Prezzo al momento dell'analisi (20/02/2024): 144,96 euro
Ai prezzi attuali, l’azione resta, secondo noi, sopravvalutata.
Consiglio: vendi
Con 735 aerei consegnati (rispetto a 661 nel 2022) e un fatturato in crescita dell'11% nel 2023, il produttore europeo di aerei Airbus (Isin NL0000235190) si conferma il n°1 mondiale nell'aeronautica commerciale, davanti a Boeing che continua ad accusare problemi di qualità. Questo successo commerciale si spiega con una gamma adeguata alla domanda, in particolare per il suo aereo di punta A320 (e le sue varianti). Tuttavia, la crescita dell’attività nel 2023 non si è tradotta in una crescita dell’utile netto, che, invece, è sceso dell’11%. Questa performance deludente è sì imputabile alle difficoltà della divisione spaziale (18% del fatturato), il cui utile industriale è crollato del 40% per i costi legati alla revisione di alcuni programmi spaziali, ma soprattutto all'incapacità di Airbus di consegnare gli aerei: al ritmo attuale, serviranno più di 10 anni per onorare gli 8600 ordini in portafoglio. Questi tempi sono causati dalle difficoltà della sua catena di fornitori -tra cui i produttori di motori Safran e Pratt & Whitney - nel seguire il crescente ritmo degli suoi ordini, tanto che nel 2023 Airbus ha dovuto mettere a bilancio per gli ordini più vecchi svalutazioni per oltre un miliardo di euro. Per quest’anno, il gruppo non prevede più di 800 consegne, un livello ancora al di sotto di quello pre-Covid. Manteniamo le stime sull’utile per azione a 6,30 euro per il 2024 e 7,30 euro per il 2025 e il nostro consiglio non cambia.