La settimana delle Borse

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Un’economia più forte del previsto
Sebbene nel corso della settimana i vertici delle principali Banche centrali abbiano ribadito la necessità di continuare a combattere l’inflazione con il rialzo dei tassi d’interesse, le Borse non si sono scomposte, anzi si sono ben comportate. Come mai? In primo luogo, le dichiarazioni dei vertici delle Banche centrali hanno ricalcato quello che il mercato aveva già dovuto digerire nei giorni scorsi: la mancanza di ulteriori sorprese negative ha fatto piacere al mercato. Il motivo principale è, però, che l’economia globale sembra riuscire comunque a reggere allo scenario di rialzo dei tassi d’interesse. Negli Usa, i dati sugli ordini di beni durevoli (indice della salute dell’industria americana), sulle vendite di case nuove e sulla fiducia dei consumatori sono stati tutti positivi e superiori alle attese. Ma non solo: in Europa, la Banca centrale tedesca ha dichiarato che, con la fine della primavera, il periodo più difficile per l’economia teutonica dovrebbe essere alle spalle, mentre in Cina le autorità hanno rassicurato sul fatto che la crescita economica del secondo trimestre sia stata migliore che nel primo e hanno rassicurato sugli obiettivi di crescita per tutto il 2023. Certo, non è tutto rose e fiori – la fiducia delle imprese in Germania è in calo e anche i dati sugli utili industriali cinesi hanno riservato sorprese negative – ma i mercati sono comunque riusciti a ritrovare ottimismo. Le Borse hanno chiuso mediamente in attivo la settimana: per sapere su quali e quanto investire visita www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
il punto su Petrolio e materie prime
A dare qualche spunto di ottimismo sulla tenuta dell’economia americana è arrivato anche il dato sulle scorte di petrolio, scese più del previsto. Tutto questo ha ridato ottimismo ai titoli delle materie prime: in generale, le azioni del settore hanno chiuso la settimana con un progresso medio dell’1% mentre il prezzo del greggio (qualità brent) è risalito dello 0,5% – le azioni delle società petrolifere hanno mediamente guadagnato l’1,1%. Il bilancio del settore delle materie prime avrebbe potuto essere migliore se non ci fossero state alcune note stonate, come la prudenza che è stata avanzata, per esempio, da Schnitzer Steel (29,99 Usd; Isin US8068821060): nel 3° trimestre (l’anno fiscale termina il 31/8) ha pubblicato un utile per azione di 0,48 Usd, in miglioramento grazie alla ricostituzione delle scorte da parte di alcuni clienti, ma comunque un po’ sotto le attese. Inoltre, i vertici sono parsi particolarmente prudenti sulle prospettive di utili a breve termine. Abbiamo ridotto le previsioni sui prezzi di vendita e abbassato le stime sull’utile per azione per il 2022/2023 (a 0,7 Usd) e per il 2023/2024 (a 2,1 Usd). Le azioni hanno chiuso la settimana con un calo del 3,8%, ma se le hai in portafoglio, secondo noi, puoi continuare a mantenerle.
Nel settore petrolifero si sono distinte le azioni Saipem (1,28 euro; Isin IT0005495657), salite del 9,7% dopo l’annuncio di due nuovi contratti – uno per attività offshore in Medio Oriente e l’altro per lo sviluppo di droni sottomarini in Brasile – per un valore complessivo di circa 1 miliardo di dollari. È una buona notizia, ma non tale da portarci a cambiare il consiglio sul titolo: vendi.
sospiro di sollievo dalle banche usa
A sostenere un po’ l’umore dei mercati anche la notizia che tutte le principali banche Usa, che sono state sottoposte a “stress test” da parte delle autorità monetarie, hanno dimostrato una buona capacità di resistere a situazioni di mercato difficili – dopo i fallimenti dei mesi scorsi non era un passaggio del tutto scontato. Questo ha permesso alle autorità americane di dare il via libera al pagamento di dividendi e agli acquisti di azioni proprie e così le azioni del settore Usa hanno chiuso in rialzo del 3,7%. In scia, le azioni delle banche europee sono salite del 4,2%: noi, però, preferiamo restare prudenti, complici i primi allarmi arrivati dalla Banca centrale europea sul deterioramento del portafoglio crediti delle banche (aumento di quelli scaduti). Non è un settore su cui ti consigliamo di investire.
Nel settore bancario italiano tornano le voci di possibili operazioni “straordinarie” – da Mediobanca (10,96 euro; Isin IT0000062957) a Mps (2,30 euro; Isin IT0005508921). Per gli investitori prudenti sono azioni da vendere. Solo chi avesse acquistato in passato quote dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (238,76 euro, Isin IE00BYMB4Q22) per scommettere su “matrimoni” tra le banche italiane, si limiti a mantenere le quote che ancora possiede.
Le novità dal settore tecnologico e farmaceutico
Le indiscrezioni sul fatto che gli Stati Uniti potrebbero porre delle restrizioni alle esportazioni di microchip per l’intelligenza artificiale alla Cina non hanno pesato in modo così negativo sul settore tecnologico: l’indice Nasdaq ha comunque chiuso la settimana in progresso del 2,2%. Nel settore, bene le azioni IBM (133,81 euro; Isin US4592001014), salite del 3,4% dopo che il gruppo ha annunciato l’acquisizione dell’editore di software Apptio, specializzato nel campo della gestione degli investimenti relativi al settore tecnologico per grandi imprese. È una buona notizia per il portafoglio di attività di IBM, ma il consiglio non cambia: mantieni. Poco brillante, invece, il settore farmaceutico, (-0,4%) con le Pfizer (36,68 Usd; Isin US7170811035) che hanno ceduto il 4,2% dopo che alcuni test hanno portato la società a sospendere lo sviluppo di un nuovo farmaco contro l’obesità e il diabete, e con le azioni Roche GS (273,5 franchi svizzeri; Isin CH0012032048) che hanno perso l’1,1% nonostante le autorità Usa abbiano negato le autorizzazioni a un farmaco di un concorrente. A nostro parere si tratta di penalizzazioni eccessive: entrambi i titoli sono da acquistare.
Rialzo del 2,3% per il settore automobilistico, trainato dal +8,2% delle azioni Renault (38,58 euro; Isin FR0000131906): il gruppo ha rivisto le proprie stime per il 2023 (soprattutto sul margine industriale) grazie al successo registrato dai nuovi modelli. Anche noi miglioriamo le stime, ma non modifichiamo il consiglio: limitati a mantenere le azioni.
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