La scalata di Musk a Twitter ha caratterizzato buona parte di quest’anno: all’inizio d’aprile Musk ha acquistato il 9% delle azioni Twitter e già verso la fine dello stesso mese sembrava a un passo dal rilevare tutte le altre a 54,20 dollari per azione. Poi c’è stata una diatriba – Musk accusava Twitter di non aver rivelato dati corretti sugli utenti “reali” e il gruppo lo ha trascinato in Tribunale – e l’operazione effettiva di acquisizione si è perfezionata solo alla fine di ottobre. Dal 28 ottobre la negoziazione delle azioni Twitter sulla Borsa americana è stata sospesa e dall’8 novembre le azioni sono state definitivamente ritirate dal listino. Verranno ora cancellate: se per caso le avevi in mano, riceverai (se già non lo hai avuto) tramite la tua banca il pagamento di 54,20 dollari per azione. Anche volendo, dunque, un piccolo risparmiatore non può ora diventare socio di Musk in Twitter. Onestamente, però, non ci sembra una grande perdita: Twitter nel secondo trimestre del 2022 (ultimo disponibile) aveva registrato un calo dei ricavi dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – pensa che si aspettava per tutto l’anno una crescita del 20% - e una perdita di bilancio rispetto all’utile di un anno prima. Una delusione, ma non si tratta di un caso isolato: anche altri social network hanno mostrato conti tutt’altro che entusiasmanti, pagando la concorrenza sempre più forte di nuove piattaforme come TikTok, nuove regole di privacy decise da Apple che hanno ridotto l’appetibilità per le inserzioni pubblicitarie (quello di cui i social network campano) e il generale timore di un rallentamento economico (pesa sugli investimenti pubblicitari). Le azioni dei social network, dall’inizio del 2022, hanno perso in Borsa, in media, circa il 53% del loro valore. Ciò nonostante, non sono azioni su cui ti consigliamo di investire ora, nemmeno in chiave speculativa.
Musk non controlla direttamente Twitter, ma la società X Holdings I: è questa che tecnicamente ha Twitter. Sembra che Musk possa fa evolvere Twitter in una sorta di mega app, che potrebbe prendere proprio il nome di X. Musk è l’azionista di maggioranza di X Holdings I, ma non il solo: c’è il creatore di Twitter, rappresentanti del Regno Saudita e per l’Italia anche il gruppo Unipol.
TikTok è di una società cinese chiamata ByteDance: il gruppo aveva valutato di quotarsi in Borsa, anche a New York, ma dal 2021 il progetto è abbandonato, quindi non puoi investirci. Occhio, però, che in generale le autorità cinesi hanno fin qui avuto un atteggiamento ostile nei confronti dei colossi del web; quindi, non è detto che sia un’occasione persa.
Tesla
Tesla (207,47 Usd; Isin US88160R1014) è la società al momento più popolare tra quelle fondate e controllate da Elon Musk: vende solo auto elettriche e ha rivoluzionato il settore rendendo consultabili i brevetti delle proprie innovazioni tecnologiche. Le azioni Tesla sono regolarmente quotate in Borsa quindi, volendo, potresti diventare socio di Musk nella sua avventura nel settore automobilistico. Ma ne vale la pena? Dopo la corsa registrata nel 2020 e nel 2021, le azioni hanno vissuto un 2022 tutt’altro che brillante in Borsa: hanno perso il 41% del loro valore contro un calo generale delle azioni del settore automobilistico di circa il 30%. Due i fattori che hanno pesato su questo andamento: primo, il gruppo ha ammesso che farà fatica a centrare l’obiettivo di consegne che si era prefissato per il 2022 (invece il mercato si era abituato al fatto che la società centrasse i propri obiettivi); secondo, il mercato tema che l’avventura con Twitter possa “distrarre” Musk dallo sviluppo di Tesla. Non condividiamo questo secondo timore, ma temiamo più gli effetti del rallentamento economico in Cina, mercato fondamentale per Tesla. Per questo, nonostante il calo, crediamo ai prezzi attuali le prospettive delle Tesla siano ancora sopravvalutate. Vendile. Il settore automobilistico può riservare, comunque, delle occasioni d’acquisto: nonostante il buon debutto in Borsa, per esempio, consigliamo ancora di puntare sulle azioni Porsche AG (100 euro; Isin DE000PAG9113), che ha una redditività tra le più elevate nel settore, e che punta a portare le consegne di auto elettriche all’80% del totale nel 2030. Seguici qui sul sito per aggiornamenti tempestivi sul consiglio.
Musk è ancora il “capitano” di Tesla, ma ha dovuto rinunciare alla carica di presidente ed accettare il “controllo” di quello che scrive a proposito della società dopo che nel 2018 aveva annunciato – proprio su Twitter – di essere pronto a lanciare un’offerta sulle azioni Tesla e ritirarle dagli scambi di Borsa, cosa poi rivelatasi non vera.
