dalle stelle alle stalle
Sul buon andamento delle Borse nella prima parte della settimana hanno influito un po’ il rallentamento più marcato del previsto della corsa dell’inflazione negli Usa, un po’ alcuni buoni dati sulla salute dell’economia inglese (salita della ricchezza dopo il calo del mese precedente) e giapponese (indici sull’andamento dell’attività manifatturiera e dei servizi su valori migliori del previsto). Poi, però, il vento è cambiato per le dichiarazioni della Banca centrale Usa e della Banca centrale europea. La prima ha rialzato il costo del denaro dello 0,5%, ma quello che ha pesato è che il punto d’arrivo della manovra di rialzo dei tassi è ora previsto temporalmente più in là di quanto di attendesse il mercato e, anche, su valori dei tassi più elevati del previsto. Anche la seconda ha alzato i tassi d’interesse dello 0,5%, ma anche in questo caso a pesare c’è stata la prospettiva di rialzi significativi a ritmi costanti – anche in questo caso, dunque, sembra profilarsi una manovra più lunga e più pesante del previsto. Riuscirà l’economia a tollerare dei tassi d’interesse così elevati – significa maggiore costo per i prestiti, per i finanziamenti, per i mutui… che possono andare a detrimento di investimenti e consumi – o la recessione sarà pesante? In questo contesto, e anche per effetto di alcuni dati ancora poco brillanti sull’economia cinese, le Borse hanno ripiegato violentemente nella seconda parte della settimana. Confermiamo le nostre strategie d’investimento – vedi www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
Se hai già in mano quote dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (189,06 euro, Isin IE00BYMB4Q22) – racchiude l’andamento delle principali banche italiane – puoi mantenerlo. Ricorda, però, che è solo per chi lo aveva acquistato per una scommessa speculativa sui possibili “matrimoni”.
banche meno brillanti del previsto
Nonostante il rialzo dei tassi d’interesse possa essere sulla carta una buona notizia per le banche – permette di ottenere margini di guadagno migliori sulla concessione di prestiti e mutui – i titoli bancari non hanno particolarmente brillato con quelli europei in rialzo medio dello 0,3%. A pesare la decisione della Banca centrale europea di cominciare a ridurre il “doping” di liquidità, che significa acquistare meno titoli di Stato. L’Italia, che ha uno dei debiti pubblici più elevati da rifinanziare, soffre per questa scelta e questo si è scaricato su un calo dei prezzi dei BTp: le banche italiane ne hanno tanti in pancia e questo rischia di pesare, a breve, sui bilanci. Non solo: la recessione rischia di limitare il volume di prestiti erogati e di far aumentare il numero di quelli non rimborsati. In tutto questo, se i titoli italiani non sono crollati è perché sono tornate suggestioni su “matrimoni” all’interno del settore – a pagina 4 ti raccontiamo quello che è successo su Banco BPM (3,25 euro, Isin IT0005218380; +3,5% alla fine della settimana, vendi). Confermiamo i consigli: non acquistare azioni di banche italiane.
Cala la tecnologia
Lo scenario di un rialzo dei tassi d’interesse più robusto del previsto non poteva che pesare sull’andamento dei titoli tecnologici, particolarmente sensibili al tema (l’indice Nasdaq ha chiuso il calo del 2,7%). Tra i titoli peggiori Netflix (290,71 Usd; Isin US64110L1061) che ha ceduto il 9,2% dopo la diffusione di indiscrezioni secondo cui il gruppo avrebbe agito sulla politica commerciale, garantendo agli inserzionisti forme di compensazione in caso gli show non ottengano i risultati di visualizzazioni previsti – significa, di fondo, rischio di maggiori costi. Anche se le azioni valgono all’incirca la metà di quanto valevano a inizio anno, non sono da acquistare. Hanno retto meglio, invece, le azioni Microsoft (244,69 Usd; Isin US5949181045): sono riuscite a contenere il calo in Borsa allo 0,3% dopo la notizia dell’acquisto di una quota del 4% nel capitale della società che gestisce la Borsa di Londra. Secondo noi, meritano un acquisto.
Ancora una volta, in una settimana non facile, si è difeso il settore farmaceutico (-0,9%). Calo dello 0,3% per le Eli Lilly (359,87 Usd; Isin US5324571083) dopo che il gruppo ha annunciato per il prossimo anno delle previsioni rassicuranti a livello di vendite, ma meno rosee a livello di utili. Il dividendo trimestrale è stato, però, aumentato ancora del 15%. Consiglio confermato: mantieni.
regge il petrolio
Nonostante le prospettive di recessione non siano favorevoli alle materie prime (-3,8% in media il risultato delle società che estraggono e vendono materie prime in settimana), il petrolio è salito (+3,6% quello di qualità brent) sulla scia dei rischi di una minore offerta dopo la chiusura di un oleodotto in Nord America. Tra le azioni del settore petrolifero (-0,3% in media), i titoli Repsol (13,99 euro; Isin ES0173516115) hanno fatto -1,1% nonostante la decisione di acquisire Asterion Energies, attiva in Spagna, Italia e Francia nell’energia eolica e fotovoltaica. È un passo in avanti nella strategia di crescita di Repsol nelle rinnovabili, ma non avrà impatto immediato sui conti del gruppo. Al più, se hai le azioni, mantienile.
Le azioni TotalEnergies (55,66 euro; Isin FR0000120271) hanno ceduto l’1,1% dopo che il gruppo ha annunciato una svalutazione di 3,7 miliardi di dollari (1,4 euro per azione) sulla sua partecipazione del 19,4% nel produttore russo di gas Novatek. Questa partecipazione non sarà, però, venduta. Nel corso del 2022, TotalEnergies ha messo, così, a bilancio svalutazioni delle sue attività russe per ben 14,4 miliardi di dollari. Tali operazioni non hanno, comunque, alcun impatto sulla sua liquidità. Mantieni
Cambiamenti nei consigli |
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BPOST 4,86euro Isin BE0974268972 |
A ➜ M |
A:acquista M: mantieni |