La settimana delle Borse: con la testa affollata di pensieri

Borse in tensione
Borse in tensione
Alcuni dati sull’andamento dell’economia sono all’origine del nervosismo dei mercati.
In particolar modo, negli Usa sia i dati sull’andamento del settore manifatturiero, sia quelli sul settore dei servizi hanno mostrato un ulteriore rallentamento. Anche le indicazioni dal mercato del lavoro non sono state particolarmente rassicuranti. Segnali non sempre brillanti anche dalla Cina, con la crescita dell’attività industriale che si è indebolita a marzo. A rasserenare un po’ il quadro ci sono stati i dati sulle esportazioni della Germania e sugli ordini alle industrie tedesche, entrambi migliori delle attese, ma nel complesso i timori di un rallentamento economico – o addirittura di una recessione per quanto riguarda gli Stati Uniti – sono tornati a far capolino sul mercato.
In passato le Borse avrebbero potuto sperare nel sostegno da parte delle Banche centrali, in termini di basso costo del denaro, ma i dubbi sul fatto che le Autorità monetarie abbiano in questa situazione un po’ le mani legate sono stati rafforzati dal brusco rialzo del prezzo del petrolio – quello di qualità brent alla chiusura del 6 aprile viaggiava intorno agli 85 dollari al barile, in rialzo del 6,8% rispetto alla settimana precedente – determinato dalla decisione a sorpresa di alcuni importanti Paesi di ridurre l’attività estrattiva. Il timore è che l’inflazione resti elevata e che, quindi, le Banche centrali continuino con un rialzo dei tassi d’interesse che rischia di rallentare ancora di più l’economia.
Le azioni del settore petrolifero hanno chiuso la settimana con un rialzo medio del 2,4%. Tra i titoli del settore spicca il +4,9% del colosso americano Exxon Mobil (115,05 Usd; Isin US30231G1022): i vertici hanno ribadito la fiducia nel piano di transazione energetica e nella redditività – nel lungo termine – delle attività a basse emissioni di carbonio. Mantieni.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro): Australia: +0,6%; -0,4%, Canada: +0,8%; +0,7%, Cina: -0,2%; -0,7%,Corea: -0,7%; -2,5%, Giappone: -2%; -1,6%, Indonesia: invariata; invariata, Messico: -1,3%; -2,8%, Regno Unito: +1,4%; +1,5%, Svezia: -1,8%; -2,8%, Stati Uniti: -0,1%; -0,6%, Svizzera: +1,1%; +1,6%.
Tra i rischi di un rallentamento dell’economia – che in parole povere significa minore ricchezza a disposizione di famiglie e imprese – e la prospettiva di un ulteriore rialzo dei prezzi dei carburanti, il settore auto è stato tra quelli che maggiormente ha pagato dazio in settimana, archiviando un calo del 4,7%.
Nel settore, particolarmente rilevante il calo del 10,8% delle azioni Tesla (185,06 Usd; Isin US88160R1014): la società ha rivelato dei dati sulle consegne di auto nel corso del primo trimestre dell’anno che, pur mostrando un’ampia crescita rispetto allo stesso periodo di un anno prima, hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca al mercato, che avrebbe gradito dati ancora migliori sulle vendite di alcuni modelli, visti gli ampi sconti che sono stati praticati rispetto ai prezzi di listino. Le azioni Tesla sono molto ballerine (in rialzo di circa il 50% dall’inizio del 2023, ma in calo di circa il 47% rispetto a un anno fa), ma se le hai puoi mantenerle.
Male anche il settore mezzi “pesanti”: le azioni Paccar (68,49 Usd; Isin US6937181088), per esempio, hanno perso il 6,4%. Che i rischi di un rallentamento economico negli Usa potessero influenzare negativamente l’andamento di queste azioni era stato già messo in conto nella nostra analisi pubblicata sul n° 1504: restiamo, comunque, ottimisti per il lungo periodo. Acquista.
