Dapprima a scuola sono arrivati i computer, per provare a insegnare un po’ di informatica. Poi, con la pandemia, internet è diventato protagonista, con l’esperienza della didattica a distanza. La tecnologia sembra non fermarsi e ora si parla di intelligenza artificiale: ChatGPT, infatti, è in grado di creare veri e propri testi complessi molto simili a quelli che potrebbe creare un essere umano. Cambierà il modo di studiare degli alunni? Vedremo, ma non finisce qui, perché ancora oltre c’è la prospettiva del metaverso. Si tratta di evoluzioni affascinanti per il mondo scolastico: in passato, per ciascuna di queste rivoluzioni digitali abbiamo analizzato quali potrebbero essere le società, quotate, protagoniste e ora torniamo a fare il punto.
Con il metaverso ci potranno essere delle classi virtuali dove, tramite degli “avatar”, gli studenti potranno essere trasportati in epoche passate o in luoghi distanti per imparare. Intanto, anche noi abbiamo testato ChatGPT, trovi tutto qui www.altroconsumo.it/hi-tech/internet-telefono/news/chat-gpt.
La didattica a distanza: il punto sul settore…
Con le vaccinazioni e la fine delle restrizioni sociali, quello della didattica a distanza sembra un mondo lontanissimo. Eppure, le prospettive di mercato del settore, a livello mondiale, sembrano restare rosee: alla peggio, da qui ai prossimi 5 anni ci si aspetta una crescita di circa l’8% medio annuo. I motivi che spiegano tali aspettative sono diversi: dalla crescita della popolazione in luoghi dove l’accesso alla formazione è limitato, all’evoluzione dei ruoli professionali che richiedono sempre maggiori competenze informatiche. Nonostante tali prospettive, il mercato ha punito le società della didattica a distanza in Borsa. Dalla nostra prima analisi dell’aprile 2021 (vedi n° 1409), l’Etf Rize education technology (1,78 euro; Isin IE00BLRPQJ54), che racchiude tante società del settore, ha perso circa il 55% del suo valore. I motivi sono diversi: innanzitutto ci sono le difficoltà di apprendimento riscontrate, con queste tecniche di insegnamento, soprattutto tra i bambini più piccoli, che pongono delle ombre sulle prospettive di crescita. Poi, hanno pesato le decisioni politiche cinesi (molte società dell’apprendimento a distanza sono cinesi): dal rendere no profit l’insegnamento a distanza per i bambini più piccoli (fatto che ha fatto crollare, se non fallire, diverse società del settore), alla recente decisione di tornare a non riconoscere i corsi di laurea svolti all’estero se effettuati solo in versione online.
Se si allarga l’orizzonte di qualche anno, le prospettive del settore della didattica a distanza, per alcuni operatori del mercato, sono persino di una crescita media annua superiore al 20%.
Le azioni della didattica a distanza hanno amplificato il calo registrato dalle società del settore tecnologico dall’aprile del 2021 – tra i produttori di software il calo è di circa -20% (-10,2% in euro e dividendi inclusi).
… e su Coursera
Tra le società del settore ancora peggio sono andate le azioni Coursera (11,2 Usd; Isin US22266M1045), società Usa che si occupa di corsi di formazione di alto livello (e anche di vere e proprie lauree online), che sullo stesso periodo ha perso il 75,5%. Sull’andamento peggiore della media incide soprattutto quanto accaduto da giugno 2022 (vedi nostra analisi sul n° 1467): da allora hanno perso circa il 28% rispetto al +3,8% dell’Etf Rize education technology. Il mercato è rimasto deluso dai risultati di Coursera in questo periodo: pur avendo chiuso il 2022 con ricavi in crescita del 26% rispetto all’anno prima, ha archiviato una perdita, già a livello operativo, di circa 37 milioni di dollari, persino lievemente più alta rispetto a quella del 2021 (componenti straordinarie escluse). Inoltre, il gruppo si aspetta per il 2023 una crescita dei ricavi al massimo del 15,5% rispetto al 2022 e un risultato operativo che, alla peggio, sarebbe tutto sommato allineato a quello del 2022. Tutto questo non è un bene: la scommessa di una crescita media annua superiore al 20% non sembra centrata, inoltre, per quanto già ci aspettassimo il 2023 e il 2024 in perdita, l’arrivo all’utile netto sembra ancora rimandato – il gruppo pare aver concesso sconti migliori a un partner importante. Purtroppo, gli elementi su cui si scommetteva non si sono avverati e, come previsto, il titolo ha pagato dazio. In questa situazione puoi mantenere ancora le azioni – la qualità dei corsi è elevata e non è detto che alcuni tra i partner non pensino a un’offerta per rilevare la società – ma non vale la pena comprare le azioni Coursera ora. Considerando la rischiosità generale aumentata (vedi le recenti decisioni cinesi sul riconoscimento delle lauree online), limitati a mantenere anche le quote dell’Etf Rize education technology.
