Azioni Nexi ai minimi storici: che fare

Connessioni
Connessioni
Dopo diversi mesi, a fine luglio è finalmente stato comunicato l’esito del tavolo ministeriale che doveva trovare soluzioni per contenere le commissioni sui pagamenti digitali fino a 30 euro. L’accordo ha prodotto solo un “protocollo d’intenti” per limitare le spese, soprattutto fino a 10 euro. È un passo avanti, ma ci si aspettava di più – molti istituti hanno già avviato iniziative per non far pagare commissioni agli esercenti sui pagamenti fino a 10 euro. Inoltre, si tratta di un accordo limitato nel tempo. Insomma, nulla che l’aumento dei volumi di transazioni digitali non possa compensare. E, infatti, le azioni Nexi (6,63 euro; Isin IT0005366767), il più grande gestore di pagamenti digitali in Italia, non hanno sofferto per l’accordo, anzi a fine luglio si erano portate ai massimi dall’inizio di marzo.
Dalla nostra analisi d’inizio luglio (vedi n° 1519) le azioni Nexi registrano un calo del 12,7% – prima sono salite del 3,7% fino a fine luglio, poi hanno sofferto in agosto.
Nella sola giornata dell’annuncio dei conti trimestrali, le azioni Adyen hanno perso in Borsa poco meno del 40% del loro valore.
Le ragioni del tracollo agostano delle nexi
Poi, però, il vento è cambiato e in agosto le Nexi hanno perso ben il 15,8%. Due i “colpi” principali che ne hanno determinato la discesa. Il primo è arrivato dopo la presentazione dei conti semestrali, che il mercato ha giudicato un po’ deludenti. Il secondo è arrivato dopo la presentazione dei conti semestrali da parte della concorrente olandese Adyen (776,90 euro; Isin NL0012969182): ha annunciato un rallentamento delle attività in Nord America e costi superiori alle attese e le sue azioni sono tracollate in agosto del 54% (non acquistare). A questo aggiungici un mese non brillante per le Borse, legato ai timori sulla crescita economica, per determinare una discesa che ha portato le azioni Nexi sui minimi dalla quotazione di aprile 2019.
Il valore della liquidità generato da Nexi con la sua attività viene sottostimato da parte del mercato perché destinato a coprire un indebitamento superiore a quello di altre società. Questo, però, non inficia la capacità di crescita del gruppo, che potrà continuare a destinare risorse anche agli investimenti. Come per altre società del settore, invece, non è previsto il pagamento di dividendi.
C’è ancora spazio per una scommessa su nexi
C’è da spaventarsi? Secondo noi, no. Anzi, riteniamo che le azioni Nexi valgano ancora una scommessa per due motivi. Primo: i risultati semestrali presentati dal gruppo hanno comunque mostrato una crescita dei ricavi dell’8% e un utile industriale in progresso di quasi il 12%. Inoltre, il gruppo ha confermato gli obiettivi per la fine del 2023. Il mercato si aspettava una revisione al rialzo di tali obiettivi, ma si tratta comunque di risultati a nostro parere non preoccupanti. Non per nulla, l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato il giudizio sull’affidabilità del gruppo. Secondo: Adyen opera in un segmento diverso da quello di Nexi: l’olandese è più concentrata su sistemi di pagamento legati a siti internet e sul mercato nordamericano, mentre Nexi è molto forte nel circuito “fisico” in Italia, Paese dove in termini di pagamenti digitali ci sono ulteriori spazi di crescita. Per queste ragioni riteniamo che la penalizzazione inflitta al titolo sia troppo elevata. Gli indicatori di convenienza sono migliori di quelli di altri operatori del settore; confermiamo, quindi, il consiglio d’acquisto sulle azioni Nexi. Attenzione, non è per investitori prudenti: il titolo è ballerino e si è dimostrato particolarmente sensibile anche solo al possibile rischio di un rallentamento economico che possa frenare le spese dei consumatori.
MA C’è ANCHE CHI HA GUADAGNATO
Non tutti gli investimenti che puntano sul titolo Nexi, però, sono in perdita: c’è anche chi ha guadagnato. Si tratta del certificate Cash Collect con effetto memoria Autocallable 22/07/2025 (Isin DE000HB8KNR8) su Nexi, consigliato sul n° 1490 – vedi a lato per i dettagli – che è stato rimborsato lo scorso fine luglio riconoscendo un rendimento, per chi l’aveva acquistato sul nostro consiglio, del 14,1% lordo. Come è stato possibile? Grazie a una caratteristica di questo prodotto: il meccanismo cosiddetto step down, che prevedeva il rimborso in anticipo del certificate, al prezzo di quotazione di 100, se il prezzo di Nexi fosse stato pari o superiore a un determinato livello, che con il passare del tempo diventava sempre più basso. Quindi anche in caso di calo – entro certi limiti - del titolo Nexi, il certificate avrebbe comunque potuto farti guadagnare. Il meccanismo step down è però solo uno delle tante caratteristiche che possono avere questi prodotti. Esistono, infatti, molte tipologie di certificate sul mercato, che si contraddistinguono per avere delle caratteristiche differenti in fatto di protezione del capitale, cedole, scadenze anticipate.
