Technoprobe “risbarca” in Borsa e conferma le attese

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Il 2 maggio Technoprobe (6,75 euro; Isin IT0005482333) è sbarcata sul listino principale di Milano. Non si tratta, in realtà, di una vera e propria new entry perché la società era già quotata al segmento Euronext Growth delle piccole imprese. Se ci segui, sai anche che questo evento era atteso (ne abbiamo parlato nel n° 1505). Purtroppo, la sua portata è stata sottotono per via di risultati trimestrali non brillanti (ma anch’essi già previsti nel n° 1505). Nel 1° trimestre 2023 i ricavi sono calati del 25% e l’utile industriale (Ebitda) si è quasi dimezzato, pur restando alto in termini percentuali rispetto al fatturato (30%, ma era 43,6% un anno fa). La società si attende che anche il 2° trimestre sia difficile, con ricavi a circa 98 milioni che porterebbero tutto il semestre a ridosso dei 200 milioni di euro di fatturato (furono 250 un anno fa) e una marginalità industriale per 2° trimestre in lieve crescita al 34%. Sul 2023 pesa l’incertezza geopolitica sui semiconduttori (limiti sulle esportazioni tecnologiche in Cina) e il rallentamento della domanda di elettronica di consumo, mentre sembrano andare meglio il settore auto e quello industriale. Technoprobe conta su una ripresa nel 2° semestre. Noi ti confermiamo a 0,22 euro le nostre attese sull’utile per azione 2023 (meno dei 0,246 del 2022, ma più degli 0,197 del 2021). Confermiamo anche le attese di utili per azione a 0,25 euro nel 2024 e 0,31 euro nel 2025. La scommessa sul titolo per noi ci può ancora stare.
Technoprobe produce probe card, dispositivi che servono per testare il funzionamento dei chip mentre vengono prodotti. Come spesso accade nel settore tecnologico, ha multipli (il costo al chilo delle azioni) mediamente sopra le medie di Borsa (per il 2023: 30,7 il rapporto prezzo/utili e 4,7 il rapporto prezzo/valore contabile di Technoprobe), giustificati, però, da bilanci di buona qualità e redditività elevata.
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