Cibo vegano per i tuoi investimenti

Alimentazione vegana
Alimentazione vegana
Motivi di salute, etici, estetici, a volte anche economici: sono molte le motivazioni alla base di scelte alimentari restrittive – per sempre, per un certo periodo dell’anno o per alcuni giorni alla settimana o al mese – nei confronti di alimenti di origine animale. Il numero di vegani e vegetariani nel mondo continua ad aumentare (vedi a lato nella pagina successiva) in particolare tra i più giovani, mentre in Italia la crescita è altalenante.
Veganuary è una sfida, lanciata nel 2014 da un’organizzazione non profit britannica, che consiste nel mangiare vegano per un mese intero, gennaio, appunto, con lo scopo non solo di risparmiare le vite di molti animali, ma anche di ridurre l’impatto ambientale dei nostri consumi alimentari. Nel 2015 hanno partecipato ufficialmente 12.800 persone, nel 2023 sono salite a 706.965.
Secondo il 35° Rapporto Italia di Eurispes (2023) il 4,2% degli italiani è vegetariano e il 2,4% è vegano. Il loro numero è raddoppiato dal 2014. I prodotti plant-based, ovvero quelli senza proteine animali, sono consumati abitualmente da 22 milioni di italiani. Un italiano su 4 li consuma almeno una volta a settimana. La maggior percentuale di vegetariani (8,4%) si trova nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni, mentre la fascia tra i 24 e i 35 anni raccoglie il maggior numero di vegani.
Si stima che, a livello mondiale, nel 2022 i vegani fossero 100 milioni, i vegetariani 800, in totale il 14% della popolazione mondiale.
Parimenti, è aumentato molto anche il consumo di prodotti di origine vegetale (per esempio, il consumo di hamburger a base vegetale è aumentato, in Europa, del 90% nel periodo tra agosto 2023 e agosto 2022, mentre, nello stesso periodo, il consumo di hamburger di carne è cresciuto solo del 4%) e si stima che il giro d’affari derivante dalle vendite di prodotti a base vegetale, in tutto il mondo, passi dai 26,2 miliardi di dollari nel 2021 a 61,3 miliardi di dollari nel 2028 (quest’ultima è ritenuta una stima conservativa). A confermare questa tendenza ci sono le numerose acquisizioni che ci sono state, da parte di grandi gruppi alimentari, di realtà che producono alimenti vegani; per esempio, Danone nel 2016 ha acquisito WhiteWave Foods, di cui ti avevamo parlato a luglio di quell’anno (vedi qui), o l’acquisizione, da parte del gigante brasiliano della carne Jbs, di Vivera, azienda olandese tra i leader in Europa nella vendita di prodotti sostituti proprio della carne, oltre allo sviluppo di linee di prodotti vegetali da parte di molte società. Abbiamo voluto analizzare qui se, tra le società quotate che producono alimenti adatti alla dieta vegana e vegetariana, c’è qualche opportunità che dia soddisfazione agli investitori. Nella tabella qui sotto abbiamo riportato i dati di alcune delle maggiori, con un occhio di riguardo a Piazza Affari, confrontandole con il settore alimentare.
Società attive nella produzione di cibi e bevande vegetali |
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Nome | Isin | Prezzo al 19/1/2024 | Borsa | Prezzo / Utili | P/BV (2024) | EV/Ebitda (2024) | Rischio | Momentum | Qualità | |
2024 | 2025 | |||||||||
Avod (1) (*) | TREAVOD00018 | 3,47 Try | Istanbul | 7,58 | - | 1,94 | 11,81 | 4/5 | Neutro | Media |
Else nutrition (2) | CA2902571041 | 0,19 Cad | Canada | -3,2 | - | 0,8 | -1,7 | 5/ | Negativo | Bassa |
BF Spa (3) (**) | IT0005187460 | 3,9 euro | Milano | 97,5 | - | 0,04 | 1,03 | 1/5 | Neutro | Bassa |
Hain celestial group (4) | US4052171000 | 10,06 Usd | Nasdaq | 26,2 | - | 0,9 | 10,6 | 2/5 | Negativo | Bassa |
Laird superfood (5) | US50736T1025 | 0,92 Usd | Nyse | -1 | - | - | -0,2 | 5/5 | Neutro | Bassa |
Oatly (6) | US67421J1088 | 1,05 Usd | Nasdaq | -5,4 | -7,3 | 1,3 | -27,5 | 5/5 | Neutro | Bassa |
Orsero (7) | IT0005138703 | 16,26 euro | Milano | 7,4 | 8,9 | 1 | 4,7 | 2/5 | Neutro | Bassa |
Valsoia (8) (**) | IT0001018362 | 9,5 euro | Milano | 12,83 | - | 1,25 | 8,26 | 1/5 | Neutro | Media |
Vital Farms (9) | US92847W1036 | 14,41 Usd | Nyse | 24,2 | - | 2,6 | 10,6 | 2/5 | Neutro | Media |
Settore alimentari e bevande | 41,4 | 1,25 | 8,26 | |||||||
Dati al 19/1/24. (*) Dati al 15/1. (**) Dati al 17/1. (1) Produce bevande vegetali. (2) Produce prodotti alimentari vegetali per bambini dai 6 mesi in su. (3) Coltiva e commercializza prodotti agricoli. (4) Produce alimenti naturali e biologici e prodotti per la cura della persona. (5) Produce alimenti a base vegetale. (6) Produce alternative vegetali ai prodotti lattiero-caseari. (7) Produce prodotti ortofrutticoli. (8) Produce alimenti a base vegetale. (9) Produce alimenti non necessariamente vegani, ma con metodi rispettosi dell’ambiente e del benessere animale. Il trattino indica la non disponibilità dei dati. |