L’aspetto importante su cui vogliamo focalizzarci oggi non è però una rassegna di tutte le possibili tipologie di certificate, ma ricordare una cosa fondamentale. L'esistenza di un gran numero di tipologie di prodotti è importante perché permette a un investitore di sfruttare le loro diverse caratteristiche, scegliendo il migliore in base alle condizioni e opportunità di mercato, oppure in base ai propri obiettivi, bisogni… Un certificate consente infatti di aumentare i casi in cui il tuo investimento può risultare in guadagno oppure aumenta le possibilità in cui è conveniente puntare sull’andamento di un determinato mercato, settore, azione… Pensa a un tradizionale investimento in azioni. Se il prezzo del titolo non sale, tu non guadagni (se stacca dividendi deve comunque salire un po’, visto che il prezzo del titolo scende dell’ammontare del dividendo in apertura di Borsa il giorno dello stacco). Se punti sulla stessa azione attraverso un certificate, scegliendo quello con le caratteristiche corrette, puoi guadagnare anche se il prezzo dell’azione non sale. Se, per esempio, il certificate viene rimborsato a 100 euro a patto che l’azione sottostante non perda più del 30%, e a scadenza l’azione ha perso il 20%, il certificate verrà rimborsato a 100. Se lo hai acquistato a meno di 100 euro, chiudi in guadagno, mentre se avessi acquistato l’azione saresti sotto del 20%. E questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare: i casi in cui puoi guadagnare con il certificate sono tanti quante sono le diverse tipologie di questi prodotti. Le implicazioni per i tuoi investimenti sono svariate. Con un certificate si può anche decidere di investire su un sottostante – azione, mercato, settore… - anche se la prospettiva sul suo andamento non è positiva. Tornando all’esempio di prima, un certificate rimborsato a 100 anche se il sottostante ha perso al massimo il 30% può essere utilizzato con prospettive di ribassi – non eccessivi – dei mercati. Il caso del consiglio dato sul certificate su Moncler (vedi n° 1518) dimostra che il sottostante può anche essere un’azione non all’acquisto – addirittura potrebbe anche essere un titolo di cui noi consigliamo la vendita. Se invece si è in una situazione di mercati che scendono, e molto, un certificate a capitale protetto può risultare una soluzione interessante per limitare le perdite e stabilizzare il portafoglio. Insomma, le opportunità sono tante, non solo per fare dei singoli investimenti, ma anche per diversificare ulteriormente il tuo portafoglio – scegliere tipologie diverse di prodotti con funzionamenti diversi è anch’esso una fonte diversificazione – migliorandone il rapporto rischio/rendimento. Per questi motivi, così come ti abbiamo già consigliato in passato dei certificate, lo faremo anche in futuro. Continua a seguirci per non perderti le novità!
Chi ha acquistato il certificate su Nexi quando è stato consigliato sul n° 1490, al prezzo di 92,90, ha incassato 100 euro più le cedole nel frattempo pagate, pari a un totale di 6 euro. Il rendimento è quindi del 14,1% lordo. Sullo stesso periodo l’azione Nexi ha, invece, messo su il 4%.
QUANTE POSSIBILITA'
Tra i diversi certificate, a titolo di esempio, ci sono quelli che garantiscono al 100% il capitale, così come quelli che garantiscono una percentuale inferiore al 100% - e quindi la copertura è solo parziale. Ci sono certificate che pagano cedole periodiche, che possono essere condizionate (vengono pagate solo se si verificano certe condizioni) o incondizionate (sono pagate sempre e comunque). Ci sono poi prodotti con la possibilità di essere rimborsati prima della naturale scadenza - i cosiddetti autocallable. Per quanto riguarda le cedole, c'è chi ha il cosiddetto effetto memoria: se il certificate non ha pagato una cedola, quest’ultima non è persa per sempre (se a una data successiva si verifica la condizione per il pagamento della cedola, verranno riconosciute anche quelle precedentemente non pagate). E questi sono solo alcuni dei meccanismi con cui funzionano i certificate. Infine, bisogna tenere conto che tutte le caratteristiche appena viste non si escludono tra loro: si può avere un certificate che prevede lo stacco di cedole, ma che può anche essere rimborsato in anticipo rispetto alla naturale scadenza e così via.
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