Sul fronte delle buone notizie, c’è il buon andamento dei conti dei primi nove mesi 2023, chiusi con ricavi in crescita del 18,7% e un utile di 79 milioni di euro (0,04 euro per azione) a fronte di una perdita di 138 milioni nei primi nove mesi del 2022. D’altronde il gruppo ha registrato nuovi record nei livelli degli ordini, che si susseguono a buon ritmo (l’ultimo importante accordo in ordine di tempo è quello di inizio ottobre negli Emirati Arabi Uniti). Allo stesso tempo, tuttavia, è arrivata la notizia (e qui passiamo sul fronte negativo) della convocazione dell’assemblea straordinaria per il 13 dicembre: all’ordine del giorno ci sarà la conversione in azioni del bond con scadenza 2029 emesso lo scorso settembre. Anche se non è del tutto una sorpresa (la facoltà di conversione in azioni era già prevista fin dall’emissione), si è comunque trattato di una doccia gelata che ha portato il titolo in forte perdita (-5% a 1,34 euro al momento della nostra analisi, ore 16.30 del 26/10/2023). L’importo del bond è, infatti, di tutto rispetto (500 milioni di euro) se paragonato al patrimonio attuale di Saipem (circa 2,2 miliardi di euro). Cosa significa? Non si conoscono ancora i dettagli della conversione, ma di certo gli attuali azionisti, che non possono partecipare all’aumento di capitale e non avranno nemmeno un diritto di opzione da poter vendere, si vedranno “diluire” la propria quota. Un motivo in più per ribadirti, anche ai prezzi attuali, il nostro consiglio. Vendi.