Kellanova: è il momento d’acquistare?

Kellanova
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Le azioni Kellogg non esistono più: il 2 ottobre la società si è separata in due. Da un lato c’è WK Kellogg (10,14 Usd; Isin US92942W1071) che ha le attività di vendita di cereali in Nord America e che ha visto le proprie azioni debuttare il 2 ottobre sul mercato, dall’altra c’è Kellanova (50,12 Usd; Isin US4878361082), società che ha tenuto tutto il resto delle attività di Kellogg (dalla vendita di snack, su tutti citiamo le patatine Pringles, a quelli della vendita di cereali al di fuori dal Nord America) e le cui azioni hanno mantenuto lo stesso codice Isin della vecchia Kellogg (quindi esiste un andamento storico precedente al 2 ottobre 2023 che riflette quello della vecchia Kellogg). Come ti avevamo preannunciato nella nostra analisi di aprile (vedi n° 1508), l’obiettivo della società era quello di far emergere meglio il valore delle attività del gruppo, ma il mercato, per ora, non è parso apprezzare l’operazione. Dai valori precedenti il giorno della quotazione – per le azioni WK Kellogg consideriamo il prezzo di apertura del 2 ottobre – le azioni Kellanova hanno perso il 10,2%, mentre le azioni WK Kellogg sono scese addirittura del 26,5%. A cosa è dovuto questo triste debutto?
L’operazione è avvenuta in un momento non positivo, in generale, per i produttori di cibo e bevande: negli stessi giorni di ottobre anche le azioni del colosso mondiale degli snack Mondelez (64,1 Usd, Isin US6092071058; vendi) hanno lasciato sul terreno il 7,6% e, in generale, dall’inizio di giugno le azioni mondiali del settore hanno perso in Borsa l’11% contro una discesa media del 2% del resto delle azioni mondiali. Due le ragioni. Prima: nonostante gli sforzi delle Banche centrali, l’inflazione resta elevata. Questo significa, da un lato, che i consumatori rischiano di ridurre le spese – soprattutto per cibi più voluttuari – e, dall’altro, che le società devono continuare a faticare per salvare i margini di guadagno. Secondo: stando a quanto dichiarato da vertici del colosso della distribuzione Walmart (158,76 Usd, Isin US9311421039; mantieni), che vende dagli alimentari ai farmaci, si comincia a intravedere un cambiamento nelle abitudini di consumo da parte degli americani. In particolare, si sta riducendo il consumo di cibo (e di calorie), in concomitanza dell’aumento della domanda dei farmaci antiobesità come quelli di Novo Nordisk (677,7 corone danesi, Isin DK0062498333; mantieni) – vedi nota qui a fianco. È un fattore che potrebbe pesare in generale sulle vendite del settore alimentare.
i consigli su wk kellogg e kellanova
A pesare ulteriormente sulle azioni WK Kellogg c’è il fatto che le sfide che la nuova società ha davanti sono molteplici: il consumo di cereali al mattino da parte degli americani ha iniziato a ridursi già da prima dello scoppio della pandemia (rimbalzato solo nei mesi dello “stai a casa”) e il gruppo, a causa di scioperi e problemi ad alcuni impianti, ha perso quote di mercato. È un segmento di mercato che appare “maturo”: i tassi di crescita attesi sono limitati e la competizione è molto forte. È vero che il mercato sta già scontando tutto questo attribuendo al titolo indicatori di convenienza nettamente inferiori a quelli del suo settore – per esempio, il rapporto tra prezzo e utile atteso nel 2024 è di circa 7 contro una media del settore che si attesta a 14 – ma considerando le sfide che il gruppo ha davanti, ci sembra che comunque le azioni non siano convenienti. Non acquistarle. Per Kellanova, invece, il discorso è diverso: le prospettive di crescita sono migliori rispetto a quelle di WK Kellogg, il gruppo punta sui mercati emergenti dove la minaccia di un cambio di abitudini di consumo legata alla diffusione di farmaci “anti-fame” sembra meno concreta, e il mercato ancora non riconosce pienamente, a nostro parere, le potenzialità di crescita del gruppo – alcuni indicatori di convenienza sono migliori sia di quelli del settore, sia di quelli del diretto concorrente Mondelez. Secondo noi, una scommessa sulle azioni si può fare, ma attenzione ai rischi: la bontà della strategia è tutta da dimostrare. La società vende, come detto, gli stessi cereali con gli stessi marchi di WK Kellogg (cali di vendite sul mercato americano potrebbero avere riflessi in termini di “reputazione” anche su altri mercati) e se i conti trimestrali dovessero dimostrarsi deludenti (quelli del terzo trimestre sono attesi per inizio novembre) il titolo potrebbe continuare a soffrire in Borsa. Una scommessa, in un’ottica di lungo periodo, però, si può fare. Le azioni si comprano sulla Borsa di New York.
Ciascun vecchio azionista Kellogg ha ricevuto 1 nuova azione KW Kellogg ogni 4 azioni Kellogg possedute alla chiusura dei mercati del 21 settembre. Le Kellogg sono state poi, dal 2 ottobre, ridenominate Kellanova.
La semaglutide è un principio attivo usato da tempo come trattamento per il diabete, in alcuni specifici pazienti. Tra gli effetti ha anche quello di agire sui centri cerebrali che regolano l’appetito e l’assunzione di cibo. Per questo negli ultimi tempi è diventato “di moda” per cercare di controllare l’obesità. Per maggiori dettagli vedi www.altroconsumo.it/salute/farmaci/news/ozempic-per-dimagrire-trend-tik-tok.
Il rapporto tra prezzo di Borsa e utile atteso nel 2024 per Kellanova è pari a 13,9: poco meno della media del settore (14), ma molto meno dello stesso indicatore per Mondelez (22,9) e della media storica dello stesso indicatore per le azioni Kellogg (19,3) – pensalo come il prezzo al chilo delle mele, più è basso, più (se non sono bacate) sono convenienti.
Le azioni Kellanova non saranno inserite nelle tabelle alle pagine 7-10 e non saranno giornalmente seguite. Non saranno, però, dimenticate e quando ci saranno novità rilevanti ne parleremo.
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