Eni colloca il 10% di Saipem

eni vende una quota di saipem
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Questa sera Eni ha annunciato, a sorpresa, la vendita di poco meno di 200 milioni di azioni di Saipem, corrispondenti a una quota del 10% del capitale. Il collocamento è destinato a investitori istituzionali, quindi non è aperto a piccoli investitori, e stando alle prime indiscrezioni avrebbe avuto una buona accoglienza, tanto che di fatto la vendita dovrebbe essere stata già “coperta” (al momento in cui scriviamo non c’è ancora un annuncio ufficiale di chiusura dell’operazione, ma potrebbe arrivare già domani). E il prezzo? Sempre stando alle indiscrezioni, il prezzo non dovrebbe scostarsi troppo dai 2 euro – si parla di una “forchetta” tra 1,98 e 2,065 euro.
Se possiedi azioni Eni (13,99 euro il prezzo di chiusura di oggi, Isin IT0003132476) non ci aspettiamo che gli impatti diretti siano particolarmente “pesanti”: supponendo che le voci sul prezzo di vendita siano confermate, l’incasso per Eni sarebbe di circa 400 milioni, cifra certo non indifferente ma che appare sensibilmente ridimensionata se pensi che Eni, nel solo primo trimestre di quest’anno, ha realizzato utili per 1,2 miliardi di euro. Casomai, più che la cifra in sé, sarà l’uso che Eni ne farà a determinare l’opinione positiva o negativa del mercato, e di conseguenza l’andamento delle sue azioni. Oltre che per approfittare del rialzo di Saipem degli ultimi mesi, perché Eni ha venduto queste azioni? L’ipotesi più probabile, e che giudichiamo positivamente, è che questa cifra venga usata da Eni per nuovi investimenti. Ma anche se così non fosse, e il capitale restasse “parcheggiato”, è una perdita di opportunità ma non uno scenario negativo: tutto sommato, sarebbe un modo indiretto per il Tesoro di “alleggerire” le proprie partecipazioni (solo un mese fa aveva venduto proprio una quota di Eni). Nel complesso, quindi, anche dopo questo annuncio ribadiamo il nostro consiglio: mantieni.
E se hai in portafoglio azioni Saipem (2,065 euro la chiusura di oggi, Isin IT0005495657)? L’impatto che la vendita avrà sugli “equilibri di potere” dei principali azionisti, a ben vedere, è limitato: è vero che Eni passa da una quota di circa il 31,2% del capitale al 21,2% circa, ma rimane valido il “patto di sindacato” che lega Eni (ma solo per una quota di circa il 13% del capitale, quota che ancora possiede) e la Cassa depositi e prestiti, che è il secondo azionista con l’11,8% del capitale. Inoltre, Eni si è impegnata, come da prassi, a non vendere ulteriori azioni per 180 giorni. È anche vero, però, che l’operazione di vendita avverrà, anche questo come da prassi, con uno sconto sul prezzo di mercato, il che è un elemento che può pesare, seppur nel breve termine, sulle quotazioni di Saipem. Motivo in più per ribadirvi il nostro consiglio: vendi.
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