La settimana delle Borse: alla ricerca di un equilibrio

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
Negli Stati Uniti il dato sulle buste paga nel settore privato si è attestato su valori nettamente superiori alle attese. Si potrebbe dire che ciò dimostra la tenuta dell’economia a stelle e strisce, ma è stato proprio questo dato a innescare un brusco calo delle Borse. La ragione è presto spiegata: la Banca centrale americana, complice la forza del mercato del lavoro, potrebbe andare avanti con il rialzo dei tassi d’interesse, più di quanto atteso. Fin qui l’economia ha retto, ma lo farò anche con tassi d’interesse ancora più elevati? Questo dubbio spaventa i mercati, visto che i segnali di un possibile rallentamento già ci sono: dagli indici sull’andamento dell’attività manifatturiera proprio negli Usa (in contrazione), a quelli sull’andamento dell’attività dei servizi sia in Cina, sia in Europa (sotto le attese). In questo clima si inquadra l’andamento negativo delle Borse nella prima settimana di luglio. Noi abbiamo deciso di modificare alcune delle nostre strategie d’investimento, rivendendo le Borse su cui vale la pena investire: per conoscere tutti i dettagli clicca qui.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: -2,2%; -2,2%
Canada: -1,9%; -2%
Cina: -1,6%; -2,7%
Corea: -1,5%; -0,9%
Giappone: -2,4%; -1,2%
Indonesia: +0,3%; -1%
Messico: +0,7%; +0,5%
Regno Unito: -3,7%; -3,2%
Svezia: -2,8%; -3,4%
Stati Uniti: -1,2%; -1,5%
Svizzera: -3,6%; -3,4%
A dare ulteriore tensione ai mercati, i contrasti crescenti tra Stati Uniti e Cina sul settore tecnologico. La Cina ha deciso di restringere le esportazioni di materie prime come il gallio e il germanio, essenziali per la produzione di microchip. Questo potrebbe spingere al rialzo i prezzi di tali materie prime, con conseguenze negative in termini di ritardi di produzione e di redditività per diverse società del settore: non per nulla, mediamente, le azioni dei produttori dei semiconduttori hanno chiuso la settimana in calo dell’1,6%. Non tutti gli andamenti però, sono stati negativi nel settore tecnologico: in particolare, si sono distinte le azioni Meta Platforms (290,53 Usd; Isin US30303M1027), salite dell’1,2%. La casa madre di Instagram e Facebook ha lanciato negli Stati Uniti e nel Regno Unito un nuovo social network, Threads, per competere con Twitter. Avrà successo? In passato, le iniziative di Meta per cercare nuove fonti di crescita non sempre sono andate a buon fine. E anche in caso di successo, l’impatto di Threads sui risultati di Meta sarà minimo. Limitati a mantenere le azioni Meta che già hai.
Autogrill: addio Milano
Le azioni Autogrill (6,84 euro; Isin IT0001137345) lasceranno la Borsa di Milano dal 24 luglio. La svizzera Dufry (42,38 Chf, Isin CH0023405456) ha ormai il 96,3% del capitale di Autogrill e procederà con l’acquisto forzato delle azioni che ancora non ha. Attenzione, però: lo farà pagando le azioni Autogrill con azioni Dufry. Non riteniamo le Dufry interessanti, quindi se ancora hai le Autogrill devi venderle in Borsa al più presto (gli scambi di Autogrill saranno sospesi dal 20 luglio incluso).
A sostenere la corsa dell’inflazione potrebbe essere anche il costo dell’energia: l’Arabia Saudita ha deciso di proseguire con il rallentamento delle estrazioni, mentre la Russia ha deciso di tagliare le esportazioni di greggio. In tutto questo, però, la corsa del prezzo del petrolio è stata contenuta dai timori su un calo della domanda di energia per effetto del rallentamento della crescita economica: il petrolio di qualità brent ha registrato un progresso settimanale del 3%. Le azioni del settore petrolifero sono, però, scese dello 0,7%, trascinate dal -3,8% di Exxon Mobil (103,16 Usd; Isin US30231G1022) dopo che il gruppo ha preannunciato un calo dei profitti nel corso del secondo trimestre dell’anno. Per maggiori dettagli sui piani del gruppo vedi pagina 4. Il consiglio sul titolo è mantieni. Bene, invece, nonostante il rialzo del greggio, il settore automobilistico (+2,1%), grazie al +4,8% delle azioni Tesla (274,43 Usd; Isin US88160R1014) dopo aver rivelato dati sulle consegne di auto nel secondo trimestre superiori alle attese. È frutto, però, del taglio dei prezzi di vendita. Mantieni.
