La settimana delle Borse: qualche bagliore nella nebbia

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
La nuova crisi del colosso immobiliare cinese Evergrande ha messo di cattivo umore i mercati all’inizio della settimana: tra l’impossibilità di rifinanziare il debito e i vertici sotto arresto da parte delle autorità di Pechino, le azioni del gruppo sono crollate fino a nuova sospensione dagli scambi (erano state a lungo sospese in passato).
A gravare sui mercati ci sono stati anche gli ulteriori segnali sul rallentamento economico in Europa (vedi i dati sul peggioramento della fiducia dei consumatori in Germania) e l’incapacità delle parti politiche negli Usa di accordarsi per evitare la sospensione dell’attività degli uffici federali (all’ultimo secondo, a mercati chiusi, l’accordo è stato trovato, ma si limita a rimandare la questione di qualche giorno).
Solo i dati giunti sul fine settimana relativi all’inflazione sia in Europa, sia negli Usa hanno fornito ai mercati qualche spunto d’ottimismo – i dati sono in rallentamento e si spera che questo convinca definitivamente le Banche centrali che il tempo della “stretta monetaria” è finito.
Confermiamo per questa settimana le nostre strategie d’investimento che trovi cliccando qui.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro). Australia: -0,3%; +0,3%; Canada: -1,1%; -0,9%; Cina: -1,3%; -0,7%; Corea: -1,7%; -2%; Giappone: -1,7%; -1,8%; Indonesia: -1,9%; -1,7%; Messico: -1,6%; -2,3%; Regno Unito: -1%; -0,8%; Svezia: -0,5%; +2,4%; Stati Uniti: -0,7%; -0,1%; Svizzera: -0,5%; -0,8%.
L’azione delle Banche centrali potrebbe, però, essere condizionata dai prezzi del petrolio, che si mantengono elevati: quello di qualità brent, per esempio, ha chiuso la settimana in rialzo del 2,2%, poco sopra i 95 Usd al barile.
Di questo andamento hanno beneficiato i titoli delle compagnie petrolifere, che hanno archiviato un rialzo medio dell’1,5%. Le azioni TotalEnergies (62,31 euro; Isin FR0000120271) hanno chiuso a +0,6% dopo che la società ha rivisto un po’ al rialzo la politica di remunerazione degli azionisti per effetto dell’attesa crescita della produzione di idrocarburi del 2-3% annuo tra il 2023 e il 2028. È previsto anche un aumento della redditività delle attività di produzione di energia rinnovabile. Mantieni le azioni.
Le azioni del settore tecnologico
Sono riuscite a non soccombere in settimana – indice Nasdaq in rialzo dello 0,1% – nonostante il calo dell’1,5% delle azioni Amazon (127,12 Usd; Isin US0231351067) dopo che l’Antitrust americana ha accusato la società di portare avanti pratiche monopoliste nel settore delle vendite al dettaglio. Al momento non ci spaventiamo, ma limitati a mantenere le azioni Amazon. Calo dello 0,4% per Microsoft (315,75 Usd; Isin US5949181045) dopo che le autorità britanniche hanno dato un primo via libera all’acquisizione di Activision Blizzard. È vero, Microsoft ha dovuto fare delle concessioni, ma la notizia per noi è positiva. Acquista Microsoft.
Il terremoto Evergrande non poteva non condizionare le azioni del settore immobiliare che, per esempio, in Europa hanno mediamente lasciato sul terreno il 2,7%. Il tracollo maggiore è stato registrato dalle azioni Atenor (12,05 euro; Isin BE0003837540), che hanno perso quasi il 30% in settimana.
Il gruppo è impegnato con la definizione dell’aumento di capitale: farlo in un momento così difficile per il settore non favorisce il successo dell’operazione, tanto che sul finire della settimana Atenor ha dovuto ammettere che il prezzo a cui venderà le nuove azioni è di 5 euro. Si tratta di una doccia gelata: fino alla sorpresa di Evergrande si ragionava su prezzi di poco superiori a 10 euro per azione.
