tre mesi, portandosi su un valore che indica uno scenario di contrazione; in Europa il morale degli investitori è sceso più del previsto e si è attestato sui minimi da maggio 2020. Tutto questo non poteva che portare a un andamento negativo delle Borse. Poi, però, verso la fine della settimana le Borse hanno cercato un piccolo rimbalzo – già svanito per New York nelle ultime ore della settimana. A contribuire al rimbalzo c’è stato l’annuncio di conti trimestrali positivi da parte di alcune importanti società. Per esempio, il colosso degli alimentari e delle bevande Pepsico (170,19 Usd; Isin US7134481081) non solo ha annunciato risultati del terzo trimestre 2022 superiori alle attese di mercato sia in termini di ricavi, sia in termini di utili, ma ha anche alzato le attese per i risultati dell’intero anno. Le azioni Pepsico hanno chiuso la settimana in rialzo del 5,3% e se le hai in portafoglio – in passato sono state consigliate per una storica tendenza a “reggere” meglio di altre in momenti difficili delle Borse (e in effetti così è stato in questo 2022) – puoi ancora mantenerle. Vedremo se la generale stagione dei conti trimestrali societari, che entrerà nel vivo nelle prossime settimane, confermerà o meno queste prime avvisaglie. Nel frattempo, non modifichiamo le nostre strategie d’investimento – www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
La Cina e la tecnologia
Il bilancio più pesante della settimana è stato quello delle azioni cinesi. I motivi sono due. Primo: l’incremento dei casi di Covid-19 nel Paese, il che potrebbe portare a nuove restrizioni e a rallentare ulteriormente la crescita economica del Paese. Secondo: i contrasti con gli Stati Uniti sul settore dei microchip. Gli americani hanno annunciato delle nuove regole che bloccano la vendita alla Cina di semiconduttori realizzati con tecnologia Usa, fatto che potrebbe limitare molto l’attività di alcune aziende del settore. Applied Materials (74,82 Usd; Isin US0382221051), società che realizza attrezzature per la realizzazione di microchip e che realizza il 35% del giro d’affari in Cina, ha detto che le nuove misure restrittive sulle esportazioni peseranno per 400 milioni di dollari nel trimestre in corso e in quello successivo, il che equivale a un 6% del fatturato generale del gruppo. Non si tratta di una situazione che riteniamo drammatica, ma non ti consigliamo nemmeno di approfittare del -9,4% registrato dalle azioni in settimana. Al più, mantieni. Ti consigliamo, invece, di acquistare le azioni ASML Holding (397,45 euro; Isin NL0010273215): in settimana le azioni hanno perso l’11,1% scontando gli stessi timori sul possibile impatto che le misure degli Usa potrebbero avere sul suo giro d’affari. Considerata, però, la qualità della tecnologia del gruppo olandese, la penalizzazione ci sembra eccessiva.
Oltre al calo delle azioni ASML Holding, la Borsa di Amsterdam in settimana ha dovuto registrare anche il -13,1% di Philips (13,48 euro; Isin NL0000009538): il gruppo non solo nell’ultimo trimestre ha pagato interruzioni più forti del previsto nelle catene di approvvigionamento, ma dovrebbe anche mettere a bilancio svalutazioni per 1,3 miliardi di euro relative a dispositivi respiratori difettosi. Al più, mantieni.
Il possibile ulteriore rallentamento economico cinese non poteva non pesare sui prezzi del greggio (-6,3%) e sulle azioni del settore petrolifero (-2,5%). Le Eni (11,78 euro; Isin IT0003132476) hanno, limitato il calo allo 0,5% dopo l’avvio della produzione di gas in due campi in Algeria. Mantieni.
Le banche e il caso Monte Paschi
A dare il via alla stagione dei conti trimestrali ci sono state anche alcune banche d’affari Usa e nel complesso, nonostante utili in calo rispetto a un anno fa, l’andamento dei ricavi ha mostrato una sorprendente tenuta: le azioni bancarie Usa hanno chiuso con un rialzo medio del 2,4%, mentre le azioni europee hanno archiviato un rialzo medio limitato allo 0,9%. Tra queste ultime un caso a parte è rappresentato dalle azioni Monte Paschi (Isin IT0005508921) che hanno chiuso la settimana con un prezzo di 9,9 euro: un tracollo del 56,5% rispetto a soli sette giorni prima. È frutto dell’annuncio dell’avvio dell’aumento di capitale con un numero enorme di nuove azioni (374 nuove azioni ogni 3 esistenti) e di un impegno più limitato del previsto di alcuni soggetti (Anima) alla sottoscrizione delle nuove azioni – sfiducia nel possibile ritorno di tale investimento? Fatto sta che in tale situazione tutti si sono affrettati a vendere – e se ci hai seguito sul nostro sito internet anche noi ti abbiamo invitato a farlo – anche perché, come previsto, all’avvio delle contrattazioni del 17 ottobre quasi tutto il valore del tuo investimento è andato a finire nel diritto d’opzione (Isin IT0005509002): il valore all’apertura del 17 ottobre era di 2,063 euro per le azioni e di 7,837 euro per il diritto d’opzione. Peccato che già nelle prime ore il ribasso del diritto, stando ai dati di Borsa italiana, sfiorasse quasi il 90%! Ormai, se non hai seguito le indicazioni che date in passato, la trappola è scattata. Non farti, però, tentare dai possibili rialzi che potrebbero esserci nei prossimi giorni (saranno, nel caso, temporanei e rischi di subire la successiva discesa) e non sottoscrivere le nuove azioni (2 euro per azione). Se li hai ancora, vendi comunque titoli e diritti Mps.
È verosimile che l’aumento di capitale di Mps vada a buon fine – c’è un consorzio di garanzia che farà sì che la banca raccolga i 2,5 miliardi di euro previsti. Questo è bene in ottica di rafforzamento della solidità patrimoniale – i soldi sul conto Mps sono al sicuro. Ma la redditività di un investimento azionario è cosa diversa. Su quest’ultimo aspetto permangono dubbi e da tempo ti diciamo di vendere le azioni Mps – già a inizio luglio avevamo preannunciato la “trappola” dell’aumento di capitale, vedi n° 1471.
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