Borse a doppia velocità

Grafico
Grafico
La paura e qualche sospiro di sollievo
Nella prima parte della settimana le Borse hanno sofferto per due motivi. Primo: diversi esponenti politici americani sembravano intenzionati a non votare l’innalzamento del tetto al debito Usa – fatto che avrebbe potuto bloccare diversi servizi negli Usa. Secondo: c’era il timore che la ripresa economica cinese, dopo le chiusure pandemiche, potesse non essere forte come sperato. Ad alimentare tali tensioni ci sono stati i dati sull’attività manifatturiera di maggio, scesa ulteriormente da aprile e su valori che mostrano una contrazione e non una crescita – in territorio di espansione, invece, il dato sull’attività dei servizi, ma comunque in modo meno marcato delle attese. Poi, però, nella seconda parte della settimana c’è stato il rovescio della medaglia e le Borse hanno ripreso vigore. L’innalzamento al tetto del debito Usa è stato alla fine approvato e nuovi dati macroeconomici cinesi e americani hanno fatto allontanare un po’ i timori di recessione. A contribuire al ritrovato buonumore ci sono stati anche i dati sull’inflazione in rallentamento in diversi Paesi d’Europa – significa sollievo per le spese di famiglie e imprese – e le dichiarazioni di alcuni membri della Banca centrale americana secondo cui sarebbe auspicabile uno stop al processo di rialzo dei tassi d’interesse. Nel complesso le Borse si sono, dunque, salvate, ma l’umore rischia di restare variabile. Non modifichiamo le nostre strategie d’investimento – vedi www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
Il recupero delle materie prime
Il cambio di passo si è riflesso anche sul settore delle materie prime (+3%), ma non è riuscito a recuperare del tutto il prezzo del petrolio, che è sceso dell’1,1% a circa 76 dollari al barile (qualità brent). Ciò nonostante, complice anche l’attesa per tagli alla produzione da parte di alcune importanti compagnie “statali”, le azioni del settore petrolifero hanno mediamente chiuso la settimana in rialzo dello 0,7%. Non si sono salvate, però, le azioni Shell (26,98 euro; Isin GB00BP6MXD84), calate dell’1,4% dopo la decisione del gruppo di acquisire 12 progetti (per 1,1 gigawatt) nell’energia solare in Spagna, uno dei principali mercati europei per questo tipo di energia. Crediamo che il gruppo possa contare su un bilancio solido e sulla abbondante liquidità generata dalla sua attività per finanziare questa prudente crescita delle rinnovabili: se hai le azioni, mantienile.
In rialzo il settore farmaceutico (+0,7%) grazie al +2% di Pfizer (38,36 Usd; Isin US7170811035). Il suo vaccino contro la bronchite – mercato potenziale di 10 miliardi di Usd nel 2030 – ha ricevuto il via libera dalle Autorità Usa. Questo vaccino dovrebbe essere lanciato sul mercato nel 3° trimestre del 2023, prima dell’inizio dell’inverno. Il gruppo si rafforza in un segmento in cui è già presente: le azioni sono da acquistare.
Settimana drammatica per le azioni svedesi SBB (5,27 sek; Isin SE0009554454), scese del 30% nelle prime 4 sedute su supposti problemi di liquidità, salvo risalire del 53% nell’ultima seduta. Nonostante l’entusiasmo per il cambio al vertice (+82% nelle prime ore di lunedì 5 giugno) i rischi restano alti. Non acquistare. La tensione si è riflessa su tutte le azioni del settore, con Atenor (24,70 euro; Isin BE0003837540) ancora in calo del 10,2%. La flessione pare eccessiva, ma per prudenza limitati a mantenere.
Immobili e banche
A preoccupare il mercato anche le condizioni del mercato immobiliare – le azioni del settore hanno fatto diversi alti e bassi dopo che alcune banche americane hanno lanciato l’allarme su possibili perdite derivanti dai finanziamenti concessi proprio al settore immobiliare. Le azioni delle banche Usa hanno, comunque, chiuso la settimana in rialzo del 2,5%, mentre quelle europee sono salite dello 0,8%. Tra queste si è distinta MPS (2,24 euro; Isin IT0005508921), salita in settimana del 6,8%. Due le ragioni di questo andamento brillante. Il primo è legato alla possibilità di miglioramento del rating di affidabilità da parte dell’agenzia Moody’s. Il secondo è legato alle dichiarazioni dei vertici della banca e del Tesoro sul fatto che Monte Paschi possa finalmente “sposarsi” con qualche altro gruppo bancario, magari dando vita al famoso “terzo polo”. Tutti i maggiori interlocutori italiani – per un approfondimento su Banco BPM vedi pagina 4 – si sono, però, in qualche modo già sfilati e ora anche alcuni interlocutori esteri – vedi le dichiarazioni dei vertici di Crédit Agricole Italia – cominciano a tirarsi fuori dalla partita. L’entusiasmo del mercato sembra, dunque, eccessivo o prematuro: se hai le azioni Monte Paschi, vendile.
Intelligenza artificiale e metaverso
Balzo del settore tecnologico (indice Nasdaq +2%) grazie all’entusiasmo per l’intelligenza artificiale. Meno “di moda”, al momento, la prospettiva del metaverso, ma le azioni Autodesk (204,24 Usd; Isin US0527691069), società di progettazione di software che potrebbe trarre vantaggio dai mondi virtuali, sono comunque salite del 2,7%. Il gruppo ha archiviato il primo trimestre 2023/24 (l’anno fiscale chiude il 31/01) con risultati in linea con le aspettative – aumento dei ricavi e degli utili per azione entrambi dell’8%. Il gruppo ha confermato gli obiettivi per il 2023/24, rivedendo solo un po’ al rialzo quello per gli utili per azione. Il mercato è parso temere un po’ la contrazione degli ordini per la crisi del mercato edilizio negli Usa e in Europa, ma il gruppo può gestire tale prospettiva e prevede un fatturato in aumento tra il 7% e il 9% nel 2023/24 (+14% nel 2022/23), prima di ritornare a crescite annuali dell’ordine del 10-15% nei prossimi anni. Abbiamo rivisto un po’ al rialzo le nostre stime sugli utili per azione a 3,85 Usd per il 2023/24 e a 4,70 Usd per il 2024/25. Confermiamo il consiglio: acquista.
Nel settore tecnologico bel rialzo dell’8% per le azioni Intel (31,31 Usd; Isin US4581401001): i vertici stimano ora per il 2° trimestre ricavi compresi tra 12 e 12,5 miliardi di dollari e non più tra 11,5 e 12,5 miliardi. Inoltre, Intel dovrebbe beneficiare della forte domanda di prodotti per l’intelligenza artificiale – potrebbe fornire a Nvidia alcuni chip grafici. Le incertezze sulle prospettive di utili del gruppo, al centro di un cambiamento strategico, ci inducono tuttavia alla prudenza. Limitati a mantenere le azioni Intel.
Attendi, stiamo caricando il contenuto