La settimana delle Borse: andamento negativo

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
Ad avere impatto sui mercati sono state, in prima battuta, le notizie in chiaroscuro in arrivo dalla Cina. Da un lato, sia i dati sulla crescita della ricchezza nel Paese (Pil) nel terzo trimestre, sia quelli sulle vendite al dettaglio di settembre hanno superato le attese. Dall’altro, però, la crescita del Pil ha comunque mostrato un rallentamento rispetto al secondo trimestre e le difficoltà del settore immobiliare, con Country Garden che non ha rispettato una nuova scadenza su un’obbligazione in dollari, sono emerse in tutta la loro forza.
Anche i dati arrivati dagli Stati Uniti hanno avuto un sapore dolceamaro. Da un lato, il fatto che sia i dati sulle vendite al dettaglio, sia quelli sulla produzione industriale siano stati superiori alle attese ha rassicurato sulla tenuta dell’economia americana. Dall’altro, però, tali dati hanno alimentato la paura di tassi d’interesse elevati ancora per molto tempo (e le parole dei vertici della Banca centrale Usa l’hanno confermata), con effetti potenzialmente negativi sull’economia a lungo termine.
Ad aggiungere tensione, le incertezze sullo sviluppo della nuova guerra in Medioriente e una stagione dei conti trimestrali societari che si è aperta con indicazioni contrastanti (ci sono state sia sorprese, sia delusioni). In tale contesto, confermiamo le nostre strategie d’investimento che puoi consultare cliccando qui.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: -2,1%; -2,5%
Canada: -1,8%; -2,8%
Cina: -4,6%; -5,3%
Corea: -3,3%; -4,3%
Giappone: -3,3%; -4,2%
Indonesia: -1,4%; -3,4%
Messico: -2,2%; -4,7%
Regno Unito: -2,6%; -3,3%
Svezia: -5,1%; -5,5%
Stati Uniti: -2,4%; -3,2%
Svizzera: -5,1%; -4,4%
A condizionare l’andamento delle Borse c’è stata anche la rinnovata tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina: gli Usa avrebbero intenzione di non permettere più la consegna dei microchip avanzati alla Cina. Una mazzata, considerando che molte aziende del settore hanno forti legami con la Cina: non per nulla le azioni dei semiconduttori hanno chiuso mediamente la settimana con un calo del 4,6%.
A gravare sull’andamento settoriale alcuni annunci societari non proprio brillanti. Per esempio, Asml Holding (547,10 euro; Isin NL0010273215) ha sì chiuso il terzo trimestre dell’anno con un progresso del fatturato del 15% e dell’utile per azione del 12%, confermano gli obiettivi per il 2023, ma ha anche annunciato un calo degli ordini cha ha portato a previsioni poco brillanti per i ricavi del 2024. Il gruppo, però, ha rassicurato sul fatto che le vendite in Cina (terzo mercato più importante per il gruppo) resteranno forti malgrado l’inasprimento delle restrizioni alle esportazioni avviato dagli Usa (stima possa toccare solo il 15% delle vendite fatte in Cina). E, ottimista, mantiene gli obiettivi per il 2025 e il 2030. Anche se il titolo ha chiuso la settimana in calo del 4,6%, condividiamo l’ottimismo di medio/lungo periodo. Acquista.
A pesare sul settore anche il -3,3% registrato dalle azioni Apple (172,88 Usd; Isin US0378331005) dopo le indiscrezioni su un andamento poco brillante delle vendite del nuovo iPhone15 in Cina. Per ora non ci sembra il caso di spaventarsi. Mantieni.
Andamento deludente per il settore farmaceutico, calato in settimana del 2,9%. A pesare anche il -5% registrato dalle azioni AstraZeneca (10.430 pence; Isin GB0009895292) dopo che il gruppo ha pubblicato alcuni dati deludenti relativi a un farmaco sperimentale per la cura del cancro alla gola, i cui test erano in fase avanzata. Nonostante il calo, le azioni restano da vendere.
Calo del 4,5% per Pfizer (30,65 Usd; Isin US7170811035) sebbene il gruppo abbia ricevuto l’ok della Commissione europea all’acquisizione di Seagen (attiva nella ricerca contro il cancro) e nonostante abbia mostrato una certa reattività nel predisporre un piano di razionalizzazione dei costi di produzione per far fronte agli attesi minori introiti legati ai vaccini per il Covid-19. La penalizzazione pare eccessiva: sono azioni da acquistare.
In settimana ci sono state anche delle note positive. In particolare, a Milano c’è da segnalare il +16,8% delle Nexi (6,62 euro; Isin IT0005366767) dopo le indiscrezioni sul fatto che alcuni fondi d’investimento starebbero valutando un’offerta sulla società. Per maggiori dettagli leggi l'analisi pubblicata qui.
Sempre a Piazza Affari hanno deluso in settimana le azioni Mediobanca (11,04 euro; Isin IT0000062957), scese dell’8,9%: si avvicina il momento dell’assemblea dei soci che disegnerà i vertici del gruppo nei prossimi tre anni, ma chi scommetteva su possibili “ribaltoni” al vertice potrebbe dover rinunciare alle proprie speranze. Vendi le azioni.
Con un’operazione lampo, MFE ha deciso di raggruppare le azioni: in pratica dal 23 ottobre chi aveva 5 azioni MFE B con codice Isin NL0015000N09, se ne ritrova in mano una sola con codice Isin NL0015001OJ9. Il prezzo delle azioni, però, si è moltiplicato per 5 (era di 0,563 euro pre-operazione ed è risultato di 2,815 euro nelle ore precedenti all’apertura del 23 ottobre). Le eventuali frazioni dovrebbero essere pagate dalla banca al prezzo del 20 ottobre. Per dettagli sulle azioni MFE A leggi l'analisi già pubblicata qui. Il consiglio sulle azioni non cambia: mantieni.
@Calogero La TRC è una società nota per fare mini-offerte truffaldine su azioni quotate sulla Borsa Usa – il prezzo offerto non viene pagato fino a quando non è inferiore a quello di Borsa del titolo oggetto d’offerta. Le offerte di questa società sono sempre e comunque da ignorare.
@Daniele Con il termine FTT si indica una tassa sulle transazioni finanziarie – in Italia nota anche come Tobin tax. Non tutti i Paesi la prevedono e le aliquote possono variare. In generale, comunque, si applica solo sugli acquisti di azioni di grandi dimensioni in termini di valore di Borsa.
@Mauro Edp Renováveis (13,96 euro; Isin ES0127797019) ha la sede a Madrid, quindi è formalmente una società spagnola. Per questo, sull’acquisto delle sue azioni, si paga la Tobin Tax spagnola (0,2% del controvalore d’acquisto), non prevista su altre azioni portoghesi.
Prezzi a variazioni settimanali alla chiusura del 20 ottobre 2023
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