Da quando le abbiamo consigliate poco prima dell’avvio del mondiale di calcio (vedi n° 1486) le azioni della catena britannica di pub Marston’s (37,84 pence; Isin GB00B1JQDM80) hanno fatto alti e bassi: fino alla fine di novembre hanno registrato una bella crescita, complice anche l’annuncio di alcuni risultati di bilancio positivi (vedi oltre), poi, invece, ha avuto alcune scivolate, complice anche l’uscita dell’Inghilterra dalla fase finale dei Mondiali e il generale andamento poco brillante delle Borse. A oggi, comunque, il bilancio delle azioni è di un +1,4% rispetto al momento del consiglio, che diventa un pareggio in euro. Un risultato non entusiasmante, ma comunque un po’ migliore sia di quello del resto della Borsa inglese, sia di quello del settore della ristorazione e dei bar, rispettivamente, in euro e dividendi inclusi, in calo dello 0,6% e del 2,4% sullo stesso periodo.
La voglia di socialità dei britannici
Come già accennato, l’andamento tutto sommato migliore di quello del settore è legato al fatto che il gruppo ha annunciato un buon recupero del proprio giro d’affari e dei propri risultati di bilancio.
Azioni molto ballerine
Le azioni Marston’s (grassetto; base 100) già prima dello scoppio della pandemia avevano un andamento più ballerino rispetto a quello del resto della Borsa britannica (linea sottile). Le ondate di contagi degli ultimi anni e le restrizioni alla socialità hanno pesato molto sui conti del gruppo e, quindi, sull’andamento delle azioni.
Marston’s ha chiuso l’anno fiscale 2021/22 (termina il primo di ottobre) con un progresso dei ricavi di quasi il 100% rispetto a un anno prima (nulla di inatteso viste le chiusure pandemiche del 2020/21) ma in calo di solo l’1% rispetto al fatturato dell’ultimo anno pre pandemico (qui il giudizio migliora soprattutto considerando che la prima metà del 2021/22 è stata gravata da alcune chiusure per la diffusione della variante Omicron, che aveva colpito le festività natalizie dell’anno scorso). Non solo, ci sono altri due elementi positivi: nelle ultime 10 settimane dell’anno i ricavi sono cresciuti del 3% rispetto ai valori pre-pandemici e il gruppo ha chiuso l’anno in utile (al netto di alcuni guadagni su operazioni finanziarie) per 4,3 pence per azione.
Le ragioni di una scommessa e i suo rischi
Quali sono le prospettive per il futuro? Tra il picco di consumi registrato durante le partite della nazionale inglese (+50% rispetto alle stesse giornate di un anno prima) e le prenotazioni per il periodo delle Feste che superano il livello di quelle precedenti al periodo pandemico, si può essere ottimisti per una crescita ulteriore del giro d’affari nel corso dell’anno fiscale 2022/23. L’inflazione è ancora alta, ma anche grazie al prezzo del gas bloccato fino a marzo 2025, il gruppo dovrebbe riuscire a chiudere l’anno con una crescita degli utili a 5,8 pence per azione. Con queste stime e a questi prezzi, il titolo presenta diversi indicatori di convenienza migliori rispetto a quelli di altre società del settore. Sono azioni su cui, secondo noi, si può ancora fare una scommessa, puntando sul fatto che le attese di crescita siano rispettate. Attenzione, però: non è per risparmiatori prudenti. I rischi, sono elevati e sono legati a tre elementi. Primo: un rallentamento economico più forte del previsto potrebbe limitare le “uscite” e le capacità di spesa dei consumatori britannici. Secondo: i prezzi dell’elettricità sono bloccati sono per pochi altri mesi. Senza “aiuti” statali rischiano di pesare sui bilanci, più di quanto non abbiano fatto finora. Terzo: Marston’s ha un debito più elevato rispetto a quello medio del settore. Per quanto dichiari di essersi coperta per il 90% dai possibili ulteriori rialzi dei tassi, comunque diversi finanziamenti che già ha prevedono il rispetto di una serie di parametri di bilancio che, se non fossero rispettati per il rallentamento economico suddetto, potrebbero far scattare l’obbligo di rimborso – il che significherebbe contrarne altri per ripagarli, a tassi verosimilmente più svantaggiosi, con tutte le conseguenze in termini di maggiori oneri finanziari e minori utili. Si tratta di elementi che rendono la rischiosità di questa azione particolarmente elevata.