Che cosa ha mosso Le Borse in settimana
Era abbastanza scontato che le Borse dovessero tirare un po’ il fiato dopo una corsa quasi senza freni registrata nel corso della prima parte di gennaio e con una stagione dei conti trimestrali societari che è solo alle prime battute (difficile, quindi, per ora, trarre conclusioni sulla salute complessiva delle aziende quotate e delle loro prospettive). I motivi per rallentare un po’ sono stati diversi, ma su tutti c’è stato l’atteggiamento determinato della Banca centrale europea nel proseguire con robusti rialzi dei tassi d’interesse – complici i dati sul raffreddamento della corsa dell’inflazione c’era, invece, chi si aspettava che la politica monetaria potesse un po’ ammorbidirsi. Questo ha fatto riaffiorare i timori di una contrazione marcata della crescita economica nel Vecchio Continente, ma inquietudini di questo genere sono tornate a presentarsi anche dall’altra parte dell’Atlantico: le vendite al dettaglio e la produzione industriale negli Usa sono scese più delle attese, ma nonostante questi segnali di “affaticamento”, alcuni membri della Banca centrale Usa hanno comunque dichiarato di ritenere importante andare avanti con il rialzo dei tassi d’interesse. Infine, ci sono i dati sulla crescita dell’economia cinese nel corso del 2022, risultati in calo seppur meno delle attese. Nel complesso, però, le Borse non si sono spaventate, complici anche le dichiarazioni dei vertici cinesi che, alla vigilia del Capodanno lunare, hanno annunciato di aver superato la fase di picco dei contagi, dando, dunque, speranza sulle prospettive del 2023. Noi confermiamo le strategie d’investimento che puoi consultare sul nostro sito internet www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
Beni di consumo in affanno
I dati sulle contrazioni delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno pesato sull’andamento dei titoli dei beni di consumo: per esempio, le azioni Kraft Heinz (39,88 Usd; Isin US5007541064), società focalizzata sul Nord America, hanno lasciato sul terreno il 6%. Secondo noi, però, si tratta di una penalizzazione eccessiva, anche alla luce di un dividendo che dovrebbe continuare a crescere – al momento il rendimento atteso da dividendo è di poco superiore al 4% annuo lordo. Il titolo, secondo noi, merita un acquisto. Male anche le azioni Procter & Gamble (142,97 Usd; Isin US7427181091) che hanno perso il 5,2% in Borsa. In questo caso, ha pesato anche l’annuncio di conti trimestrali (quelli del secondo trimestre dell’anno fiscale 2022/23 che termina a fine giugno) che hanno mostrato una contrazione dei volumi di vendita di circa il 6% rispetto a un anno prima, dopo una contrazione del 3% già emersa nel corso del trimestre precedente. È una tendenza che, purtroppo, non vediamo invertirsi considerando che il gruppo sarà costretto a continuare ad alzare i prezzi di vendita per cercare di limitare l’erosione della redditività – già scesa dal 24,7% al 23% – determinata dal rialzo dei costi delle materie prime. Confermiamo le stime sui risultati annuali e, nonostante il calo registrato in Borsa, confermiamo il consiglio. Vendi.
Rialzo dello 0,4% per Microsoft (240,22 Usd; Isin US5949181045) nonostante la società sia stata costretta a licenziare 10.000 dipendenti (5% della sua forza lavoro). Questa decisione peserà un po’ sui risultati trimestrali (attesi a breve), ma per ora non ci fa cambiare il consiglio: acquista.
Bilancio positivo per il settore auto (+1,2%) nonostante il -1,8% registrato dalle azioni Renault (36,48 euro; Isin FR0000131906) dopo che la società ha deciso di ridurre la partecipazione in Nissan dal 43% al 15%. Per la prima volta dal loro “matrimonio” (1999), i due gruppi si troveranno su un piano di parità, detenendo ciascuno il 15% del capitale dell’altro. L’accordo allenta le tensioni con Nissan e dovrebbe consentire a Renault di andare avanti con l’attuazione della sua nuova organizzazione, ma resta da vedere a che ritmo avverrà questo riequilibrio tra i due partner e fino a che punto saranno ancora disposti a collaborare. Per il momento, limitati a mantenere Renault.
L’andamento negativo delle banche
Tra le società che hanno iniziato a comunicare i risultati ci sono state le grandi banche americane e la reazione del mercato non è stata positiva: complice qualche delusione soprattutto a livello dei profitti, mediamente i titoli bancari Usa hanno lasciato sul terreno il 2,5%. In particolare, le azioni Bank of America (33,85 Usd; Isin US0605051046) hanno ceduto il 3,9%: la banca ha sì registrato nell’ultimo trimestre del 2022 un aumento dei ricavi dell’11% grazie alla banca al dettaglio – salita dei tassi di interesse e dinamismo delle attività legate alle carte di credito – ma ha dovuto comunque registrate un calo del 50% delle commissioni nelle attività di consulenza (per esempio per fusioni e acquisizioni) e ha dovuto mettere a bilancio ulteriori accantonamenti di 403 milioni di Usd per far fronte ai crediti a rischio. Il mercato sembra essere stato colpito negativamente da questo aspetto, ma, secondo noi, si tratta un importo accettabile che riflette la buona qualità del suo portafoglio di crediti. Certo, lo scenario del 2023 resta comunque incerto, quindi confermiamo il consiglio: mantieni. Hanno retto meglio le azioni delle banche europee, sebbene il loro guadagno medio si sia limitato a uno 0,1%. Il sostegno al settore è arrivato dalle banche italiane, che si sono ben comportate: le azioni Unicredit (14,96 euro; Isin IT0005239360), per esempio, hanno chiuso la settimana con un rialzo dell’1,4% dopo che i vertici del gruppo hanno lasciato intendere che la remunerazione per gli azionisti (tra dividendi e azioni proprie) a valere sul 2022 possa essere superiore a quella per il 2021 e non hanno chiuso la porta alla valutazione, in futuro, di un’integrazione con Mps (2,03 euro, Isin IT0005508921) – le azioni Mps hanno comunque perso l’8% in settimana. Noi siamo più cauti e confermiamo il consiglio: vendi Unicredit e Mps.
L’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (213,36 euro, Isin IE00BYMB4Q22), che raccoglie l’andamento delle principali banche italiane in Borsa, ha chiuso a +1,1%. Solo se l’avevi già acquistato per scommettere su “matrimoni” nel settore italiano, mantienilo.