La settimana delle Borse: senza un attimo di tregua

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L’ultima settimana di aprile è stata caratterizzata da tre elementi di preoccupazione. Primo: i conti trimestrali hanno fatto riaffiorare le preoccupazioni sul fatto che le difficoltà nel settore bancario non siano del tutto alle spalle. Secondo: alcuni dati fanno temere per un rallentamento della crescita economica – vedi, per esempio, quello sulla fiducia dei consumatori Usa, sui valori più bassi degli ultimi nove mesi. Terzo: le azioni delle autorità politiche e monetarie. Da un lato, sembra tornare la tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina sui microchip, dall’altro, invece, sembra delinearsi un altro aumento dei tassi d’interesse che potrebbe dare una mazzata alle prospettive di crescita globale. Tutto questo ha condizionato in negativo le Borse, anche se qualche motivo di speranza permane: dai conti societari di alcuni colossi del settore tecnologico, ai dati sull’aumento della fiducia delle imprese tedesche. In questa situazione confermiamo le nostre strategie d’investimento.
La tensione nel settore bancario è riaffiorata negli Usa: nel 1° trimestre la First Republic Bank (6,19 Usd; Isin US33616C1009) ha registrato un crollo dei depositi del 40% e sta valutando la vendita di attività per risanare il bilancio. Il problema è che la banca è stata già oggetto di aiuti a marzo, ma ora gli altri attori del sistema finanziario non sembrano disposti a un altro sacrificio. Le azioni hanno perso il 64% nelle sole due sedute del 25 e del 26 aprile: i rischi sono elevatissimi, stanne alla larga. Anche sul fronte europeo non sono mancati motivi di inquietudine, alimentati dal Credit Suisse: nonostante il salvataggio da parte di UBS (17,94 Chf; Isin CH0244767585), non solo i clienti del Credit Suisse continuano a ridursi (-47 miliardi di capitale in gestione nel primo trimestre), ma anche il numero di gestori che lavorano per il gruppo si contrae, complicando il rilancio. Per UBS le cose vanno un po’ meglio, ma sembra chiaro che l’integrazione del Credit Suisse sarà lunga e che tra oneri di ristrutturazione e cessioni di attività non contribuirà agli utili di UBS prima del 2026. Limitati a mantenere le azioni UBS che hai. In generale, sconsigliamo di investire ora sul settore bancario.
A pesare sull’andamento dei titoli bancari italiani ci sono gli allarmi lanciati da banche d’affari e agenzie di rating americane sui titoli di Stato italiani – siccome le banche ne hanno tanti, un calo dei loro prezzi rischia di condizionare i loro utili. Calo anche per Unicredit (18,64 euro; Isin IT0005239360) nonostante il rimborso anticipato delle obbligazioni AT1 – quelle non rimborsate dal Credit Suisse – abbia fornito ulteriori rassicurazioni sulla liquidità della banca. Il consiglio per le azioni Unicredit non cambia: vendi.
Nonostante i timori per una nuova disputa commerciale tra Usa e Cina, qualche speranza c’è stata nel settore tecnologico. In particolare, ha brillato Microsoft (304,83 Usd; Isin US5949181045), complici risultati trimestrali superiori alle attese, con ricavi saliti del 7% e utili per azione in rialzo del 10%. Da notare, in particolare, il buon andamento delle attività cloud (ormai più della metà del giro d’affari), con ricavi in crescita del 22%. Le prospettive del gruppo sono positive sia a breve termine, sia a lungo termine grazie al sostegno previsto dalle attività legate all’intelligenza artificiale. Lo stop all’acquisizione di un colosso del settore dei videogiochi da parte delle autorità britanniche non ci spaventa più di tanto: alziamo le stime sugli utili per azione e confermiamo il consiglio sulle azioni. Acquista.
Nel settore tecnologico si è distinta anche le Meta Platforms (238,56 Usd; Isin US30303M1027): il gruppo (Facebook, Instagram…) ha chiuso il primo trimestre con ricavi di 28,6 miliardi di dollari, superiori alle sue stesse previsioni. Per il trimestre in corso prevede un fatturato compreso tra 29,5 e 32 miliardi di dollari rispetto ai 28,8 miliardi di dollari del 2° trimestre 2022. Alziamo le nostre stime sugli utili e confermiamo il consiglio sul titolo: mantieni.
Tra i singoli titoli azionari, è andata particolarmente bene l’azione dell’olandese Philips (19,16 euro; Isin NL0000009538). L’attività sembra progredire meglio del previsto (+6% le vendite) grazie al miglioramento dei processi nella catena di approvvigionamento e il gruppo ha confermato le attese sulla crescita per tutto il 2023. Il trimestre, però, si è comunque chiuso in rosso per effetto degli oneri di ristrutturazione e degli oneri legali connessi al richiamo a livello mondiale dei suoi dispositivi respiratori (aveva già chiuso il 2022 in perdita a causa delle svalutazioni legate a questo richiamo). Il dividendo sarà pagato solo in azioni Philips, che se hai puoi mantenere. Maglia nera della settimana, invece, per le azioni della belga bpost (4,22 euro; Isin BE0974268972): avrebbe praticato margini troppo alti in alcuni contratti con lo Stato belga (non si sa ancora per quali contratti e per quali importi). Il gruppo ha ritirato le previsioni che aveva formulato per l’anno in corso e le stime preliminari mostrano un impatto negativo di tutti i problemi legali (compreso quello sulla distribuzione dei giornali in Belgio) di circa 25-50 milioni di euro nel 2023. Abbiamo ridotto le nostre stime sull’utile per azione, ma il bilancio solido (pochi debiti) dovrebbe comunque consentire a bpost di continuare a remunerare gli azionisti. Il consiglio è confermato: mantieni.
Tra le azioni migliori della settimana c’è Vodafone (95,9 pence; Isin GB00BH4HKS39) complici le indiscrezioni secondo cui la francese Iliad avrebbe riaperto le trattative per acquisire alcune attività di Vodafone, tra cui quelle italiane. Non è il caso di speculare sulle azioni Vodafone, ma se le hai puoi mantenerle.
Dal 2 maggio le azioni Mediaset España (3,13 euro Isin ES0152503035) saranno convertite in azioni MFE (0,69 euro; Isin NL0015000N09). Vendi Mediaset España, mantieni MFE.
@Giovanni I “lotti minimi” per l’acquisto di azioni non esistono più da parecchi anni. Puoi comprare, quindi, anche una singola azione e fare un investimento anche per pochissimi euro. Attenzione, però, che su importi piccolissimi le commissioni bancarie rischiano di pesare molto e portarsi via tutti i possibili guadagni.
@Giuseppe La tassazione del dividendo avviene sia quando è pagato in contanti, sia quando è pagato in azioni. La scelta dipende dal consiglio sul titolo e dall’equilibro del portafoglio. Sulle azioni PostNL (1,60 euro; Isin NL0009739416) il consiglio è mantieni, quindi consigliamo di chiedere il dividendo in contanti.
@Vincenzo Non tutte le banche offrono la stessa “ampiezza” di titoli acquistabili online. Se la tua banca non offre online il titolo che ti interessa, puoi provare a fare l’acquisto tramite telefono, consulente finanziario o sportello (dipende dai canali offerti dalla banca): le commissioni saranno più salate. Oppure, cambia banca.
Prezzi e valutazioni alla chiusura del 27/4/23
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