Il mercato sembra scommettere sulla possibile “rinascita” di alcune società cinesi del settore, sopravvissute alle nuove normative del Dragone. Ci sembra una scommessa troppo rischiosa. Limitati a mantenere le azioni dell’Etf Rize education technology.
La prima scommessa sulle azioni Coursera è stata data a settembre 2021 (n° 1427), l’ultima a settembre 2022 (n° 1477): il calo è stato, rispettivamente, del 72% (-68,5% in euro) e del 3,1% (-8,7% in euro).
In passato abbiamo consigliato una scommessa su diverse società del settore dell’intelligenza artificiale tramite l’Etf Wisdomtree artificial intelligence (44,46 euro; Isin IE00BDVPNG13). Abbiamo già consigliato di vendere una metà dell’investimento (vedi n° 1407, allora in guadagno di quasi il 50%). Da allora l’Etf è sceso del 13,4%, ma non acquistarlo. Limitati a mantenere le quote che hai.
L’intelligenza artificiale
Se la didattica a distanza sembra un fenomeno lontano, attualissimo è invece il tema dell’intelligenza artificiale, complice il dibattito su ChatGPT. L’utilizzo di questo programma è stato vietato in alcune scuole americane, ritenendolo responsabile di un impoverimento dell’apprendimento da parte degli studenti. Da altre parti, invece, si sottolinea l’utilità nello snellire le attività degli insegnanti – per esempio, gli stessi vertici di Coursera hanno dichiarato di ritenerlo utile per definire meglio, in modo personalizzato per ogni studente, i contenuti di una lezione. Comunque la si pensi, l’intelligenza artificiale sembra comunque destinata a far sempre più parte del nostro mondo, compreso, ma non solo, quello scolastico. Tra le società che paiono più avanti nello sviluppo e nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale c’è Microsoft (279,43 Usd; Isin US5949181045), che non solo ha finanziato lo sviluppo di ChatGPT, ma lo utilizzerà per migliorare le risposte offerte dal suo motore di ricerca Edge. Sempre meno dipendente dalla tradizionale attività legata ai programmi per pc, Microsoft è oggi un colosso delle attività di cloud, con prospettive reddituali buone. Si tratta di un’azione che, a nostro parere, merita spazio nel tuo portafoglio.
Il metaverso
Microsoft non sta investendo solo nell’intelligenza artificiale, ma è anche attiva nello sviluppo del metaverso. È una frontiera su cui Facebook ha puntato molto, tanto da cambiare il nome della sua società, appunto, in Meta (195,61 Usd; Isin US30303M1027) – se hai queste azioni, al più, limitati a mantenerle. Potrebbe volerci ancora tempo affinché il metaverso possa entrare definitivamente nelle nostre vite, ma intanto l’architettura del metaverso (o dei vari metaverso) va costruita. Una società che lavora anche su questo campo è Autodesk (199,11 Usd; Isin US0527691069), specializzata in software di progettazione, modellazione, creazione digitale per computer. Ha chiuso il suo anno fiscale 2022/23 (termina il 31 gennaio) con risultati oltre le attese, ma ha deluso il mercato con le previsioni per l’anno in corso. Secondo noi, però, la sanzione del mercato è stata eccessiva: se è vero che nel 2023/24 la crescita dei ricavi e dell’utile per azione dovrebbe rallentare all’8% (contro rispettivamente +14% e +31% nel 2022/23), è anche vero che le prospettive più a medio/lungo termine restano buone e che dovrebbe continuare a conquistare quote di mercato, mantenere una redditività superiore a quella dei concorrenti e vedere, anche, i propri risultati crescere in doppia cifra. Abbiamo ridotto, per prudenza, le nostre stime sull’utile per azione del 2023/24 (a 3,8 Usd) e del 2024/25 (4,5 Usd), ma confermiamo che le azioni Autodesk meritano ancora una scommessa.
Esistono degli Etf che puntano su società impegnate sul metaverso, ma non li riteniamo interessanti per una scommessa in tal senso – per alcune società presenti negli Etf il metaverso è residuale.
Dal primo consiglio speculativo di gennaio 2022 (vedi n° 1444), le azioni Autodesk hanno perso il 29% (-24% in euro) pagando il calo delle azioni del settore dei software informatici del 29%.