Settimana positiva per le Borse

Monete
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che cosa ha mosso le borse
A sostenere le Borse ci sono stati alcuni dati sull’andamento generale dell’economia negli Stati Uniti e in Eurozona: per esempio, gli indici sull’andamento del settore manifatturiero e dei servizi si sono rivelati migliori delle attese su entrambe le sponde dell’Atlantico. Più sfaccettata, invece, la questione che riguarda la politica monetaria delle Banche centrali: se, da un lato, si è riaccesa la speranza che la Banca centrale americana possa rallentare la “stretta” prima del previsto – complici gli spiragli, in tal senso, già aperti dalla Banca centrale canadese – dall’altro, la sensazione è che la Banca centrale europea vada, invece, ancora avanti con rialzi robusti. In ogni caso, anche in Europa, si è diffusa la sensazione di un possibile “atterraggio morbido” dell’economia, con tassi di rallentamento della crescita della ricchezza nettamente meno pronunciati di quelli attesi fino a qualche mese fa – addirittura secondo Deutsche Bank la recessione in Europa non ci sarà proprio. A rovinare un po’ questo clima speranzoso ci hanno pensato, però, i risultati societari giunti soprattutto dagli Stati Uniti: la percentuale di sorprese positive dai conti, finora, si è attestata su valori più bassi rispetto a quelli cui il mercato si era storicamente abituato e questo ha fatto sbandare in alcuni casi le Borse. Migliori, finora, i primi risultati annunciati dalle società europee, ma la stagione dei conti trimestrali è ancora molto lunga: la seguiremo su queste pagine e nel frattempo confermiamo le nostre strategie d’investimento – trova quella adatta a te su www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
Il punto sui prezzi dell’energia
A contribuire all’ottimismo ci sono i prezzi del gas che viaggiano su livelli inferiori a quelli precedenti allo scoppio della guerra in Ucraina (-26,6% dalla fine del 2022 per il gas in Europa, -28,9% negli Usa), grazie anche al via libera alla riapertura di un importante centro d’esportazioni in Texas. Si mantengono, invece, su valori ancora abbastanza elevati i prezzi del greggio – poco sopra gli 86 dollari per barile quelli della qualità brent (circa +2% rispetto ai valori di fine 2022) – e questo va a vantaggio delle azioni delle compagnie petrolifere che in settimana hanno archiviato un +1,1% medio. Da segnalare, tuttavia, il -0,8% finale delle azioni Chevron (179,45 Usd; Isin US1667641005), nonostante il gruppo si sia dimostrato fiducioso sul futuro, annunciando che triplicherà il piano di acquisto di azioni proprie, portandolo a 75 miliardi di Usd (dai 25 miliardi del periodo compreso tra il 2019 e l’inizio del 2023). Il dividendo per il 1° trimestre 2023 è stato, inoltre, aumentato del 6,3% (a 1,51 Usd) e per tutto il 2023 dovrebbe raggiungere i 6,04 Usd, contro i 5,68 del 2022. Come il mercato, preferiamo restare prudenti: al più, mantieni le azioni Chevron.
Poche le notizie giunte in settimana dalla Cina, complici le chiusure per i festeggiamenti del Capodanno lunare. La ripresa economica nel Paese resta, comunque, uno degli elementi centrali per l’ottimismo dei mercati. In particolare, dalle vendite in Cina dipendono colossi del lusso come LVMH (801 euro; Isin FR0000121014): le azioni hanno chiuso in rialzo del 2,3% nonostante il gruppo abbia annunciato per l’ultimo trimestre del 2022 una crescita delle vendite del 9% contro il +20% nei primi 9 mesi dell’anno. L’ottimismo ci sembra esagerato: vendi.
Rialzo del 10,6% per le azioni del settore auto, trascinate dal +33,3% registrato dalle azioni Tesla (177,9 Usd; Isin US88160R1014) dopo la pubblicazione dei dati sugli utili dell’ultimo trimestre del 2022. Il titolo non è per stomaci deboli (-36,7% a dicembre, +44,4% a gennaio) ed è caro. Vendi.
Missione in Algeria per Eni (14,29 euro; Isin IT0003132476) che ha annunciato che, grazie ai nuovi accordi di fornitura, l’Italia dovrebbe diventare indipendente dal gas russo dal 2024/2025. La notizia non ha scaldato più di tanto il mercato e le azioni Eni hanno chiuso in calo dell’1,1% nonostante il buon andamento del settore. Al più, mantienile.
le tensioni nella tecnologia
A frenare un po’ l’entusiasmo dei mercati ci sono stati dei risultati trimestrali societari contrastanti nel settore della tecnologia. Da un lato, le società dei microchip sono andate mediamente bene, sostenute anche dal +5% registrato di ASML Holding (620,10 euro; Isin NL0010273215): per i motivi dell’entusiasmo vai a pagina 4; qui ti confermiamo che meritano ancora un acquisto. Dall’altro, invece, hanno deluso alcune società del mondo dei computer. In particolare, Intel (28,16 Usd; Isin US4581401001) non solo ha chiuso il 2022 peggio delle attese, ma ha preannunciato di attendersi una perdita nel 1° trimestre 2023 per effetto della contrazione attesa dei ricavi. Abbiamo rivisto nettamente al ribasso le stime sugli utili e alzato il rischio del titolo da 3 a 4 (5 massimo): le azioni hanno perso il 3,6% e sono, al più, da mantenere. Le azioni Microsoft (248,16 Usd; Isin US5949181045) hanno, invece, chiuso a +3,3% nonostante la sbandata per l’annuncio di un atteso rallentamento della crescita nel cloud intelligente, con ricavi in salita tra il 17% e il 19% nel 3° trimestre dell’anno fiscale (termina il 30/06) contro il progresso del 24% nel 2° trimestre. Si tratta, però, di un rallentamento che non ci turba. Considerato il piano di riduzione dei costi – l’attività informatica calerà, ma Microsoft ne è sempre meno dipendente (27% dei ricavi) - il gruppo dovrebbe riuscire a mantenere una redditività industriale soddisfacente nei prossimi anni e continuare così a investire nell’intelligenza artificiale (rafforzerà gli investimenti in OpenAI, che sviluppa l’app ChatGPT). Le azioni valgono un acquisto.
Cambiamenti nei consigli |
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SWATCH GROUP 331,6franchi svizzeri; Isin CH0012255151 |
A➜ M |
A: acquista; M: mantieni |
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