Incrociando tutti i dati, e valutando anche la qualità dei risultati, il momentum e la volatilità del titolo, abbiamo selezionato Valsoia, azienda italiana quotata in Borsa dal 2006, nata nel 1990 e storicamente impegnata a produrre alimenti derivati dalla soia, a cui, negli anni, si sono aggiunti i prodotti a base di riso e i prodotti a marchio Santa Rosa. Tra i marchi del gruppo Valsoia c’è Naturattiva, Santa Rosa, Pomodorissimo, Vitasoya Soyadrink, Weetabix, Loriana. La società ha attraversato fasi alterne nella sua lunga storia, ma gli ultimi anni, dal 2020 ai primi 9 mesi del 2023 (questi ultimi +10,8% rispetto allo stesso periodo del 2022, sono i dati più recenti per ora disponibili), sono stati caratterizzati da una crescita costante, anche se non stratosferica, dei ricavi, con un andamento positivo ma non sempre lineare anche degli utili, nonostante l’aumento dei costi generali.
A essere puntuale, almeno fino ad oggi, è la distribuzione di un dividendo, consuetudine a cui l’azienda non ha mai mancato, dal 2007 (il rendimento da dividendo attuale è circa il 4%). Stando al nostro modello di valutazione, il titolo Valsoia, che dal crollo del 2020 ha recuperato molto terreno, restando però ben lontano dai massimi degli ultimi 5 anni, è poco volatile. Consigliamo l’acquisto del titolo a tutti coloro che vogliono scommettere sulla crescita della diffusione di prodotti alimentari di origine vegetale, e che sono disposti a tenere in portafoglio a lungo l’azione.
Non è quindi di base un investimento destinato a tutti, anche se la scarsa volatilità del titolo in Borsa e la costanza nella distribuzione del dividendo non lo rendono, in sé, un titolo rischioso. Tuttavia, l’andamento dell’azione potrebbe risentire dell’aumento dei costi delle materie prime e di quelli legati alla produzione, così come di un raffreddamento generale dell’interesse verso i prodotti vegetali.
Oltre a vegani e vegetariani a consumare proteine alternative alla carne ci sono i flexitariani, coloro che, pur non essendo né vegani né vegetariani, hanno deciso di ridurre molto il consumo di proteine di origine animale e di preferire, anche se non sempre, prodotti a base vegetale. In Italia è circa il 30% della popolazione complessiva, in Germania il 44%, in Spagna il 24%.
Ti abbiamo parlato più volte, su sito e rivista, di Beyond Meat (7,32 Usd; Isin US08862E1091), azienda che produce alimenti sostituti della carne (hamburger, salsicce, carne macinata, nugget…) vegani, che imitano, per aspetto, consistenza e gusto, la carne di manzo, maiale e pollo. I più recenti risultati della società sono stati deludenti, i ricavi dei primi 9 mesi del 2023 sono scesi dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 e la società ha chiuso il periodo con una perdita per azione di 1,07 dollari Usa. Non si tratta di difficoltà momentanee: il gruppo aveva chiuso in perdita anche il 2022 (-5,75 Usd per azione) e il 2021 (-2,88 Usd per azione). Ti sconsigliamo anche oggi di investire in queste azioni.
Molti grandi gruppi alimentari hanno sviluppato linee di prodotti a base vegetale. Tra queste Danone (61,59 euro; Isin FR0000120644), consiglio vendi e Kraft Heinz (37,08 Usd; Isin US5007541064) consiglio acquista.
Sulla Borsa Usa è quotato l’Etf Vegtech plant-based innovation & climate (15,52 Usd; Isin US00770X2615), che investe con l’obiettivo di permettere agli investitori di puntare su alimenti e materiali di origine vegetale. Tra i titoli parte dell’Etf ci possono essere aziende che producono alimenti di origine vegetale, cruelty-free e sostenibili, pelle e collagene vegano, società che producono tecnologie per l’agricoltura vegetale. Tra i titoli su cui punta l’Etf il titolo che ha una percentuale più alta è Elf Beauty Company, seguito da Givaudan SA; entrambe operano nel settore cosmesi e profumi. È presente anche Valsoia, tra gli investimenti del fondo, ma in una percentuale minima del portafoglio. Per puntare su Valsoia di consigliamo di preferire l’investimento diretto sul titolo, più pratico e meno costoso dell’acquisto dell’Etf Vegtech, che per il momento non consigliamo per puntare sul mondo vegano (è piuttosto giovane e ha avuto un andamento molto altalenante nel tempo).
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