La settimana delle Borse: due mondi opposti

settimana delle Borse 1564
settimana delle Borse 1564
Se Wall Street riesce ad archiviare, se non una settimana stellare, perlomeno un discreto +1,6%, nel Vecchio Continente il clima è molto più teso, tanto che l’indice che riassume i 50 principali titoli dell’eurozona paga dazio con un pesante -4,2%. Oltreoceano sono due gli elementi che hanno permesso alla Borsa di respirare: da un lato la riunione della Fed, senza sorprese sui tassi ma accompagnata da buone notizie sull’inflazione, dall’altro l’ormai “consueto” boom dei giganti della tecnologia, di cui ti parliamo più avanti. In Europa, invece, pesano le tensioni politiche seguite alle elezioni europee. Non a caso è la Borsa francese a pagare di più, dopo l’annuncio di elezioni anticipate: -6,2%, con cali anche più pesanti su alcuni titoli finanziari e tecnologici (qui sotto le risposte ad alcuni quesiti che ci avete mandato sul tema). Male anche Milano (-5,8%) un po’ per l’alta presenza di titoli finanziari, particolarmente volatili, un po’ per il fatto che le tensioni si sono riflesse sullo spread del nostro elevato debito pubblico. Motivo per aumentare gli investimenti negli Usa? No, ma a maggior ragione ora, le Borse dell’eurozona non entrano nei nostri portafogli.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: -1,7%; -0,3%
Brasile: -0,9%; -1,2%
Canada: -1,9%;-0,9%
Cina: -3,1%; -2%
Corea: +1,3%; +1,5%
Giappone: +0,3%; +1,2%
Indonesia: +0,9%; +0,8%
Messico: -1,4%; -1%
Regno Unito: -1,2%; -0,5%
Stati Uniti: +1,6%; +2,8%
Svizzera: -1,7%; +0,1%
In questo clima europeo già surriscaldato, a gettare benzina sul fuoco è la questione dei dazi. La Commissione UE ha proposto nuovi dazi ai produttori cinesi, accusati di concorrenza sleale, per importi dal 17,4% fino al 38% (a seconda dei marchi). La notizia non solleva solo le (prevedibili) rimostranze della Cina, ma anche all’interno del Vecchio continente non tutti sono concordi su questa decisione che nel bene e nel male altera i meccanismi di mercato. Intanto Stellantis (18,82 euro, Isin NL00150001Q9, -6,8% questa settimana) ha confermato i suoi obiettivi 2024, tra cui un margine operativo superiore al 10%. Inoltre, quest’anno prevede di distribuire almeno 7,7 miliardi di euro ai suoi azionisti, attraverso riacquisti di azioni proprie e dividendi. L’aumento dei dazi doganali di cui ti abbiamo appena parlato è, però, un’incognita, per via delle auto prodotte localmente con il partner Leapmotor. Il gruppo prevede di assemblare le vetture in Europa, ma l'implementazione non sarà semplice e può generare costi aggiuntivi. Confermiamo le nostre stime, più caute di quelle del mercato. Mantieni.
Tesla (178,01 Usd; Isin US88160R1014) chiude con un +0,3% la settimana in cui i soci, dopo una sentenza dei tribunali, erano chiamati di nuovo ad approvare l’astronomico compenso da 56 miliardi di dollari all’amministratore delegato. Nel controverso voto ha prevalso il parere positivo, che scongiura un eventuale addio del fondatore della società, non nuovo a decisioni “clamorose”. Restano, però, gli elementi che da inizio anno pesano sul titolo: 1° trimestre deludente, taglio degli impieghi, difficoltà a rinnovare la gamma, concorrenza cinese (vedi qui sopra). Vendi.