Evidentemente per convincere il mercato è necessario uno sconto notevolissimo (5 euro rappresenta uno sconto di quasi il 71% rispetto ai prezzi di chiusura di venerdì 22 settembre, precedenti al caso Evergrande). Tale sconto, però, sembra aver sortito gli effetti sperati: diversi investitori istituzionali si sono già impegnati a sottoscrivere l’aumento di capitale che, quindi, già ora risulta “garantito” per l’83% del valore complessivo. Una buona notizia per il gruppo.
L’aumento di capitale renderà più solida la società – il debito verrà ridotto a poco più del 50% delle attività rispetto al 70% di fine giugno – che potrà anche finanziare con più serenità i suoi progetti. Temiamo, però, la sospensione del pagamento del dividendo per un paio d’anni. Per tutte queste ragioni, e considerato il contesto di mercato, consigliamo di limitarti a mantenere le azioni che già hai.
Significa che quando partirà l’aumento di capitale – potrebbe volerci ancora più di un mese – dovrai mantenere le azioni, ma vendere in Borsa i diritti d’opzione che ti saranno assegnati. Attenzione, però: è previsto che vengano emesse tante azioni nuove (13 ogni 3) e questo comporta il rischio che al momento dell’avvio dell’operazione buona parte del valore delle tue azioni (al momento circa la metà) venga trasferito nel diritto d’opzione.
Significa che dovrai essere veloce a vendere subito i diritti in Borsa appena aprono le contrattazioni – di solito il valore del diritto d’opzione tende a ridursi già nel primo giorno. Ma potresti avere dei problemi per due motivi. Primo: il titolo potrebbe essere sospeso dalle contrattazioni per eccesso di ribasso. Secondo: soprattutto se non hai comprato le azioni Atenor sul listino ufficiale di Bruxelles, la tua banca potrebbe aver bisogno di tempo per rendere possibile la trattazione dei diritti. Morale: potresti dover aspettare un po’ e venderli in forte calo rispetto al prezzo teorico.
Ti ricordiamo, inoltre, che le azioni Atenor, come tutte quelle della zona euro, al momento non fanno parte delle nostre strategie d’investimento: dovresti, quindi, già da tempo aver limitato il peso di tali azioni. Per questo, soprattutto se Atenor pesa, invece, ancora tanto sul tuo portafoglio, potresti valutare di liberarti del titolo prima dell’aumento di capitale. Sappiamo che sarebbe una scelta dolorosa e non facile, ma alla luce della “tempesta perfetta” che si è abbattuta in questi giorni non possiamo che segnalarti tutte le opzioni.
Il peso delle azioni Atenor sulla ricchezza complessiva da destinare agli investimenti deve oscillare tra lo 0 e il 10%. Ma il 10% potrebbe essere già troppo: per maggiori dettagli clicca su l’articolo “La regola 80-10-10”.
@Matteo Il bollo sui titoli in deposito è lo 0,2% annuo del valore dei titoli al momento dell’invio dell’estratto conto – nel caso l’invio fosse semestrale o trimestrale, lo 0,2% si rapporta ai giorni effettivi coperti dall’estratto conto. Vale la fotografia al momento dell’invio, non la media dei valori nel periodo.
@Pietro Le azioni Walt Disney (81,05 Usd; Isin US2546871060) sono sempre seguite. Ne deriva che il consiglio (acquista) che trovi cliccando qui internet è costantemente aggiornato sulla base delle informazioni disponibili, anche se non c’è un report più esteso in merito.
@Vittorio Solo il trasferimento tra un deposito titoli mono intestato a uno ugualmente mono intestato permette di non avere il fenomeno di vendita e riacquisto dei titoli trasferiti (senza modifica dei prezzi di carico). Negli altri casi non si può escludere la vendita e il riacquisto da parte della banca.
Variazioni settimanali su prezzi al 27/10/23
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