Prezzo al momento dell'analisi (27/07/2023): 13,73 euro
Consiglio: mantieni
Nel secondo trimestre del 2023 i conti del gruppo Eni hanno decisamente inserito la retromarcia, con un utile ante imposte in contrazione del 41% e un utile netto in flessione del 49% (considerando tutto il semestre, il calo dell’utile lordo e dell’utile netto è rispettivamente del 24% e del 32%). Nonostante si tratti di numeri tutt’altro che trascurabili, il titolo non ha reagito in maniera particolare, perché il mercato era già preparato a questo scenario: l’andamento dei prezzi delle materie prime, totalmente differente nel 2022 e nel 2023, faceva già presagire il ridimensionamento del bilancio. Anzi, contando il calo del 30% del prezzo del brent e i prezzi del gas naturale e i margini di raffinazione in riduzione di oltre il 60% nel secondo trimestre, il mercato si aspettava addirittura peggio. Non c’è insomma da festeggiare, ma neanche da preoccuparsi più di tanto, contando anche i segnali positivi arrivati da alcuni comparti: la resilienza del settore Esplorazione e produzione, l’utile operativo di 1,1 miliardi del settore gas e gas naturale liquefatto (era in pareggio nell’anno precedente) e la crescita dei conti di Plenitude. Per l’intero 2023 stimiamo un utile di 2,48 euro per azione. Quanto ai due anni successivi, abbiamo solo ritoccato al rialzo le nostre stime sull’utile: da 2,32 a 2,35 euro per azione per il 2024, da 2,15 a 2,18 euro per azione per il 2025. Confermiamo il nostro consiglio.