Tanto meglio, tanto peggio
Per la seconda settimana di fila le azioni cinesi si sono confermate tra le migliori: è frutto della promessa di allentamento delle misure di contenimento pandemiche fatta dalle autorità cinesi, che fa sperare per una ripresa dell’economia del Dragone. Del resto, anche in settimana non sono arrivati dati rassicuranti, con l’indice sull’attività delle piccole e medie imprese del Paese operanti nel settore dei servizi che è sceso più delle attese proprio per effetto delle restrizioni pandemiche. Insomma, le cattive notizie sulla salute economica cinese sembrano aver innescato una reazione che fa sperare i mercati. Al contrario, le notizie positive che sono arrivate dagli Stati Uniti, sia dal fronte degli ordini all’industria, sia dagli indici sull’attività dei servizi, hanno spaventato il mercato, che teme un incremento del rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale americana. L’economia americana fin qui ha retto, ma riuscirà a farlo anche con un costo del denaro che potrebbe superare la soglia del 5%? Il mercato si interroga nervosamente e le previsioni dell’agenzia Fitch, che ha rivisto nuovamente al ribasso le stime di crescita per l’economia globale nel 2023 proprio per effetto dell’azione delle politiche monetarie delle Banche centrali, non hanno certo aiutato a trovare serenità.
Male energia e auto
I timori sul rallentamento economico globale non potevano che pesare su quei settori che dipendono fortemente dalla salute economica, come il settore energetico. Per la prima volta dal 3 gennaio di quest’anno il prezzo del petrolio di qualità brent ha chiuso sotto gli 80 dollari al barile, per la precisione a 76,36 dollari, in calo di ben il 10,9% rispetto alla chiusura di una settimana fa. Questo non poteva che condizionare l’andamento dei titoli delle compagnie petrolifere che, mediamente, hanno ceduto il 5,8%. Le azioni BP (461,95 pence; Isin GB0007980591) hanno limitato il calo al 3,9%: l’ampia generazione di liquidità fa sperare per una politica di riduzione del debito senza andare a discapito della remunerazione degli azionisti. Il consiglio sul titolo resta mantieni. Il rischio di un rallentamento della crescita economica globale non poteva che pesare anche sull’andamento del settore auto, le cui azioni hanno perso mediamente il 4,1%. A condizionare il risultato c’è stato il -8,1% delle azioni Tesla (179,05 Usd; Isin US88160R1014): indiscrezioni di stampa hanno riportato che, complice la domanda debole di auto in Cina, Tesla sarebbe orientata a ridurre del 20% la produzione della sua Model Y nello stabilimento di Shanghai. Sebbene abbiano ormai dimezzato il loro valore nel corso del 2022, queste azioni non sono ancora da avere in mano: vendi.
Tecnologia poco fiammante
Settimana poco brillante anche per il settore tecnologico, con le società che si occupano di software e pc che hanno ceduto, in media, il 3,3%. Calo dello 0,9% per le Ericsson (67,69 sek; Isin SE0000108656) dopo che la società ha annunciato che metterà a bilancio nel 4° trimestre un onere di 1,1 miliardi di corone svedesi per effetto della vendita in perdita della sua attività IoT (Internet of Things) all’americana Aeris Communications. Tagliamo le nostre stime sui risultati del 2022, ma il consiglio non cambia. Mantieni.
Le azioni Apple (142,16 euro; Isin US0378331005) hanno chiuso in ribasso del 3,8% nonostante la Foxconn abbia annunciato che l’impianto di Zhengzhou, mega fabbrica cinese di prodotti Apple che negli scorsi giorni è stata protagonista delle proteste dei dipendenti per le restrizioni pandemiche, dovrebbe tornare a operare a pieno regime nel giro di un mese al massimo. Le azioni restano da mantenere.
La tenuta della farmacia
I settori cosiddetti “anticiclici” – costituiti da società che offrono beni e servizi essenziali – si sono difesi meglio: il settore farmaceutico, per esempio, ha limitato il calo allo 0,5%. Particolarmente bene le Sanofi (88,73 euro; Isin FR0000120578) e le GSK (1.457,8 pence; Isin GB00BN7SWP63) salite rispettivamente del 3,5% e del 2,4%: un tribunale americano ha respinto ben 2.500 denunce volte a stabilire un nesso tra lo Zantac, un vecchio medicinale contro l’acidità gastrica commercializzato dai due colossi farmaceutici in epoche differenti e poi ritirato dalla vendita, e i tumori dei querelanti. Sebbene ci siano ancora molte cause legali in corso sullo Zantac, questa decisione sembra poter ridurre notevolmente i rischi finanziari associati a questo caso. Acquista Sanofi, mantieni le GSK.
Settimana negativa per le azioni del settore bancario Usa, in calo del 5,9%, mentre quelle europee sono riuscite a chiudere invariate. Invariate anche le azioni Unicredit (12,53 euro; Isin IT0005239360): la Banca centrale europea potrebbe alzare i requisiti minimi di solidità, ma i vertici di Unicredit si sono subito affrettati a garantire che questo non metterà a rischio la politica distributiva agli azionisti. Noi siamo meno ottimisti: vendi.
cambiamenti nei consigli |
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SAGE GROUP 778,8pence Isin GB00B8C3BL03 |
M ➜ V |
ZIGNAGO VETRO 14,58euro Isin IT0004171440 |
A ➜ M |
A: acquista M: mantieni C: vendi |