Neuralink e The Boring Company
Neuralink e The Boring Company sono, in ordine di tempo, le ultime società fondate da Elon Musk. La prima si occupa di neurotecnologie: in pratica, ha l’obiettivo di impiantare un chip all’interno del cervello umano – e sta studiando anche il macchinario per effettuare l’impianto – affinché possa monitorare e anche stimolare l’attività cerebrale. La seconda si occupa di infrastrutture: in particolare, realizza tunnel, tra cui quello per il cosiddetto Hyperloop, sistema che permetterebbe il transito di treni per il trasporto pubblico ad altissima velocità. Siamo ancora in una fase di progettazione per entrambe le società – un tunnel di Hyperloop in California al momento è stato riconvertito in un parcheggio e alcune associazioni animaliste hanno denunciato gravi abusi nelle sperimentazioni di Neuralink – e, in ogni caso, si stratta di società non quotate in Borsa. Anche in questo caso, dunque, tu piccolo risparmiatore, anche volendo, non puoi diventare socio di Musk. Non consigliamo, comunque, al momento, di investire in generale sul settore biotecnologico e su quello delle infrastrutture – sono settori con prospettive, al più, correttamente valutate e, nel caso, solo da mantenere.
SolarCity è un’altra società fondata da Musk e si occupa di pannelli solari: dal 2016 è stata acquisita da Tesla. Dopo l’acquisizione di Twitter qualcuno ha iniziato a speculare sul fatto che Musk potesse fondere tutte le sue società in una sola, magari quotata in Borsa: Musk ha, però, smentito questa ipotesi.
Space X
Abbiamo tenuta per ultima la Space X, la società fondata nel 2002 da Musk, che opera nel settore dello Spazio: è forse meno popolare di Tesla, ma come quest’ultima ha ottenuto risultati impressionanti in breve tempo. In circa dieci anni la società, che realizza dei razzi lanciatori, è passata dall’essere una società senza contratti a gestire due terzi di tutti i lanci spaziali della Nasa (l’ente spaziale americano). Nel 2022 in nove mesi ha già superato il numero di lanci effettuati in tutto il 2021 e punta a salire ancora nel 2023. I razzi di Space X sono quelli che, per esempio, hanno portato in orbita Samantha Cristoforetti e i satelliti Starlink (sempre della stessa società) che stanno permettendo le telecomunicazioni in Ucraina durante la guerra - Space X non lancia solo i suoi satelliti in orbita, ma, per esempio, ha lanciato anche quelli della Iridium Communications.
A maggio, quando la società ha chiuso un’ulteriore tornata di finanziamenti (i progetti sono molto costosi e queste tornate sono aperte solo agli investitori professionisti, quindi banche d'affari, fondi d'investimento...), il mercato ha attribuito a Space X un valore complessivo di circa 130 miliardi di dollari Usa (per darti un’idea della grandezza, è circa la metà del valore della Coca Cola in Borsa). Peccato, però, che tu non possa seguire Musk nemmeno in questa avventura: le azioni Space X non sono quotate in Borsa e tu piccolo risparmiatore non puoi acquistarle. Devi ripiegare su delle alternative. In passato abbiamo consigliato le azioni della Iridium Communications (51,83 Usd; Isin US46269C1027), società che gestisce una rete satellitare che consente di usufruire di servizi di telecomunicazione anche in luoghi remoti del globo. Il gruppo ha rinnovato la flotta di satelliti nel 2019 e ora sembra iniziare a raccogliere i frutti dei pesanti investimenti: nel terzo trimestre dell’anno ha visto i clienti crescere del 17% rispetto a un anno prima, i ricavi del 13,5% e, finalmente, ha chiuso il trimestre con un utile di bilancio (era in perdita un anno fa). Il gruppo si è mostrato ottimista e ha alzato ancora una volta le previsioni sui risultati per la fine dell’anno. Le condizioni della scommessa – crescita dei ricavi di almeno il 15% e ritorno all’utile – sembrano centrate. La diffusione degli oggetti intelligenti connessi a internet dovrebbe favorire il gruppo che, però, rischia la concorrenza proprio di Starlink (rinnova i satelliti con più velocità di Iridium). Ti consigliamo di vendere una metà del pacchetto azionario e cominciare a portare a casa un po’ di guadagni. Mantieni le altre azioni contando su un mantenimento dei suddetti tassi di crescita nei prossimi mesi. Se non le hai, non le acquistare ora.
Dall’ultimo consiglio speculativo dato su Iridium Communications (maggio 2022, vedi n° 1461), il guadagno è del 45% che diventa quasi +55% in euro (non ci sono dividendi) contro una perdita delle Borse del 4,2% (in euro e dividendi inclusi) sullo stesso periodo. Dal primo consiglio (febbraio 2021, vedi n° 1440) con le Iridium guadagni il 5% che diventa +29% in euro contro il +14% in euro e dividendi inclusi delle Borse.
Prezzi, variazioni e valutazioni alla chiusura del 4/11/22