Le Borse ritrovano ottimismo

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Le luci e le ombre del mercato
Tra gli elementi che hanno contribuito a sostenere l’umore dei mercati in settimana ci sono stati i dati arrivati dalla Cina: in particolare, il dato sull’andamento dell’attività manifatturiera ha registrato il balzo più alto degli ultimi 11 anni, ma manche il settore dei servizi ha registrato una crescita superiore al previsto. Insomma, la virata improvvisa e imprevista della Cina sulla politica di contenimento della pandemia sembra dare i risultati sperati dalle autorità locali da un punto di vista economico e questo, oltre a spiegare un buon andamento delle azioni cinesi in settimana (vedi l’andamento delle Borse consigliate qui a fianco), contribuisce a rafforzare la prospettiva di una tenuta dell’economia globale. A preoccupare i mercati, però, ci sono ancora i dati sull’inflazione, che resta elevata e che, quindi, potrebbe costringere le Banche centrali a portare avanti i rialzi dei tassi d’interesse più del previsto – e tassi molto elevati non rappresentano un contesto favorevole alle spese e agli investimenti. La paura che la Banca centrale Usa, nella sua prossima riunione, possa alzare i tassi di un altro 0,5%, invece che dello 0,25% previsto, si è stemperata solo sul finire della settimana, ma la tensione sul futuro economico globale resta alta. Non modifichiamo le nostre strategie d’investimento – per scoprire la più adatta a te visita il nostro sito www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
Una sferzata d’energia
I buoni dati dalla Cina non potevano che far bene al settore energetico: il petrolio di qualità brent è risalito del 3,3%, a circa 86 dollari al barile e le società del settore petrolifero hanno, in media, guadagnato l’1,8%. Tra queste ultime, Saipem (1,50 euro, Isin IT0005495657) ha fatto +0,9% dopo che i conti del 2022 hanno mostrato un miglioramento rispetto al 2021 – anche se comunque il bilancio è rimasto in rosso – e il gruppo ha alzato le prospettive sui ricavi per il 2023 grazie al buon andamento degli ordini nell’ultimo periodo. Non basta, però, per farci cambiare opinione sul titolo: vendi. Meno brillante, invece, l’andamento delle utility – società che trasformano gas, petrolio… in energia elettrica per imprese e famiglie – che soffrono sempre un po’ lo scenario di un possibile rialzo prolungato dei tassi d’interesse – con i rischi di rallentamento economico conseguenti. Le azioni europee del settore hanno mediamente guadagnato lo 0,2% e lievemente meglio (+0,5%) han fatto le azioni Naturgy (26,23 euro; Isin ES0116870314): il gruppo spagnolo continua a beneficiare di un 2022 migliore del previsto, dove ha continuato ad accelerare con gli investimenti (reti, rinnovabili) e ha leggermente ridotto l’indebitamento netto. Ha deciso, però, di rimandare il progetto di scissione della società a causa, anche, di uno scenario normativo complicato. Secondo noi, queste azioni restano care: se le hai, vendile.
Calo dell’1,7% per le azioni Bayer (57,60 euro; Isin DE000BAY0017): ha chiuso bene il 2022, ma tra le cause sul glifosato e le perdite di brevetti, il colosso tedesco dovrebbe registrare un calo degli utili nel 2023. Deve reagire e ha deciso di sostituire l’artefice della disastrosa acquisizione di Monsanto. È un cambio che potrebbe portare anche alla scissione di alcune attività del gruppo. Mantieni.
le novità nel settore bancario
Buon andamento, invece, per le banche europee (+2,4%), con, però, la nota stonata di Monte Paschi (2,46 euro; Isin IT0005508921): le azioni hanno perso il 7,8% dopo la decisione di Axa (29,89 euro, Isin FR0000120628; +5,2% in settimana) di vendere praticamente tutta la sua partecipazione azionaria nella banca italiana. La scelta di Axa non sarebbe un “si salvi chi può” – mantiene gli accordi commerciali con Mps – ma sembra rientrare nella strategia di Axa di rifocalizzarsi sulle assicurazioni (con, in particolare, una crescita nei rami danni e sanitario) in Europa. Certo, sfuma un possibile “matrimonio” e l’uscita dello Stato dal capitale di Mps sembra rimandata ulteriormente. Vendi le azioni Mps. Mantieni, invece, Axa che trarrà un piccolo guadagno dalla vendita e che dovrebbe superare gli obiettivi del suo piano per il 2023, oltre che procedere con acquisti di azioni proprie.
Nel settore assicurativo, rialzo dell’1,6% per Aegon (4,90 euro; Isin NL0000303709) che risentono ancora dei rassicuranti annunci per il 2023 – il 4° trimestre ha risentito di svalutazioni per cessioni di attività, ma ha mostrato un buon andamento dell’attività negli Usa e ha beneficiato dei risparmi dei costi. La liquidità sarà investita anche in crescita dei dividendi e acquisto di azioni proprie. Mantieni
farmacia affannata
Affannato il settore farmaceutico (-0,4%), complice il -1,4% di Pfizer (41,15 Usd; Isin US7170811035) dopo indiscrezioni secondo cui sarebbe in trattative per acquisire Seagen, società di biotecnologie che Merck (106,88 Usd, Isin US58933Y1055; -2,7%, mantieni) aveva invano cercato di acquisire l’estate scorsa. Il mercato teme che la paghi troppo, ma l’operazione pare in linea con la strategia di Pfizer (acquisizioni per compensare le perdite di brevetti). Vedremo il prezzo, ma per ora puoi ancora acquistare Pfizer.
Nel settore farmaceutico, calo del 2,8% per AstraZeneca (10.784 pence; Isin GB0009895292) che, in effetti, ha visto l’utile per azione del 2022 penalizzato dalle acquisizioni recenti – pur di assicurarsi una forte crescita non esita a “strapagare” le sue prede. Questo ha effetti positivi sui ricavi, ma fa sì che il margine industriale sia all’8,5%, ben lontano dal 30% di inizio anni 2010. Nel complesso, secondo noi il titolo è caro. Vendi.
Cambiamenti nei consigli |
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POSTNL 1,77euro; Isin NL0009739416 |
A ➜M |
WASTE CONNECTIONS 134,14Usd; Isin CA94106B1013 |
M ➜A |
A: acquista; M: mantieni |
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