La settimana delle Borse: il bicchiere mezzo pieno

Borse in settimana
Borse in settimana
Diverse notizie in settimana hanno gettato ombre sulla crescita economica globale. Primo: l’indice sulle vendite al dettaglio in Cina ha registrato un progresso a doppia cifra, ma inferiore al previsto, mentre l’indice sulla produzione industriale è salito solo la metà di quanto ci si attendeva. Secondo: anche dagli Usa non sono arrivati dati troppo rassicuranti, con l’indice che misura l’andamento dell’attività manifatturiera nello Stato di New York tracollato a causa del raffreddamento improvviso degli ordini. In tutto questo, le Banche centrali potrebbero comunque non “mollare” la presa e mantenere i tassi d’interesse elevati ancora a lungo – in settimana ci sono stati i dati sull’inflazione in Europa che hanno mostrato addirittura una lieve accelerazione, mentre negli Usa alcuni membri della Banca centrale hanno detto di non prevedere un taglio dei tassi d’interesse nel 2023 nemmeno in caso di recessione. Ciò nonostante, le Borse hanno mantenuto un andamento positivo per due ragioni. Primo: ulteriori notizie rassicuranti dal mondo societario. Secondo: le speranze di un accordo per innalzare il tetto al debito Usa ed evitare un incredibile “fallimento” degli Usa. Tenuto conto di tutto questo, per il momento non modifichiamo le nostre strategie d’investimento.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +0,3%; +1,1%; Canada: -0,6%; +0,3%; Cina: -0,2%; +0,6%; Corea: +2,5%; +3,9%; Giappone: +4,8%; +3,1%; Indonesia: +0,5%; invariata; Messico: -1,2%; -1%; Regno Unito: invariata; +0,5%; Svezia: +2,3%; +1,4%; Stati Uniti: +1,7%; +2,4%; Svizzera: +0,1%; +0,2%
A ridare spinta alle azioni bancarie americane (+4,6%) sono state le notizie arrivate da alcune banche regionali: in particolare, la Western Alliance (34,32 Usd; Isin US9576381092), presente soprattutto in Arizona e California, ha dichiarato che dalla fine del primo trimestre al 12 maggio non solo non c’è stata una fuga dei depositi, ma questi ultimi sono persino saliti di 2 miliardi di dollari. La notizia ha rasserenato gli animi e le azioni sono salite del 25% in settimana (ancora -42% da inizio anno). Il peggio, però, potrebbe non essere alle spalle – i vertici del Tesoro Usa avrebbero allertato colossi bancari della necessità di ulteriori interventi: restane alla larga. Meno brillante l’andamento delle azioni bancarie in Europa (+0,2%), condizionate dal -1,6% di BBVA (6,49 euro; Isin ES0113211835): il gruppo è tra i più esposti in Turchia e l’esito incerto della tornata elettorale – si temono disordini dopo il ballottaggio – ha pesato sull’andamento delle azioni. La situazione in Messico, mercato particolarmente rilevante per il gruppo, sembra però buona e non vediamo per ora motivi per cambiare il nostro consiglio su queste azioni: mantieni.
Sembra sempre più probabile l’introduzione di una tassazione “extra” per le banche italiane se non dovessero alzare la remunerazione dei conti correnti e dei conti deposito. Ulteriore elemento di incertezza che ci porta a confermarti il nostro consiglio di non avere azioni delle banche italiane.
Protagoniste della settimana – ma non necessariamente in positivo – sono state le azioni del settore della telefonia (-0,7%).
Particolarmente negativo il bilancio delle Vodafone (83,09 pence; Isin GB00BH4HKS39), che hanno perso il 7,5%. Per l’anno fiscale terminato a marzo 2023 il gruppo ha pubblicato risultati inferiori alle aspettative (l’utile per azione è salito, ma grazie a introiti straordinari legati alle cessioni). Vodafone sta affrontando delle difficoltà in diversi mercati – in particolare, in Germania (30% dei ricavi del gruppo) c’è stato un calo del risultato operativo di circa il 6%, mentre in Spagna è in corso una revisione strategica che potrebbe portare il gruppo ad uscire da tale Paese – ed è stata decisa una riduzione di oltre il 10% del personale entro tre anni. Va detto, però, che l’indebitamento è tornato a un livello più ragionevole (bene per il dividendo generoso). Il gruppo conta di mantenere un risultato operativo stabile nel 2023/24. Noi abbiamo ridotto le stime sull’utile per azione a 6,3 pence nel 2023/24 e a 8 pence nel 2024/25, ma confermiamo il consiglio sulle azioni: mantieni.
Nel settore, le azioni Telefónica (3,93 euro; Isin ES0178430E18) hanno recuperato l’1,2% dopo che il gruppo ha chiuso il primo trimestre con un aumento del 5% del fatturato e dell’1% del risultato operativo su base comparabile. Gli obiettivi per il 2023 sono stati confermati – sono in linea con quelli degli altri operatori del settore – così come i dividendi (rendimento generoso). I risultati sono in linea con le attese e confermiamo il nostro consiglio su queste azioni: mantieni.
Continuano solo a galleggiare (-1,1%) le azioni Mondelez (77,06 Usd; Isin US6092071058) dopo lo scatto in seguito a conti trimestrali che hanno mostrato un progresso dei volumi di vendita (+3,2%) nonostante un forte aumento dei prezzi (+16,2%). Il gruppo ha alzato le stime di crescita per il 2023, ma noi non abbiamo modificato le nostre stime sugli utili – il gruppo non potrà alzare i prezzi di vendita all’infinito, soprattutto in caso di recessione. Ai prezzi attuali, le prospettive del titolo ci sembrano ormai sopravvalutate: per questo, consigliamo di vendere e incassare i guadagni - per maggiori dettagli clicca qui.
Che succede alle Atenor?
Le azioni Atenor (32,3 euro; Isin BE0003837540) stanno soffrendo per il momento difficile del settore immobiliare – vedi il rialzo dei tassi d’interesse che pesa sulle compravendite e le difficoltà del concorrente svedese SBB, che ha visto il prezzo delle sue azioni più che dimezzato nell’ultimo mese. Sulla settimana (-17%) hanno pesato anche conti trimestrali peggiori delle attese e le tensioni sul rischio di un aumento di capitale. Per prudenza, modifichiamo il consiglio: limitati a mantenere. Torneremo presto a parlare del titolo.
@Matteo Solitamente all’apertura del conto titoli ti viene fatto firmare il modulo W-8BEN. Non costa nulla e serve a far sì che sui dividendi americani ti venga applicata, dal Fisco Usa, già l’aliquota del 15% (la più bassa) definita dalle convenzioni. Sulla parte rimanente dei dividendi sarà applicato il 26% dal Fisco italiano.
@Osvaldo Sono pochissime le piattaforme di trading che consento di operare online sulla Borsa di Tokyo – in genere bisogna ricorrere a canali tradizionali dove le commissioni possono essere salate. Per ora non abbiamo individuato una singola azione giapponese meritevole dello sforzo: meglio puntare su Tokyo con un Etf.
@Tonino Il diritto a ricevere il dividendo matura il giorno dello stacco (devi avere le azioni quel giorno prima dell’apertura dei mercati). Il pagamento può avvenire anche dopo mesi, ma anche se intanto vendi le azioni ne avrai diritto. Il giorno dello stacco le azioni calano, all’apertura, di un valore pari al dividendo.
Variazioni settimanali su prezzi al 19/05/23
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