Solo una settimana fa ti abbiamo parlato del balzo che aveva portato Nvidia (131,88 Usd; Isin US67066G1040; mantieni) a superare la capitalizzazione (valore di Borsa dei suoi titoli) di Apple (212,49 Usd; Isin US0378331005). Questa settimana, tuttavia, il +7,9% porta il titolo della mela non solo a nuovi record storici, ma anche a tornare in vetta alla classifica, superando anche Microsoft (442,57 Usd; Isin US5949181045; +4,4% questa settimana; acquista). Il motivo del balzo è la presentazione dei suoi progressi nell’intelligenza artificiale, ben accolta dagli investitori. In particolare, Apple integrerà ChatGPT nei suoi dispositivi e la sua nuova tecnologia Apple Intelligence potenzierà le capacità del suo assistente virtuale Siri. In questo modo il gruppo spera di rilanciare le vendite dell’iPhone (52% del fatturato nel 2022/23), i cui nuovi modelli saranno presentati in autunno. Nonostante il balzo, secondo noi non è ancora il momento di incassare i guadagni. Il consiglio su Apple, perciò, non cambia: mantieni.
Proprio nella settimana della “rimonta” di Apple (vedi qui sopra), ha fatto scalpore la notizia che “l’oracolo degli investimenti” Warren Buffett ha venduto troppo “frettolosamente” titoli della mela, rimettendoci una cifra stimata tra 4,5 e 5 miliardi di dollari. Attenzione, però: Apple è nel portafoglio di Buffett da diversi anni, contribuendo notevolmente alla sua crescita anche rinunciando al rialzo degli ultimi giorni. Inoltre, la vendita potrebbe essere stata dettata da una strategia fiscale. La morale? Le mosse dei grandi investitori sono sì un’ispirazione, ma non sempre vanno seguite alla lettera, perché possono seguire logiche diverse da quelle dell’investitore al dettaglio. Tu, mantieni.
Eni ha venduto a investitori istituzionali del 10% del capitale di Saipem. Il prezzo, 1,97 euro per azione, è lievemente più basso dell’intervallo su cui scommetteva il mercato (tra 1,98 e 2,065 euro). Una piccola delusione che ha pesato più su Saipem (2,02 euro, Isin IT0005495657, -6,8% in settimana) che su Eni (13,51 euro, Isin IT0003132476, -3,5%). Perché? Per Eni, l’incasso di circa 400 milioni non è certo indifferente, ma l’impatto va relativizzato se si pensa che nel solo 1° trimestre ha realizzato utili di 1,2 miliardi. Inoltre, l’ipotesi più probabile, e positiva, è che l’incasso venga usato per nuovi investimenti. Mantieni. Passando a Saipem, l’impatto della vendita sugli “equilibri di potere” dei principali azionisti è limitato: è vero che Eni passa da una quota di circa il 31,2% del capitale al 21,2% circa, ma rimane valido il patto che lega Eni e la Cassa depositi e prestiti, secondo azionista con l’11,8% del capitale. Inoltre, Eni si è impegnata, come da prassi, a non vendere ulteriori azioni per 180 giorni. È anche vero, però, che l’operazione di vendita con uno sconto sul prezzo di mercato è un elemento che può pesare, seppur nel breve termine, sulle quotazioni di Saipem. Vendi.
@Gabriele Nonostante il calo post-elezioni (-12%), non speculare su BNP Paribas (58,41 euro; Isin FR0000131104). È vero che punta a migliorare la redditività della rete in Francia, ma lo farà tramite chiusure di agenzie. Inoltre, per via di difficoltà nell’immobiliare e nel credito al consumo, ha ridotto l’obiettivo di rendimento dei fondi propri. Mantieni.
@Rocco Il calo registrato da Engie (13,27 euro, Isin FR0010208488, -11,5% questa settimana) è dovuto al fatto che i nuovi assetti politici in Francia potrebbero essere meno favorevoli al tema delle energie rinnovabili. Continuiamo, tuttavia, a credere nelle prospettive del gruppo: approfitta dello scivolone per acquistare, ma ricordati di diversificare.
@Valerio Se il tuo home banking non dà accesso al mercato su cui sono quotate alcune azioni che consigliamo, hai due scelte: o provi con i canali tradizionali (telefono, sportello), conscio del fatto che ti costerà di più, o punti su altre azioni tra quelle consigliate. Per mercati particolarmente “difficili” da raggiungere, poi, meglio il risparmio gestito.
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