un aiuto per la crescita
A tutte le piccole e medie imprese che decideranno di quotarsi su un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione (più avanti ti spieghiamo che cosa sono e perché quest’ultima precisazione è importante), lo Stato riconoscerà un credito d’imposta – in pratica un bonus per pagare meno tasse – pari al 50% delle spese sostenute per le consulenze relative alla procedura di quotazione. Per il 2023 il massimale del credito d’imposta dovrebbe essere riportato – salvo modifiche durante l’iter parlamentare – a 500.000 euro dal massimo di 200.000 euro che era stato fissato nel 2022. Perché è un aiuto per la crescita di queste società? Perché la quotazione in Borsa è uno strumento che permette a queste piccole imprese di raccogliere capitale per finanziare la propria crescita (invece che indebitarsi con le banche o con altri finanziatori, raccolgono nuovi soci col collocamento di azioni) e di aumentare la propria visibilità e credibilità (questo può aiutare anche l’assunzione di collaboratori più qualificati).
Come si identificano le piccole e medie imprese? La definizione la dà la Commissione europea nella raccomandazione del 6 maggio del 2003: “la categoria delle microimprese, delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro”.
Un aumento del numero di quotazioni…
La norma è stata introdotta per la prima volta nella legge di bilancio del 2018 e da allora è stata via via rinnovata. Ha prodotto gli effetti sperati? A giudicare da come è cresciuto il segmento di mercato Euronext Growth di Borsa italiana, che è quello proprio dedicato alle piccole e medie imprese, verrebbe da dire di sì. Per esempio, delle 21 operazioni di quotazione che sono avvenute su Borsa italiana nel 2022 (escludiamo i passaggi da un segmento di mercato all’altro o gli “scorpori” di società), ben 18 sono state da parte di piccole e medie imprese. Nel 2021 le quotazioni su Euronext Growth sono state poco più che 40, facendo segnare uno dei migliori risultati tra i vari listini europei. A gennaio 2019 le azioni quotate su Euronext Growth erano 110 e valevano circa 6,8 miliardi di euro, mentre a fine ottobre erano 181 con un valore di circa 10,2 miliardi di euro. Certo, hanno aiutato anche altri provvedimenti – soprattutto l’istituzione dei pir (piani di risparmio con agevolazioni fiscali per i risparmiatori che li sottoscrivono) – ma, in generale, la norma sembra aver funzionato e ci aspettiamo, dunque, un’ulteriore crescita delle società che quoteranno le proprie azioni su Euronext Growth. Va bene, ma questi vantaggi per le aziende, poi si sono trasformati anche in vantaggi per i piccoli investitori?
Euronext Growth non è altro che lo stesso segmento di mercato che dal 1° marzo 2012 alla fine di ottobre 2021 si chiamava Aim. Il cambio è avvenuto a seguito dell’acquisizione di Borsa italiana da parte di Euronext, ma, per ora, è stato solo relativo al nome – la sostanza del mercato e delle regole non è cambiata.
… ma un andamento non sembre brillante in borsa
Se guardiamo l’andamento dell’indice Ftse Italia Growth, che racchiude l’andamento delle azioni delle principali piccole e medie imprese quotate su Borsa italiana, il giudizio non è lusinghiero: ci sono stati dei buoni risultati nel 2021, ma nel complesso, dalla creazione dell’indice nel 2013, l’andamento è stato peggiore di quello delle principali azioni italiane – vedi grafico Piccole, ma non scattanti. Come mai, nonostante l’aumento del numero delle società quotate, gli investitori sembrano essere rimasti scettici nei confronti di Euronext Growth? I motivi, secondo noi, sono due. Primo: non si tratta di un mercato regolamentato, ma (come dicevamo all’inizio) di un sistema multilaterale di negoziazione. Questo significa che le regole per le società che si vogliono quotare sono un po’ più leggere rispetto a quelle di un mercato regolamentato. Il che è un bene per le società, ma un po’ meno per gli investitori. Per esempio, per quotarsi su Euronext Growth basta avere un solo bilancio certificato rispetto ai 3 previsti per chi si quota sul segmento regolamentato di Piazza Affari. Inoltre, non ci sono obblighi a livello di “buona condotta societaria” (la società può scegliere di non adottare un codice di corporate governance), a livello di comitati di remunerazione societari o di controllo dei rischi. Infine, non essendo un mercato regolamento, in fase di quotazione non è prevista alcuna istruttoria da parte della Consob. Insomma, mancano una serie di elementi informativi e di tutela che i potenziali piccoli investitori hanno, invece, su altri segmenti di mercato. Secondo: Euronext Growth non prevede obblighi di capitalizzazione e permette che anche solo il 10% delle azioni societarie possa essere quotato in Borsa. Significa che spesso gli scambi di queste azioni sono molto risicati: il che ti espone, in prima battuta, al rischio di grandi oscillazioni dei prezzi anche con pochi ordini e, in seconda battuta, a maggior costi occulti di spread denaro-lettera (ci sono sempre qualsiasi azione compri, ma più sono scambiate, meno sono) in fase di negoziazione.
A condizionare l’umore del mercato nei confronti di Euronext Growth ci ha pensato anche il caso clamoroso di Bio-On, società di bioplastica che aveva millantato prospettive di crescita stellari che si sono rivelate, poi, un mucchio di menzogne – con conseguente perdita totale per gli azionisti. Il processo contro gli ex vertici della società e i revisori dei conti si è aperto pochi giorni fa dopo il fallimento del dicembre del 2019.
Pronti a cogliere nuove opportunità
Pur con tutti questi limiti, è innegabile che quello di Euronext Growth sia un mercato destinato a espandersi ancora e che potrebbe riservare qualche gemma preziosa da cui trarre soddisfazioni. Per questo, non escludiamo di poter individuare delle occasioni per qualche speculazione proprio su questo segmento di mercato. Non per nulla lo abbiamo già fatto, con le azioni Shedir Pharma group (3,90 euro; Isin IT0005379620), società quotata su Euronext Growth che, però, informa regolarmente gli azionisti della propria situazione economica (rileggiti bene i consigli e l’analisi che abbiamo fatto sul n° 1479 prima di prendere decisioni d’investimento). Non escludiamo di poter tornare a consigliare qualcosa già nelle prossime settimane: stiamo scandagliando questo mercato alla ricerca di occasioni. Seguici per non perderti eventuali opportunità d’acquisto.
Semplificando, lo spread denaro-lettera è quanto paghi a chi permette di mettere insieme le varie offerte di acquisto e vendita che arrivano sui mercati finanziari.
Non ti aspettare consigli su azioni di Euronext Growth in fase di collocamento in Borsa (Ipo): praticamente sempre, le Ipo di queste società sono riservate a investitori professionisti. I consigli, se ce ne saranno, riguarderanno azioni che hanno già iniziato gli scambi.
piccole, ma non scattanti
Dal momento della sua creazione, l’indice Ftse Italia Growth (grassetto; base 100) non ha dato particolari soddisfazioni: viaggia oggi su valori lievemente inferiori a quelli che aveva nel 2013, mentre, sullo stesso periodo, le azioni principali della Borsa di Milano (indice Ftse Mib; linea sottile) sono salite di circa il 50%. I dati per la costruzione degli indici nel grafico sono forniti da Refinitiv Datastream.