Eurovision 2023: chi vincerà?

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Un ritorno a Milano…
Tra le società che si occupano di scommesse e operano in generale nel settore del gioco d’azzardo c’è l’italiana Lottomatica (7,99 euro; Isin IT0005541336), tornata a maggio in Borsa a Milano dopo diversi anni. Lo sbarco in Borsa, in realtà, non è stato proprio in successo: le azioni sono state collocate (solo a investitori istituzionali) a 9 euro per azione e hanno chiuso il primo giorno di contrattazioni a 8,2 euro per azione. Poi hanno tentato un recupero, ma al momento di questa analisi sono sui minimi: acquistarle ora? Secondo noi, no. Se è vero che il gruppo opera in un mercato, come quello italiano, che ha prospettive di crescita a doppia cifra, soprattutto per quanto riguarda il segmento del gioco e delle scommesse via internet, è anche vero che comunque, ai prezzi attuali, tali prospettive sono già scontate dai prezzi di Borsa. Pur stimando utili in crescita di oltre il 60% nel 2023 – e comunque a doppia cifra anche nel 2024 – gli indicatori di convenienza del titolo non sono particolarmente interessanti – per esempio, il rapporto tra prezzo di Borsa e utile atteso al 2024 è pari a circa 14 per Lottomatica contro il 15,4 di IGT (vedi paragrafo seguente), società le cui azioni sono, a nostro parere, care. Inoltre, nonostante lo sbarco in Borsa sia servito a riequilibrare una situazione debitoria pesante (alla fine del 2022 i debiti, al netto della liquidità in cassa, erano quasi 33 volte il patrimonio netto del gruppo), il peso degli oneri finanziari rischia di continuare a gravare a breve/medio termine sulla redditività del gruppo (nel 2022 gli oneri finanziari si erano mangiati circa il 27% dell’utile industriale del gruppo). Sconsigliamo di acquistare le azioni Lottomatica.
Lottomatica nasce italiana, poi nel 2006 completa l’acquisizione e la fusione con l’americana GTech e assume questo nome. Nel 2015 acquista la società americana IGT, si fonde, assume questo nome e abbandona la Borsa di Milano. Alla fine del 2020 la società Gamenet si accorda per rilevare le attività italiane di IGT (quelle della originaria Lottomatica) e nel maggio 2021 Gamenet completa l’acquisizione, assumendo il nome di Lottomatica. Questa è la società che è tornata in Borsa a Milano. Le azioni collocate sono arrivate in parte da un aumento di capitale, in parte dalla vendita degli azionisti.
… e un addio agli Usa
Dicevamo che Lottomatica è tornata “a casa” dopo tanti anni in cui aveva vissuto all’interno del gruppo IGT (26,22 Usd; Isin GB00BVG7F061), un colosso del settore soprattutto per quanto riguarda il mercato nordamericano e la fornitura di infrastruttura tecnologica per gli operatori di lotterie. IGT ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi che hanno toccato il +20% nella attività di scommesse online, ma che hanno visto una contrazione nelle attività legate alle lotterie, limitando il progresso complessivo del giro d’affari al 3% (a cambi costanti) contro il +8% di tutto il 2022. L’utile trimestrale si è più che dimezzato rispetto al primo trimestre del 2022 per effetto di impatti negativi dei tassi di cambio. Nel complesso il gruppo ha confermato le stime sui risultati complessivi del 2023 e anche noi non abbiamo modificato sostanzialmente le nostre stime. Come detto nel paragrafo precedente le riteniamo azioni care e consigliamo di venderle. Non saranno da noi più costantemente seguite.
Alla fine del primo trimestre 2023 IGT ha un debito netto che è pari a 3,6 volte il patrimonio netto del gruppo. È tanto. Lottomatica non ha presentato un bilancio completo per il primo trimestre del 2023, ma secondo le nostre stime il rapporto tra debito netto e patrimonio netto del gruppo dovrebbe essere intorno a 3.
Per far fronte alla concorrenza, negli ultimi anni si è assistito a un progressivo fenomeno di “concentrazione” nel settore: per esempio, le azioni William Hill (di cui abbiamo parlato in passato) non esistono più in quanto la società è stata rilevata dal gruppo americano Caesars Entertainment (43,6 Usd, Isin US12769G1004; hotel e casinò, non acquistare).
