Le ragioni dell’ottimismo
Il mercato sembra essere convinto che l’azione delle Banche centrali degli scorsi mesi abbia prodotto i risultati sperati: l’inflazione, in diverse parti del mondo, comincia a dare segnali di raffreddamento. Questo è un bene perché, in primo luogo, un minor carovita dovrebbe sostenere il potere d’acquisto dei consumatori e, in secondo luogo, perché potrebbe portare a una riduzione del ritmo di rialzo dei tassi d’interesse in futuro – significa un minor costo dei finanziamenti e anche questo è un bene per il mercato immobiliare e gli investimenti delle aziende. Ma c’è di più: nonostante il rialzo dei tassi d’interesse visto negli scorsi mesi, i dati economici sembrano reggere: per esempio, gli ultimi dati sulla produzione industriale tedesca sono stati superiori alle attese del mercato. Questo, unito alle riaperture in Cina, alimentano la speranza che la recessione possa non esserci o, comunque, essere moderata. La combinazione tra inflazione in discesa, tassi d’interesse senza fiammate ulteriori e tenuta dell’economia sarebbe la perfetta quadratura del cerchio e, non per nulla, i mercati in questi primi giorni del 2023 hanno brindato alla prospettiva. Noi, però, preferiamo restare prudenti e non aumentare, per ora, la quota da dedicare alle azioni nelle nostre strategie d’investimento. I motivi sono molteplici. In primo luogo, l’inflazione sta rallentando ma resta ancora su livelli elevati – non per nulla alcuni membri sia della Banca centrale europea, sia della Banca centrale americana, invocano tassi elevati ancora a lungo. Inoltre, se è vero che gli indici sulla fiducia di investitori sono migliorati, è vero anche che si trovano comunque ancora in territorio negativo. Non escludiamo, dunque, il rischio di possibili cambi d’umore nel corso delle prossime settimane.
Tecnologia e materie prime in gran spolvero
Le prospettive di un rallentamento nella politica “restrittiva” delle Banche centrali non potevano che dare sostegno ai titoli del settore tecnologico (come ti abbiamo detto più volte spesso hanno bisogno di tanti finanziamenti per sostenere i loro progetti innovativi): l’indice americano Nasdaq, per esempio, ha archiviato un progresso del 4,8%. A dare pepe al settore anche le indiscrezioni che vogliono Microsoft (239,23 Usd; Isin US5949181045) pronta a investire ulteriori 10 miliardi di dollari nello sviluppo di applicazioni che operano nel settore dell’intelligenza artificiale. Quello delle macchine intelligenti è un fenomeno promettente e sempre più presente nelle nostre vite; quindi, non sorprende che il mercato abbia premiato il titolo Microsoft facendogli chiudere la settimana con un progresso del 6,4%. Secondo noi, nonostante questa salita, merita ancora un acquisto. Le speranze di una ripresa della crescita economica in Cina non potevano, invece, che premiare il settore delle materie prime, con le società del settore che hanno mediamente chiuso la settimana in guadagno del 5,6%. Tra queste segnaliamo il +7,1% delle azioni Schnitzer Steel (34,39 Usd; Isin US8068821060) nonostante il gruppo abbia presentato per il 1° trimestre del 2022/23 (l’anno fiscale termina il 31/8) una perdita di 0,64 Usd per azione e un calo del 90% dell’utile industriale. Il mercato ha, però, gradito l’annuncio della conferma degli obiettivi di produzione e dell’aumento della produttività per ottenere maggiori risparmi di costi. Noi siamo un po’ meno entusiasti e temiamo che, anche se l’economia mondiale potrebbe reggere meglio di quanto inizialmente temuto, i prossimi trimestri possano essere difficili. Abbiamo ridotto le stime sull’utile per azione 2022/23 a 1 Usd e confermiamo il consiglio: se hai già le azioni, mantienile.
Ottimo rialzo per le azioni del settore dei semiconduttori, con le ASML Holding (604,7 euro; Isin NL0010273215) che hanno archiviato un guadagno del 9,6%. Nonostante questo scatto, secondo noi, sono azioni che valgono ancora un acquisto.
bene anche il settore delle utility europee
Tra gli altri settori che si sono comportati bene in settimana c’è quello delle utility, ovvero le società che gestiscono i servizi di luce, gas, acqua e rifiuti per famiglie e imprese. In particolar modo, le azioni delle società europee del settore hanno chiuso la settimana con un rialzo medio del 3,9%, complice l’ulteriore ribasso del prezzo del gas in Europa (vedi nostra analisi in Detto tra noi) – per molte di loro il gas è anche una materia prima necessaria per produrre energia elettrica. Le azioni Engie (13,324 euro; Isin FR0010208488) hanno fatto +2,9% dopo che la società ha concluso un accordo con il governo belga che prevede il prolungamento per dieci anni, a partire dal novembre 2026, dell’attività di 2 dei 7 reattori nucleari che gestisce sul suolo belga. I termini dell’accordo prevedono anche che, se riavvia i due reattori nei tempi previsti, il gruppo francese potrà beneficiare di un tetto ai costi per il trattamento dei rifiuti radioattivi. Sebbene alcuni aspetti debbano ancora essere quantificati, questo accordo costituisce un passo importante verso un accordo definitivo tra Engie e il Belgio nei prossimi mesi. Siamo fiduciosi sulla capacità di Engie di realizzare il suo piano di trasformazione e il titolo merita, secondo noi, un acquisto.
Benissimo le azioni Bayer (57,41 euro; Isin DE000BAY0017), salite del 13,6% grazie al miglioramento delle prospettive di vendita del Kerendia, antidiabetico di recente commercializzazione, e dall’ingresso nel capitale di un nuovo fondo d’investimento, che starebbe spingendo, secondo indiscrezioni, per una separazione delle attività. Date le incognite delle cause per il glifosato, meglio mantenere la prudenza. Mantieni.