Borse con poca voglia di sorridere
Grafico
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Nubi fitte con qualche sparuto raggio di sole
Tre i motivi che hanno messo di cattivo umore le Borse nel corso degli scorsi giorni. Primo: le posizioni sull’innalzamento del tetto al debito negli Usa sono parse ancora distanti e solo verso il finire della settimana è apparsa qualche schiarita – senza accordo politico gli Usa potrebbero dover sospendere alcuni programmi di spesa con ricadute evidenti sulla crescita economica. Secondo: l’allarme lanciato da Pechino sulla diffusione di una nuova variante ha riacceso i timori sull’effettiva forza della ripresa economica del Dragone. Terzo: escludendo le componenti legate all’energia, l’inflazione nel Regno Unito ha mostrato una forza inattesa, attestandosi su valori che non si vedevano da più di 30 anni. Il timore è che la prospettiva di un allentamento sui tassi d’interesse, non solo nel Regno Unito, ma in generale in tutto l’Occidente, sia ulteriormente rimandato. Sul mercato sono così tornati i timori di recessione: del resto, è quello che è emerso dalla Germania, con il Paese che per due trimestri di fila registra una contrazione della ricchezza del Paese. In questo contesto non favorevole, le Borse hanno evitato il tracollo grazie, ancora una volta, alla straordinaria tenuta dei conti societari. Per ora, confermiamo le nostre strategie.
I conti trimestrali che hanno fatto sperare le borse
Nonostante le tensioni tra Stati Uniti e Cina sulla produzione di microchip, è proprio dal settore tecnologico che sono arrivati alcuni spunti di speranza. In particolare, il colosso Nvidia (379,8 Usd; Isin US67066G1040) ha superato nettamente le attese di mercato grazie alla domanda di chip che possano sostenere le attività dell’intelligenza artificiale. Gli indicatori di convenienza del titolo sono, però, fuori giri (rapporto tra prezzo e utile atteso al 2024 – consideralo come il prezzo al chilo delle mele – è di 50 per Nvidia contro il 15 medio delle altre azioni del settore) e al primo intoppo nei risultati il titolo rischia un tracollo vertiginoso. Non acquistare.
Tra le altre società del settore tecnologico che negli scorsi giorni hanno pubblicato buoni risultati c’è Cisco Systems (49,03 Usd; Isin US17275R1023) con ricavi e utile per azione saliti, rispettivamente, del 14% e del 15% (su base comparabile). Se hai le azioni, mantienile. Buone anche le indicazioni che sono giunte da diversi colossi delle vendite al dettaglio: a pagina 6 ti raccontiamo dei conti di VF Corporation (17,45 Usd; Isin US9182041080), che ci danno speranza. Acquista.
La mosca bianca nel settore bancario
I riaffiorati timori sulla recessione non potevano che pesare sul settore bancario – con la crisi economica si concedono meno prestiti e aumentano i rischi che quelli già concessi non vengano onorati. Tra i titoli bancari europei, però, si sono distinte le azioni Mediobanca (10,40 euro; Isin IT0000062957) grazie alla presentazione del nuovo piano strategico dal 2023 (l’anno fiscale del gruppo si chiude a giugno) al 2026. A colpire il mercato, la generosità del gruppo, che negli anni coperti dal piano si aspetta di distribuire agli azionisti ben 2,7 miliardi di dividendi in contanti a cui sommare 1 altro miliardo in termini di acquisti di azioni proprie: un incremento di ben il 70% rispetto al piano precedente. Diversi i modi in cui pensa di mantenere queste promesse: su tutti c’è il rafforzamento delle attività di gestione – in cui il gruppo si attende di crescere al ritmo dell’11% medio annuo grazie a importanti investimenti in termini di assunzioni – e l’ottimizzazione delle risorse di capitale delle attività di consulenza alle imprese. Il gruppo si attende alla fine dell’anno fiscale 2025/2026 un utile per azione di 1,80 euro: secondo noi, si tratta di obiettivi ambiziosi e siamo più prudenti con le nostre stime (utile di 1,60 euro per azione al 2025/2026). Per quanto il rendimento da dividendo sia allettante, i rischi legati sia a possibili ribaltoni nei vertici del gruppo, sia a un contesto economico che sembra peggiorare ci portano a essere prudenti con il consiglio. Vendi.
Per la prima volta i vertici di Mediobanca hanno ventilato l’ipotesi di cessione della partecipazione in Generali (17,96 euro; Isin IT0000062072): le azioni Generali sono scese dopo la notizia, salvo un po’ riprendersi grazie alla presentazione di alcuni dati per il primo trimestre dell’anno che ci hanno rassicurato. Abbiamo solo ritoccato le stime sui risultati del gruppo e consigliamo di mantenere le azioni Generali.
Nel settore farmaceutico si sono difese le azioni Pfizer (37,83 Usd; Isin US7170811035) dopo che il gruppo ha ottenuto dei buoni risultati clinici in uno studio di fase 2 (fase intermedia) per il suo trattamento sperimentale Danuglipron contro il diabete e l’obesità. Se questi buoni risultati clinici saranno confermati anche nella fase 3 (fase finale di sperimentazione), il Danuglipron potrebbe diventare nei prossimi anni uno dei farmaci chiave del gruppo. Confermiamo il consiglio sulle azioni Pfizer: acquista.
Ancora in crisi il settore immobiliare
È continuata la discesa delle azioni Atenor (27,7 euro; Isin BE0003837540) dopo la doccia gelata dai conti trimestrali che ci ha portato a modificare il consiglio (vedi n° 1512). Il gruppo, infatti, non può più rimandare le vendite che aveva già fatto slittare dal 2022. Si trova, così, costretto a vendere progetti immobiliari per 130.000 metri quadri alle attuali condizioni di mercato (ossia con margini inferiori alle attese o addirittura in perdita); vendite necessarie per poter finanziare il resto dei suoi progetti in sviluppo. A questo va aggiunta, ed è forse ciò che ha pesato più sull’andamento del titolo, la decisione di varare un aumento di capitale da concludersi già dopo l’estate – rafforza il gruppo per il futuro, ma nell’immediato significa offrire nuove azioni a “sconto” e questo pesa sul prezzo di mercato – e di rivedere un po’ la politica sui dividendi per il 2022 (vedi risposte alle domande in questa pagina), col rischio che il dividendo a valere sui conti del 2023 (pagabile l’anno prossimo) sia sospeso. Insomma, il 2023 rischia di non essere un anno facile, ma le vendite di immobili in perdita dovrebbero coinvolgere solo 2 o 3 progetti dei 35 in portafoglio e le prospettive di medio-lungo periodo, grazie anche alla ricerca di partner per alcuni nuovi progetti, restano, a nostro parere, positive. Tieni duro e mantieni le azioni (non consigliamo di acquistare, nonostante il calo ulteriore, per le incognite che ancora sono legate al possibile aumento di capitale del gruppo).