La settimana delle Borse: avanti tra sferzate di vento

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
Essendo le locomotive della crescita economica globale, non è una sorpresa che anche questa settimana l’andamento delle Borse sia stato condizionato dalle notizie in arrivo da Cina e Stati Uniti.
La Cina lotta contro la frenata della crescita: in settimana è emerso che a gennaio i prezzi si sono contratti dello 0,8% rispetto a un anno prima, un dato peggiore del previsto e che non si registrava da anni. Prezzi in calo testimoniano la debolezza dell’economia, con i consumatori che rimandano le proprie spese.
Gli Stati Uniti, invece, continuano a mostrare una salute economica sorprendente: in settimana i dati sull’andamento dell’attività dei servizi hanno mostrato un’espansione inattesa, trainata da un mercato del lavoro che sembra più robusto che mai.
Se questa è la situazione, come si spiega allora che il rialzo delle azioni cinesi (vedi qui sotto) sia stato migliore rispetto a quello medio delle azioni Usa? I mercati guardano sempre al futuro: nel caso cinese, sono convinti che le Autorità interverranno in modo deciso per sostenere i consumi e le azioni del Paese (e qualche segnale in settimana c’è già stato), nel caso Usa, invece, temono che i dati possano portare la Banca centrale a rimandare l’atteso taglio dei tassi d’interesse (e qualche avvisaglia del fatto che l’economia possa soffrire per tassi elevati a lungo c’è stato, vedi più avanti le riflessioni sulle banche).
Noi confermiamo le nostre strategie di investimento.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: -0,7%; -0,5%
Canada: -0,1%; -0,1%
Cina: +2,1%; +2,2%
Corea: +0,2%; -0,1%
Giappone: +2%; +1,5%
Indonesia: +0,2%; +0,5%
Messico: -1,5%; -1,1%
Regno Unito: -0,6%; -0,6%
Stati Uniti: +1,4%; +1,5%
Svizzera: -1,3%; -2,2%
Le azioni Usa hanno comunque archiviato la settimana in rialzo grazie alla spinta di quelle che realizzano microchip (+4,8% a livello globale), dopo che sono arrivate previsioni rassicuranti da alcuni produttori specializzati nell’intelligenza artificiale.
Questo spiega l’ulteriore +9% delle azioni Nvidia (721,33 Usd; Isin US67066G1040), società che progetta chip grafici (GPU) adatti anche per compiti che richiedono una notevole potenza di calcolo, come richiesto dall’intelligenza artificiale. Quest’ultima ha fatto esplodere la domanda dei chip di Nvidia, tanto che la redditività industriale nel 3° trimestre 2023/24 (l’anno fiscale termina il 31/1) è salita al 57,5% dal 10,1% dell’anno prima. Nvidia si aspetta di veder crescere del 231% il fatturato nel 4° trimestre (risultati attesi il 21/2) e noi stimiamo un utile per azione di 11,2 Usd nel 2023/24 (contro 1,76 Usd nel 2022/23) e di 19,2 Usd nel 2024/25. Nonostante tali stime di crescita, il titolo non è conveniente. Non merita ora un acquisto, ma se hai le azioni puoi mantenerle.
Le azioni Nvidia hanno già guadagnato il 45,7% dall’inizio del 2024 e al momento in Borsa valgono ormai circa 1,8 miliardi di dollari (cifra tra le maggiori al mondo). Come detto, non sono da acquistare, ma da questa settimana le seguiremo costantemente.
Male le azioni del settore bancario Usa, calate, in media, dello 0,9%. I tassi d’interesse elevati si fanno sentire sempre più sul settore immobiliare, in particolare quello di natura commerciale che soffre ancora anche dello smart working diffuso. Il problema è grave e comincia a riverberarsi sulle banche che più avevano concesso prestiti al settore – vedi il -53% da fine gennaio delle azioni New York Community Bancorp (4,90 Usd, Isin US6494451031; non acquistare) – facendo riaffiorare i timori di fallimenti come quelli del marzo 2023.
Ma le difficoltà sull’immobiliare cominciano a vedersi anche nei conti di altre banche nel mondo, tanto che il bilancio medio delle azioni del settore dall’inizio dell’anno è di -0,9% contro un rialzo delle Borse mondiali del 2% (dati in Usd; rispettivamente +1,5% e +4,4% in euro).
In questo quadro fanno eccezione le azioni delle banche italiane (+10% in media dall’inizio dell’anno), complici risultati che hanno dimostrato non solo un andamento dei ricavi migliore del previsto, ma anche nessun peggioramento (anzi) in tema di qualità del credito. Un dato sorprendente, che ha portato diverse banche italiane a rialzare nettamente i dividendi. Questa dimostrazione di forza e sicurezza ci lascia, tuttavia, un po’ perplessi. Il mercato si è lasciato cullare da questo fiume di denaro, ma l’entusiasmo ci pare eccessivo: sono azioni da non avere in portafoglio.
Nel settore bancario italiano andamento settimanale poco brillante per le azioni Intesa Sanpaolo (2,79 euro; Isin IT0000072618), che hanno perso lo 0,5%: i risultati, per quanto in netta crescita, sono parsi meno sorprendenti rispetto a quelli di altre concorrenti. Abbiamo solo ritoccato al rialzo le stime per il 2024 e il 2025 e confermiamo il consiglio: vendi.
Il prezzo del greggio continua a restare stabile (+0,3% per quello brent in settimana) e le azioni del settore petrolifero hanno chiuso la settimana in media in calo dell’1,2%. Hanno fatto eccezione, però, le azioni BP (478,45 pence; Isin GB0007980591), salite del 4,3% dopo che il gruppo – come un po’ fatto dalle azioni bancarie italiane – ha promesso un aumento del dividendo e un consistente piano d’acquisto d’azione proprie. Anche qui, prova di sicurezza che ci pare eccessiva: se le hai, vendi queste azioni.
@Aldo Vuoi seguire le nostre strategie d’investimento, ma avere anche un flusso costante di cedole e dividendi? Puoi farlo con i nostri “portafogli con rendita”. Per scoprirli clicca qui. Ti segnaliamo che sono invariati rispetto al mese scorso.
@Danilo Le azioni PostNL (1,26 euro; Isin NL0009739416) hanno risentito da metà 2021 del generale calo che ha caratterizzato diversi titoli del settore e, più recentemente, hanno pagato i deboli risultati di cui ti abbiamo parlato nel n° 1533. I prossimi conti sono attesi per fine febbraio. Il consiglio è confermato: mantieni.
@Paolo Il netto rialzo di Tod’s nella mattina del 12 febbraio (42,66 euro alle ore 10:20; Isin IT0003007728) è legato all’annuncio di un’offerta pubblica d’acquisto, a 43 euro per azione, per ritirare il titolo dal listino. Non si sanno le date dell’offerta. Dato che il prezzo è già vicino a quello d’offerta, limitati a mantenere le azioni.
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