Vetropack: un 2023 difficile, ma…

Abbiamo fatto il punto sul settore vetro di recente, nel n° 1549.
Abbiamo fatto il punto sul settore vetro di recente, nel n° 1549.
Vetropack (33,1 franchi svizzeri al 21/3; Isin CH0530235594) ha chiuso il 2023 con vendite stabili (-0,1%) e una redditività industriale al netto della quota parte dei costi pluriennali (Ebit) in lieve crescita (+2,5%), il che ha comportato un lieve miglioramento del margine di redditività (da 9,9% del fatturato a 10,2%). Il venir meno di costi straordinari che avevano pesato sul 2022 ha poi fatto il resto, facendo salire l’utile per azione da 2,05 franchi svizzeri a 3,19 franchi svizzeri. Al netto, comunque, di questo effetto straordinario si può dire che la capacità di produrre utili è rimasta più o meno stabile e il dato è in linea con quello del 2021 (3,22 franchi svizzeri).
Nel commentare i risultati Vetropack ha detto cose molto chiare: il 2023 è stato penalizzato da prezzi alti per l’energia e le materie prime e dalla guerra in Ucraina (dove la società è presente con uno stabilimento a Gostomel di cui abbiamo parlato in passato, visto che era stato danneggiato dal conflitto anche se ora ha ripreso a funzionare), ma non solo. C’è stato, a detta della società anche un effetto inflazione che ha colpito l’industria degli imballaggi, con minore interesse da parte dei consumatori, per cui il secondo semestre dell’anno è stato difficile.
Vetropack prevede che neppure nel 2024 sarà una passeggiata. Si aspetta una ripresa lenta della domanda, e quindi una contrazione del fatturato. D’altro canto dovrebbero, però, calare costi di energia e materie prime. E la riduzione dei costi resta un punto ben chiaro per la società che ammette la possibilità che possa anche concretizzarsi in una perdita di posti di lavoro.
Date queste premesse non c’è da stupirsi che il mercato non abbia gradito un gran che e che il prezzo, dopo una fiammata a metà marzo, sia tornato su livelli di metà febbraio.
Restano, tuttavia apprezzabili alcune cose. La prima è che la società non ha avuto paura di descrivere con chiarezza i problemi che ha e le conseguenze. La seconda è che comunque vada il 2024 non dovrebbe interrompere la serie di bilanci chiusi in utile che va avanti da un ventennio a questa parte. Noi abbiamo tagliato le nostre attese di utile 2024 da 4,7 a 3,2 franchi svizzeri e quelle per il 2025 da 5,1 a 4 franchi. Ciò nonostante a livello di multipli la società viaggia su valori convenienti e il rischio è basso. Il momentum neutro e la qualità non eccelsa dei risultati (dato ancora fermo al 2022) ci spingono a confermare il consiglio mantieni. Per il lungo periodo restiamo convinti che il vetro sia un materiale che continuerà a farsi apprezzare per le sue qualità igieniche, per quanto la sua produzione sia energivora.
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