Ottimismo, ma con qualche linea d’ombra
Diversi i motivi che hanno sostenuto l’andamento delle Borse mondiali nell’ultima settimana di marzo: dalle previsioni ottimistiche della Banca centrale europea, che ha ridotto le stime sull’inflazione alla fine del 2023 e ha rialzato le previsioni di crescita economica, ai dati migliori delle attese sull’andamento dell’attività manifatturiera e dei servizi in Cina, il tutto passando per le rassicurazioni delle Autorità sulla forza del sistema bancario sulle due sponde dell’Atlantico. L’ottimismo ha permesso ai listini di recuperare le perdite delle settimane precedenti e di chiudere su valori, in alcuni casi, persino superiori a quelli della prima chiusura di marzo (venerdì 3 marzo) – New York, per esempio, rispetto ad allora è salita dell’1,6% nonostante tutto quello che è accaduto in termini di fallimenti bancari. Due le riflessioni che possiamo fare alla luce di quanto accaduto. La prima è che, come spesso ti abbiamo raccontato su queste pagine, il tempo può essere un alleato formidabile per gli investimenti. Le oscillazioni al ribasso, anche pesanti, fanno parte della dinamica delle Borse: con un po’ di pazienza e un portafoglio ben diversificato puoi affrontare anche le mareggiate più difficili. La seconda è che, comunque, alcuni elementi di preoccupazione sulla tenuta dell’economia globale permangono: l’ulteriore revisione al ribasso del dato sulla crescita economica degli Stati Uniti nell’ultimo trimestre del 2022 dimostra quanto le famiglie abbiano già iniziato a tirare la cinghia con le spese, mentre il calo dell’inflazione in Europa è per lo più legato alle componenti energetiche (vedi pagina 11), ma al netto di queste i prezzi continuano a salire – e anche questo non lascia ben sperare. Per queste ragioni, non modifichiamo le nostre strategie d’investimento.
Il rimbalzo del settore bancario…
Il rimbalzo dell’ultima settimana è stato determinato dalla risalita dei titoli del settore bancario: +3,7% per quelli americani, +5,4% per quelli europei. In particolare, a trascinare questi ultimi c’è stato in primo luogo il +11,8% delle azioni UBS (19,29 franchi svizzeri; Isin CH0244767585): il gruppo, per gestire la fusione e l’integrazione con il Credit Suisse ha richiamato il suo vecchio capitano che, nel suo mandato precedente terminato nel 2020, aveva ristrutturato con successo le attività di banca d’investimento di UBS. Il mercato ha apprezzato “l’usato sicuro”, ma il compito che l’attende è arduo. Limitati, al più, a mantenere le azioni UBS. In seconda battuta c’è stato il +7,3% di Unicredit (17,41 euro; Isin IT0005239360) dopo il via libera da parte della Banca centrale europea al piano di riacquisto di azioni proprie. Si è trattato di un segnale di fiducia sulla liquidità a disposizione della banca che ha rasserenato i mercati: sulla solidità di Unicredit non avevamo dubbi, siamo, invece, più perplessi sulle prospettive dell’investimento azionario, complice lo scenario di crescita economica ancora incerto e uno scenario normativo che potrebbe riservare sorprese – la maggioranza parlamentare italiana potrebbe lavorare a una nuova legge per separare le attività “tradizionali” bancarie da quelle d’investimento. Per questo, il consiglio sulle azioni Unicredit non cambia: vendi.
Il rialzo settimanale non basta a raddrizzare un bilancio che, dal 3 marzo, resta negativo per il settore bancario: in particolare, le azioni delle banche europee hanno lasciato sul terreno il 9,6% nell’ultimo mese. Nel complesso è un settore su cui non ti consigliamo ora di puntare – vedi il rischio di inasprimento delle normative anche negli Usa per le banche piccole e medie.
… e la forza del settore tecnologico
A sostenere il mercato c’è stato anche il settore tecnologico, in particolare da parte delle società che realizzano microchip: le azioni di queste ultime hanno chiuso l’ultima settimana con un guadagno medio del 2,6% e hanno portato così il loro bilancio complessivo dal 3 marzo all’8,4%. A sostenerle diversi annunci rassicuranti sulla tenuta della domanda di chip in diversi segmenti di mercato. In particolare, le azioni Intel (32,67 Usd; Isin US4581401001) sono risalite dell’11,3% dopo che la società ha rassicurato il mercato annunciando che i suoi nuovi processori Sierra Forest, che puntano molto sull’efficienza energetica e sono destinati al redditizio mercato dei server informatici, saranno commercializzati prima di quanto inizialmente previsto. Puoi mantenere le azioni Intel che hai già in portafoglio.
Il blocco di ChapGPT da parte del Garante in Italia non rappresenta, al momento, una minaccia tale da portarci a modificare il nostro consiglio sulle azioni Microsoft (288,30 Usd; Isin US5949181045) che, nel frattempo, continua a investire anche nello sviluppo del metaverso (vedi ulteriore via libera all’acquisizione di Activision Blizzard). Le azioni Microsoft hanno chiuso a +2,8%. Acquista.
Gli altri settori
Tra gli altri settori, +2,4% per il farmaceutico, trascinato dal +9,7% delle azioni Novartis (83,76 franchi svizzeri; Isin CH0012005267): il colosso svizzero ha annunciato buoni risultati dai test di fase avanzata sull’efficacia di un suo trattamento. Nel settore automobilistico (in rialzo medio del 5,7%) da segnalare il +5,9% delle azioni Umicore (31,21 euro; Isin BE0974320526): il gruppo ha acquisito una quota di minoranza nella start-up statunitense Blue Current, attiva nelle batterie allo stato solido, una tecnologia del futuro per i veicoli elettrici (maggiore densità energetica e maggiore sicurezza rispetto a quelle attuali). Mantieni le azioni Umicore.
Rimbalzo del 6% del prezzo del greggio (brent) sulla prospettiva di minori forniture sul mercato. Il settore petrolifero ha archiviato un rialzo settimanale del 3%.