Le azioni bancarie rimbalzano

Banche
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Nella mattinata del 9 agosto (ore 11; valutazioni, variazioni e prezzi a tale orario) i principali titoli bancari fanno segnare i seguenti rimbalzi: circa +4,5% per le azioni Monte Paschi (2,58 euro; Isin IT0005508921), +4,4% per le Unicredit (22,21 euro; Isin IT0005239360), +4% per le Banca Mediolanum (8,23 euro; Isin IT0004776628), +3,5% per le Banco Bpm (4,14euro; Isin IT0005218380) e +3,3% per le Intesa Sanpaolo (2,41 euro; Isin IT0000072618).
L’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (243,07 euro, Isin IE00BYMB4Q22), che racchiude l’andamento di tutte le principali banche italiane quotate in Borsa, registra un recupero di circa il 3,4%. Sono dei rialzi significativi, ma che in generale non bastano a recuperare le perdite accumulate nel corso della giornata dell’8 agosto (per esempio, le azioni Monte Paschi, avevano chiuso tale giornata con un calo di quasi l’11%).
A cosa sono dovuti questi rimbalzi e perché solo parziali?
La ragione è sempre legata alla decisione del Governo di introdurre una tassazione legata agli extra-profitti realizzati dalle banche per effetto del rialzo dei tassi d’interesse su mutui e prestiti e del non corrispondente rialzo dei tassi d’interesse sui conti correnti e conti deposito della clientela. Dopo che la norma è stata annunciata a sorpresa e di entità consistente (il 40% di tali extra-profitti), il Governo ha iniziato a definire ulteriori limiti al prelievo, dicendo che non potrà superare lo 0,1% delle attività complessive delle banche.
Considerando gli ultimi dati di Banca d’Italia, l’importo della tassa potrebbe, in questo modo, scendere sotto i 3 milioni di euro dell’equivalente tassazione già applicata in Spagna sulle banche iberiche. Come detto nella nostra analisi al momento dell’annuncio, potrebbero esserci ulteriori novità: la norma è prevista in un decreto legge che non solo deve essere ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma che dovrà poi essere convertito in legge dalle Camere dopo 60 giorni dalla pubblicazione.
Attendiamo la definizione della norma, ma l’impatto complessivo della tassa sugli utili delle banche del 2023 potrebbe ora scendere da circa il 20% a poco più del 10% (varia da banca a banca a seconda dell’impatto del cosiddetto “margine da interesse” sul risultato finale). Sicuramente una decurtazione più digeribile – soprattutto considerando che dovrebbe essere una tassazione una tantum – ma comunque tale da poter portare a una limatura nella distribuzione dei dividendi.
Resta valido quanto detto nella nostra analisi al momento dell’annuncio della norma: le prospettive di rendimento a nostro parere al momento non compensano i rischi e la volatilità che caratterizza queste azioni. Rischi non solo di natura regolatoria, ma che riguardano l’evoluzione dello scenario economico, del settore immobiliare e i venti negativi che potrebbero arrivare dagli Stati Uniti – proprio ieri l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il giudizio di affidabilità su diverse banche regionali americane di medie dimensioni, ma ha preannunciato un possibile taglio anche su istituti di più grandi dimensioni, citando la limitata redditività mostrata da alcune banche nel primo semestre, i rischi legati ai portafogli immobiliari di diverse banche Usa e il rischio legato a una possibile recessione negli Stati Uniti.
Consigliamo di non investire sul settore bancario italiano (anzi se hai le azioni citate a inizio analisi, vendile). Solo chi sa tollerare meglio i rischi, mantenga le quote dell’Etp Wisdomtree Ftse mib banks scommettendo su acquisizioni e aggregazioni nel settore bancario italiano nel medio periodo.
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