Un settore con alcune criticità…
Allargando lo sguardo al settore nel suo complesso, notiamo alcuni fattori criticità. Se alcuni Paesi si stanno progressivamente aprendo alla liberalizzazione del settore delle scommesse, in altri Paesi più “maturi”, come quelli europei, il rischio di una regolamentazione/tassazione penalizzante grava sulle prospettive di queste società – vedi il recente divieto alle sponsorizzazioni in Olanda. Inoltre, si tratta di un settore particolarmente sensibile all’alternarsi dei cicli economici – e questo in un momento in cui ci sono timori di recessione non è il massimo. Infine, nel complesso le azioni delle società del settore hanno indicatori di convenienza peggiori di quelli medi delle altre azioni mondiali, fattore solo parzialmente giustificabile con il contenuto sempre più tecnologico di queste società - tradizionalmente i titoli del settore tecnologico hanno indicatori di convenienza più elevati di quelli medi mondiali, ma che si giustificano con prospettive di crescita rilevanti. In questo caso, complici i rischi suddetti, le prospettive non sono tali da rendere i prezzi attuali giustificabili: quindi sconsigliamo in generale di investire sul settore.
… ma con una stella nordica
Abbiamo, però, scovato una società del settore che vale una scommessa. Si chiama Betsson (122,8 sek; Isin SE0018535684) e ha chiuso un primo trimestre stellare: i ricavi sono cresciuti a un ritmo del 30% rispetto a un anno prima (ben superiore a quello di altre società commentate in questa analisi) e l’utile netto è salito del 75%. Il gruppo, pur avendo una solida base nei Paesi nordici, sta puntando su mercati – come l’Est Europa e il Sud America – che dovrebbero offrire tassi di crescita superiori a quelli medi del mercato delle scommesse. Inoltre, nonostante le buone prospettive, gli indicatori di convenienza sono tra i più bassi di mercato – il rapporto tra prezzo e utile atteso al 2024 è di 9,5 contro i valori di 14/15 visti per altre società – e il gruppo praticamente non ha debiti (coperti dall’ampia liquidità). Insomma, gli indicatori di convenienza sono buoni, la qualità dei bilanci è buona e l’azione sembra avere il vento in poppa. Nonostante la recente corsa, secondo noi merita ancora una scommessa. Attenzione: è molto rischiosa e non adatta a risparmiatori prudenti. Come detto, molto del successo dipende dall’espansione in Paesi “emergenti”: qualsiasi ritardo nella progressiva liberalizzazione del mercato in Sud America o un peggioramento delle condizioni economiche in Europa dell’Est potrebbero affossare il titolo (valore che può più che dimezzarsi).
Purtroppo, le azioni Betsson sono quotate praticamente solo sulla Borsa di Stoccolma – esistono delle quotazioni, in euro, anche su Francoforte, ma gli scambi sono risicatissimi e sconsigliamo di acquistarle su questo mercato. Accedere alla Borsa di Stoccolma tramite i servizi di trading online non è semplice: lo consente BG Saxo, ma non molti altri. Se non puoi fare l’acquisto online, valuta di fare l’operazione al telefono, ma verifica le commissioni: se sono troppe salate rispetto all’entità del tuo investimento, che deve essere comunque limitata visto che si tratta di una scommessa, desisti.
Ancora terreno da recuperare
Nonostante le azioni Betsson (linea blu; base 100) abbiano recuperato molto terreno nel corso degli scorsi mesi, il loro bilancio, in euro e dividendi inclusi, resta ancora negativo rispetto ai valori d’inizio 2016 e peggiore rispetto al bilancio medio delle altre azioni del settore delle scommesse (linea verde) e di un altro colosso del settore come IGT (linea arancio). Secondo noi, si può scommettere sul fatto che il recupero possa continuare. I dati utilizzati nel grafico, così come quelli forniti (ove disponibili e non diversamente indicato) per l’analisi del settore, sono forniti da Refinitiv Datastream.
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