Sono state smentite le indiscrezioni secondo cui il gruppo petrolifero spagnolo Repsol (12,75 euro; Isin ES0173516115) starebbe valutando un’offerta per acquistare la spagnola Endesa, società di proprietà dell’Enel (6,10 euro; Isin IT0003128367). Le azioni Repsol hanno chiuso la settimana a -4,4%, Enel a -1,2%. Sono entrambi titoli, al più, da mantenere.
La prospettiva di un rialzo dei tassi d’interesse non aiuta il ramo vita delle assicurazioni (i rendimenti dei titoli di Stato in crescita spingono a riscattare le vecchie polizze) e questo spiega perché il settore assicurativo abbia ripiegato mediamente del 2,2% in settimana. Calo dello 0,9% per le azioni Generali (18,45 euro; Isin IT0000062072) che pure avevano iniziato la settimana con un buon andamento per effetto dell’approvazione della richiesta dell’azionista Delfin di salire fino al 20% del gruppo. Il mercato aveva fantasticato possibili operazioni straordinarie, ma ben presto le speculazioni si sono sgonfiate e hanno prevalso i timori sulla redditività delle compagnie, complice la richiesta del Governo italiano di un impegno concreto da parte delle assicurazioni per la creazione di un fondo di tutela che eviti il verificarsi di nuovi casi Eurovita (significa accantonare soldi che non sarebbero disponibili, per esempio, per pagare dividendi). Limitati a mantenere le azioni Generali. Nel settore, però, ci sono state anche note positive, come il +1,3% di Aegon (4,69 euro; Isin NL0000303709): il gruppo olandese ha annunciato un ingente piano di riacquisto di azioni proprie, per un importo di 1,5 miliardi di euro, ossia pari a circa il 15% del suo valore di Borsa, da completarsi entro la prima metà del 2024, e si aspetta di poter aumentare il dividendo nel 2025. Il gruppo è generoso, ma dato il contesto di mercato restiamo prudenti con il consiglio: mantieni le azioni Aegon.
C’era attesa per il testamento di Silvio Berlusconi, ma come previsto, le disposizioni lasciano poco spazio a riassetti o scalate sulle società principali del gruppo Fininvest. Le azioni MFE B (0,71 euro, Isin NL0015000N09; nuovo nome di Mediaset) e le azioni Mondadori (2,15 euro; Isin IT0001469383) hanno fatto, rispettivamente, in settimana +0,4% e +7,2% (vedi pagina 6). Entrambe queste azioni sono, al più, da mantenere.
@Lamberto Lo storno del dividendo di Atenor (26,2 euro; Isin BE0003837540) che ti era stato accreditato a inizio giugno non è dovuto a un errore della banca, ma a una rimodulazione dello stesso dividendo decisa da Atenor (vedi n° 1513). Il nuovo dividendo è stato messo in pagamento a partire dal 28 giugno. Mantieni.
@Matteo L’imposta di bollo sul valore dei titoli in deposito è commisurata ai giorni di tenuta del deposito e al controvalore di quei titoli al momento dell’invio dell’estratto conto titoli. Se, come di solito accade, il tuo estratto contro titoli è semestrale, avrai pagato al 30 giugno circa lo 0,1% del valore dei titoli in custodia.
@Vittorio Nonostante qualche fiammata, il successo del primo viaggio commerciale non sembra sostenere stabilmente le azioni Virgin Galactic (3,67 Usd; Isin US92766K1060) – viaggiano ancora sotto ai 4 Usd del giorno precedente all’annuncio dell’avvio dei voli commerciali. Come detto sul n° 1506, vendi le azioni.
Variazioni settimanali su prezzi al 7/7/2023
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