Prezzo al momento dell'analisi (27/07/2023): 1.405,60 pence
Consiglio: mantieni
L'azienda farmaceutica inglese GSK (Isin GB00BN7SWP63) ha pubblicato un aumento del fatturato (esclusi gli effetti valutari) del 4% nel 2° trimestre (-2% nel 1° semestre), risultati penalizzati dal forte calo della domanda per la sua cura contro il Covid Xevudy. Non è sorprendente, visto che, con la fine della pandemia, il gruppo non prevede vendite significative per Xevudy nel 2023. Più rassicurante la crescita dell'11% del resto del portafoglio prodotti, compresi i trattamenti per l'HIV (+12%) e i vaccini (+18%). Sulla base di questi dati, il laboratorio rivede al rialzo le sue prospettive. Anche noi aumentiamo le nostre previsioni sugli utili per azione da 131 a 141 pence per il 2023 e da 141 a 150 pence per il 2024. Nel secondo trimestre, da notare anche le approvazioni americane ed europee del suo vaccino Arexvy contro l'RSV (virus respiratorio sinciziale) per le persone di età superiore ai 60 anni. Un mercato promettente, anche se GSK non è sola, sapendo che questa malattia è costosa per i sistemi sanitari. Per quanto riguarda il caso Zantac, un vecchio trattamento ritirato dal mercato nel 2019 perché sospettato di essere cancerogeno, GSK ha raggiunto un accordo amichevole con un querelante, ma diverse migliaia di controversie sono ancora pendenti.