Questione di punti di vista
Grafico
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Dati simili, reazioni opposte
Due sono stati i dati che hanno influenzato l’andamento delle Borse in settimana. Il primo, il più atteso, era quello dell’inflazione negli Usa: i dati hanno dimostrato una corsa dei prezzi in rallentamento più del previsto. Questo ha alimentato la speranza che la Banca centrale americana possa rallentare i rialzi dei tassi d’interesse, anche se il rialzo della prossima settimana è quasi scontato (vedi pagina 12): tale prospettiva, abbinata a un mercato del lavoro che dimostra ancora una certa forza, ha lasciato sperare che lo scenario di recessione possa essere evitato da parte degli Stati Uniti. Il secondo dato riguarda sempre la corsa dei prezzi, ma in Cina: anche in questo caso c’è stato un rallentamento più pronunciato del previsto, ma la reazione immediata dei mercati è stata negativa. Abbinato al dato peggiore delle attese su esportazioni e importazioni, infatti, il rallentamento della corsa dei prezzi ha alimentato il timore che la crescita economica del Dragone possa essere molto più debole più del previsto, una situazione che non gioverebbe ai conti di molte società quotate in Borsa. A raddrizzare l’umore, però, c’è stato l’immediato intervento delle Autorità cinesi per cercare di dare stimolo all’economia: infatti, sono state prolungate alcune misure straordinarie per il settore immobiliare fino a tutto il 2024 e ora le attese sono per altre azioni “di stimolo”. Questo ha permesso anche alle azioni cinesi di chiudere positivamente la settimana. Tutto bene, dunque? In realtà restano diverse incognite, dalla situazione economica europea – vedi i dati sul tracollo della fiducia nei confronti dell’economia tedesca – a un avvio della stagione dei conti trimestrali che ha riservato qualche chiaroscuro. Per questa ragione, non modifichiamo le nostre strategie d’investimento (vedi su www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia).
Settore tecnologico: tra gioie e dolori
Tra le società che hanno pubblicato dati che il mercato non ha accolto positivamente ce ne sono alcune del settore tecnologico: in particolare le azioni Ericsson (52,33 corone svedesi; Isin SE0000108656) sono scivolate del 9,9% dopo che il gruppo ha dichiarato una perdita nel secondo trimestre. È frutto di oneri di ristrutturazione non ricorrenti, ma pesa anche il calo delle vendite in Nord America. Le vendite sono, però, balzate del 74% nella zona Sud Est Asiatico, Oceania e India (in tutto il 25% del fatturato) trainate proprio dall’India che ora genera il 14% del fatturato contro il 3% di un anno fa. Il gruppo resta il numero uno nel 5G e i risultati erano attesi: non è il caso di disperare. Manteniamo, però, una certa prudenza in quanto il gruppo ha lasciato intendere che anche il terzo trimestre dovrebbe mostrare una redditività simile al secondo, con la forte ripresa rimandata all’ultima parte dell’anno o al 2024. Stimiamo un utile per azione di 3,4 corone svedesi nel 2023 (incluso un onere di ristrutturazione stimato a 2,1 corone) e di 5,7 corone svedesi nel 2024. Il consiglio resta mantieni. Nel complesso, il settore tecnologico ha chiuso la settimana in progresso di circa il 5%, grazie anche al +6,3% di Meta Platforms (313,41 Usd; Isin US30303M1027), dopo l’annuncio di un numero record di utenti per il nuovo servizio Threads. Riuscirà, però, a monetizzare tale successo? E riuscirà il servizio a sbarcare mai in Europa (bloccato finora per motivazioni legate alla privacy)? Secondo noi, meglio non lasciarsi prendere dall’entusiasmo: al più, mantieni.
Le azioni Microsoft (345,24 Usd; Isin US5949181045) hanno visto il loro guadagnato limitato al 2,4%. Da un lato le autorità Usa hanno dato il via libera all’acquisizione di Activision Blizzard – il Regno Unito ancora si oppone, ma tratterà. L’operazione è piccola (4% del fatturato di Microsoft), ma se chiusa alla svelta permetterà a Microsoft di concentrarsi su altre attività, come l’intelligenza artificiale, dove il gruppo ha dovuto subire l’avvio di un’indagine federale Usa sulla sua ChatGPT – teme che i dati personali degli utenti siano a rischio – e la maggiore diffusione del servizio Bard di Alphabet (vedi dettagli a pagina 4). Non ci spaventiamo e confermiamo il consiglio su Microsoft: acquista.
la buona settimana del settore bancario
Tra coloro che, invece, hanno iniziato a rivelare risultati rassicuranti per il secondo trimestre dell’anno ci sono alcuni grandi gruppi bancari americani: non per nulla le azioni del settore negli Usa hanno chiuso la settimana con un progresso medio del 2,6%. Persino migliore l’andamento delle azioni bancarie nel Vecchio Continente, spinte dal fatto che tutte le banche del Regno Unito che erano state sottoposte a “stress test” hanno superato positivamente l’esame: le banche europee hanno mediamente chiuso la settimana in progresso del 6%. Tra le banche italiane, discreto rialzo (+3,5%) per Banco BPM (4,37 euro; Isin IT0005218380) dopo la notizia di aver avviato e chiuso trattative esclusive con una cordata guidata dal fondo FSI per la cessione delle attività legate alla “monetica” (sistemi per accettazione dei pagamenti digitali). Le cifre che circolano sembrano portare a una buona valorizzazione di tali attività, fatto che ha permesso alle azioni Nexi (7,62 euro; Isin IT0005366767) di reggere (+0,4% alla fine della settimana) – significa che anche le sue attività possono essere ben valorizzate – nonostante la società sia stata esclusa dalla trattativa e abbia, quindi, visto chiudersi questa strada per poter rafforzarsi ulteriormente sul mercato italiano. Le notizie non cambiano il nostro consiglio su entrambi i titoli: vendi le azioni Banco Bpm, mentre, chi sa tollerare meglio i rischi, può pensare a una scommessa sulle azioni Nexi (più dettagli sul n° 1519).
L’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (249,62 euro, Isin IE00BYMB4Q22) è salito del 5,5% in settimana portandosi sui massimi degli ultimi cinque anni. Se avevi acquistato le quote per scommettere su “matrimoni” tra le banche italiane, mantieni quelle che ti sono rimaste senza comprarne altre.
Dividendo iberdrola
Scegli quello in contanti. L’ideale è vendere direttamente a Iberdrola i diritti (Isin ES06445809Q1) al prezzo prefissato di 0,316 euro l’uno (devi dirlo alla banca), altrimenti fallo in Borsa, (ultimo prezzo 0,305 euro). Puoi farlo solo fino al 20 luglio e la tua banca potrebbe chiedere tempi più stretti; se non fai nulla avrai il pagamento in forma di altre azioni Iberdrola (11,32 euro, Isin ES0144580Y14; mantieni).