Telecom Italia entra nel mercato dell'energia, quali impatti sulle azioni?

Telecom entra nel mercato delle offerte luce e gas
Telecom entra nel mercato delle offerte luce e gas
È di questi giorni la notizia dell’ingresso di Telecom Italia (Isin IT0003497168) nel mercato dell’energia. Dal punto di vista della società, e di riflesso degli investitori che ne detengono le azioni, quali saranno le ripercussioni di questa novità? Al momento è impossibile calcolare con precisione gli impatti sui conti societari, ma dal punto di vista strategico è uno sviluppo che riteniamo positivo. Anche il giudizio del mercato di Borsa, così come il nostro, sembra essere orientato a un generale ottimismo, pur senza particolari entusiasmi: negli ultimi giorni, dal momento dell’annuncio, il titolo Telecom ha registrato un rialzo del 3,5%, contro il +1% di Piazza Affari (in questo momento viaggia a 0,45 euro, con un +1,8% intra—giornaliero che è il secondo miglior risultato di oggi a Piazza Affari). Perché giudichiamo positivo questo cambiamento strategico? Perché già da tempo il gruppo, per mantenere un livello di redditività soddisfacente, sta integrando la tradizionale attività nella telefonia con nuovi sviluppi. Lo dimostrano, per esempio, i conti del primo semestre: il +2,7% registrato dai ricavi complessivi del gruppo è sostenuto dal +4,7% dei ricavi di Tim Enterprise (che pesa per un quarto dei ricavi totali del gruppo), che è la divisione di Tim focalizzata sui servizi per le imprese, tra cui il cloud e le infrastrutture digitali. I ricavi più “tradizionali”, invece, registrano una dinamica ancora vivace solo con Tim Brasil (+4,8%), mentre Tim Consumer (in sostanza il mercato della telefonia domestica) è sostanzialmente fermo al palo con un +0,1%: segno che il mercato della telefonia in Italia, dal punto di vista delle società del settore, soffre di un contesto competitivo che ostacola il raggiungimento dei livelli di redditività del passato. Ecco perché la diversificazione in nuovi campi di attività, come quello dell’energia appena annunciato, può essere secondo noi foriero di sviluppi positivi, tanto più potendo contare sia sulla “potenza di fuoco” di una clientela consolidata, a cui offrire offerte integrate, sia della collaborazione con Poste italiane. Anche alla luce di queste indicazioni, stimiamo che il gruppo ritorni al segno più con un utile di 0,01 euro per azione nel 2025 (era ancora in leggera perdita nel 1° semestre), mentre per il 2026 e il 2027 stimiamo utili di 0,02 euro per azione. Confermiamo il nostro consiglio. Mantieni.
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