Sorrisi tra sbalzi d’umore

Grafici
Grafici
Cosa ha mosso i mercati
Due i motivi che hanno permesso alle Borse di chiudere la settimana in positivo. Primo: l’accordo trovato dai Paesi europei per imporre un prezzo massimo agli acquisti di gas. In realtà, come emerso sul finire della settimana, sulla tempistica ancora non c’è certezza, ma è bastata la prospettiva di un possibile alleggerimento del costo della bolletta per dare un po’ di speranza al mercato sulla tenuta di consumi e investimenti. Secondo: le indicazioni che stanno arrivando dai conti trimestrali societari negli Usa sono, mediamente, rassicuranti. Sebbene non siano mancate delle note stonate, la sensazione è che nel complesso le società stiano riuscendo a reggere meglio del previsto in un contesto economico non facile. Si è trattato, comunque, di un ottimismo un po’ velato da preoccupazioni legate a un potenziale ulteriore peggioramento del contesto economico. In particolare, a sostenere tali paure ci sono stati i dati sulla corsa dell’inflazione, che resta su valori elevati nonostante l’azione delle Banche centrali: la sensazione è che queste ultime possano, dunque, ulteriormente accelerare sul rialzo del costo del denaro a discapito della crescita economica – anche se proprio nelle ultime ore della settimana è emerso che almeno la Banca centrale americana potrebbe non essere così “spietata”. I dati in chiaroscuro che sono arrivati dalla Cina hanno determinato un avvio nervoso dei mercati europei questa settimana e ci aspettiamo ulteriori alti e bassi per le Borse nei prossimi giorni. Per la strategia d’investimento più adatta a te vai su www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
C’è un adagio in finanza che dice “compra sulla base delle indiscrezioni e vendi sulla base delle notizie” e sembra un po’ essere quanto accaduto con la notizia sul tetto al prezzo del gas. In generale, ricorda che sono le aspettative che contano: una società può presentare conti in calo, ma se la contrazione è inferiore alle attese le sue azioni potrebbero reagire bene.
Le note stonate dalle auto e dalla tecnologia
A pesare sull’umore dei mercati anche le dichiarazioni del “patron” di Tesla (214,44 Usd; Isin US88160R1014) che ha detto di avere pessime sensazioni sullo stato della salute economica e che le difficoltà potrebbero protrarsi anche fino alla primavera del 2024. È uno scenario non rassicurante, che ha fatto il paio con l’ammissione che il gruppo automobilistico farà fatica a raggiungere l’obiettivo di un aumento del 50% delle consegne di auto nel 2022 e che ha portato le azioni Tesla a sbandare un po’ nella settimana. Alla fine, ha comunque chiuso con un rialzo del 4,6%, ma non si possono escludere ulteriori pressioni di vendita sul titolo e quindi, se lo hai, vendilo. Anche in un settore tecnologico nel complesso ben orientato (+4,2% in media le azioni delle società che vendono software e pc) c’è stata la nota stonata di Ericsson (61,17 corone svedesi; Isin SE0000108656) che ha chiuso la settimana con una perdita del 14% per effetto di conti trimestrali inferiori alle attese. Il motivo è legato all’aumento dei costi di fornitura e di alcuni grandi progetti che, in fase di lancio, pesano sul margine industriale, sceso al 10,6%. Il gruppo mantiene, comunque, l’obiettivo di un margine industriale al 15-16% da qui al 2024; un obiettivo che, malgrado gli sforzi per ridurre i costi, ci sembra troppo ambizioso visto il peggioramento dell’economia mondiale. Limitati a mantenere le azioni Ericsson.
Nel settore tecnologico bel rialzo dell’8,2% per IBM (129,9 Usd; Isin US4592001014): senza tener conto degli oneri straordinari, i risultati sono stati superiori alle attese con, in particolare, un fatturato in crescita del 15% (su base comparabile) che porta il gruppo a rivedere un po’ al rialzo l'obiettivo per il 2022. Mantieni.
Mai più la guerra
Tra le azioni che sono andate meglio in settimana ci sono le Lockheed Martin (454,61 Usd; Isin US5398301094), salite del 16,7%. La società della Difesa Usa ha pubblicato conti del terzo trimestre che hanno mostrato un aumento dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Resta, però, il fatto che sui nove mesi il giro d’affari è sceso più di quanto non fosse previsto negli obiettivi e la società dovrebbe comunque chiudere il 2022 con un utile per azione in calo rispetto al 2021. L’aumento delle spese della Difesa Usa sembra già scontato nei prezzi del titolo e, secondo noi, se le hai, è arrivato il momento di vendere queste azioni. Sulla scia delle Lockheed Martin, sono andate bene in settimana (+2,8%) anche le Bae Systems (813 pence; Isin GB0002634946), gigante della Difesa britannica. Queste azioni si sono ben comportare nel 2022: +48% che diventa +46,3% in euro e dividendi inclusi contro il +23% delle altre azioni della Difesa e il -23% delle Borse mondiali (in euro e dividendi inclusi rispettivamente +45,6% e -9,2%). Il gruppo britannico ha registrato un incremento degli ordini del 70% nel corso del primo semestre (ultimi dati disponibili) e ha confermato che chiuderà il 2022 sia con ricavi, sia con utili per azione in crescita rispetto al 2021. Anche in questo caso, secondo noi, i prezzi attuali scontano già gli scenari di aumento delle spese militari. Vendi. In generale, non comprare azioni del settore Difesa – dopo il rialzo registrato dopo lo scoppio della guerra, complice anche la svolta della Germania sulle spese per la Difesa, le azioni del settore non hanno poi tanto brillato: dal 7 marzo, in dollari Usa e dividendi esclusi, le azioni della Difesa hanno perso l’1,5%. Nonostante la contrazione, gli indicatori di convenienza del settore non sono buoni.
Una scommessa sulle azioni Lockheed Martin è stata consigliata per la prima volta nell’estate del 2019 (vedi n° 1325). Da allora il guadagno è del 58,6% contro il +32% delle Borse mondiali (dati in euro e dividendi inclusi). La scommessa sulle azioni Bae Systems è stata consigliata per la prima volta a luglio 2014 (vedi n° 1087) e da allora il guadagno è del 147% contro il 110% fatto registrare dalle azioni mondiali (dati in euro e dividendi inclusi). Sono i guadagni maggiori ottenuti con la scommessa, ma ottiene un risultato positivo anche chi ha comprato quando un investimento speculativo su queste azioni è stato suggerito successivamente.
Attendi, stiamo caricando il contenuto