Il settore farmaceutico è uno di quelli che meno risente degli alti e bassi dell’andamento economico. Non sorprende, dunque, che in una settimana in cui sono tornati a spirare venti di recessione, abbia archiviato un rialzo del 3,6%. In particolar modo il mercato ha premiato (+5,2%) le azioni Roche GS (274,5 Chf; Isin CH0012032048), ma, secondo noi, sono ancora convenienti. Acquista.
Settimana negativa anche per il settore tecnologico: in particolare, c’è stato un calo del 3,2% delle azioni delle società che realizzano microchip. Duplice la motivazione.
Da un lato, hanno impattato i timori di una rinnovata tensione tra Cina e Stati Uniti (con veti e divieti incrociati) proprio nell’ambito della produzione dei semiconduttori.
Dall’altro, ha pesato il -4,2% delle azioni Texas Instruments (178,12 Usd; Isin US8825081040) penalizzate dal mercato, a nostro parere, non tanto per l’insediamento di nuovi vertici – in carica dal 1° aprile non dovrebbero modificare la strategia di successo degli ultimi anni del gruppo – quanto per la maggiore esposizione al mercato dei microchip per il settore automobilistico rispetto a quello dell’elettronica di consumo – i chip destinati principalmente ai settori industriale e automobilistico pesano per il 65% dei ricavi del gruppo. Si tratta, però, di segmenti molto redditizi e quindi, pur attendendoci utili in calo in questi mesi, crediamo che le prospettive di medio-lungo periodo restino correttamente valutate. Se hai queste azioni, puoi mantenerle.
Virgin orbit in chapter 11
La società Virgin Orbit (0,2 Usd; Isin US92771A1016) fa lanciatori per satelliti spaziali e ha dovuto ricorrere al Chapter11 – una sorta di concordato preventivo. Non è ancora un fallimento, ma la situazione è difficile. Non erano azioni che avevamo suggerito (vedi n° 1422): restane alla larga. Invece, avevamo suggerito le Virgin Galactic (3,15 Usd; Isin US92766K1060), società che dovrebbe realizzare viaggi spaziali. La società è ancora operativa e il lancio commerciale è previsto entro giugno, ma ci sono stati innumerevoli ritardi e se dovessero essercene anche questa volta, non possiamo escludere una fine simile a quella di Virgin Orbit. Come già detto (vedi n° 1490 e 1461) ormai la scommessa è persa e i rischi son troppo elevati: liberati definitivamente di queste azioni.
Andamento incerto nel settore bancario: a mettere sotto pressione i titoli americani (-2% di media) ci sono state le parole dei vertici della banca d’affari JP Morgan, secondo cui la crisi del settore (ricordiamo che nel mese di marzo ci sono stati fallimenti eccellenti) non è finita e ci saranno ripercussioni possibili per anni.
Andamento opposto, invece, per le azioni delle banche europee (+1,9%) nonostante il -0,4% registrato dalle azioni Intesa Sanpaolo (2,36 euro; Isin IT0000072618) nella settimana della fine del piano d’acquisto d’azioni proprie da 1,7 miliardi di euro. Vendi le azioni Intesa Sanpaolo e in generale non investire ora sul settore bancario.
@Alessandro Il bonus commissionale di 75 euro è riservato unicamente ai soci di Altroconsumo Investi che non hanno aperto in passato un conto con Directa e lo aprono entro il 30 giugno 2023. Se sei nostro socio e avevi aperto già il conto con Directa prima del novembre 2022 non hai diritto a questo bonus commissionale.
@Gabriele A determinare le tue scelte d’investimento dovrebbero essere, in prima battuta, le nostre strategie d’investimento. Al momento le azioni europee ed italiane non sono previste da queste ultime: quelle che trovi consigliate alle pagine 7-10 possono rientrare nel tuo portafoglio solo nella forma di un piccolo fuori menù.
@Renato Xetra è uno dei circuiti ufficiali della Borsa di Francoforte: su Xetra puoi dunque acquistare tranquillamente azioni tedesche. Sconsigliamo, invece, di acquistare azioni di società non tedesche su questo listino – in passato abbiamo assistito al ritiro dagli scambi senza che venisse dato alcun preavviso agli azionisti.
Variazioni e prezzi di riferimento al 6/4/23
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