La settimana delle Borse: si riparte di slancio

settimana delle borse 1573
settimana delle borse 1573
Due gli appuntamenti cruciali nel calendario degli investitori per la settimana appena conclusa: l’inflazione negli Usa e la riunione della Bce, con le conseguenti decisioni. Il carovita a stelle e strisce ha rallentato al 2,5%, il livello più basso da anni, mentre il dato che esclude cibo e energia è stabile. Sono notizie confortanti, visto che sono in linea con le attese, nonostante il neo dei costi legati agli alloggi (in aumento) che portano a ritenere che nella riunione ormai imminente la Fed tagli sì i tassi, ma in modo graduale. Taglio dei tassi che, nel frattempo, è arrivato dalla Bce. La sforbiciata dello 0,25% ha rispettato i pronostici, e non ha stupito neanche il fatto che l’Istituto di Francoforte non si sia sbilanciato sulle mosse future. Tutto questo, comunque, è bastato a rasserenare i mercati, nonostante la riduzione delle stime di crescita da parte della Bce. L’indice delle Borse dell’eurozona segna un +2,2%, lo statunitense S&P500 archivia un +4%.
Il ritorno del buonumore si riflette in modo più che proporzionale sul settore tecnologico (+11,7% i semiconduttori, +5% i software) tanto che il Nasdaq mette a segno un rialzo del 6%. Dopo le recenti batoste, Nvidia (119,1 Usd, Isin US67066G1040) ne ha approfittato per balzare del 15,8%, seguita da ASML (734 euro, Isin NL0010273215, +7,8%) e Microsoft (430,59 Usd, Isin US5949181045, +7,2%). Ma non c’è da farsi prender troppo dall’entusiasmo: proprio le batoste delle ultime settimane dimostrano come, ai prezzi attuali del settore, basti poco per spingere gli investitori a vendere. Per non parlare, poi, delle incognite legate a singole società, come Alphabet (157,46 Usd, Isin US02079K3059) che affronta le accuse di posizione dominante negli Usa (al tema abbiamo dedicato un approfondito report). Per questi motivi, confermiamo i consigli: mantieni Nvidia e Alphabet, meritano ancora un acquisto ASML e Microsoft. Restando nel settore, Apple (222,5 Usd, Isin US0378331005) si limita a un +0,8% dopo che le ultime novità presentate non hanno particolarmente sorpreso. Tra queste c’era l'attesissimo iPhone 16 che, integrando strumenti di intelligenza artificiale che miglioreranno l’assistente virtuale Siri, dovrebbe rilanciare le vendite dell’iPhone (52% del fatturato), in calo dell’1,2% nei primi 9 mesi 2023/24. A frenare il titolo è anche il fatto che Apple ha dovuto recepire la decisione della Corte di Giustizia europea che ha imposto di restituire all'Irlanda i vantaggi fiscali ricevuti in passato (metterà a bilancio oneri per 10 miliardi di Usa nel 4° trimestre). Riduciamo le stime sull’utile per azione 2023/24 (da 6,6 a 5,94 Usd), le confermiamo a 7,1 Usd per il 2024/25. Mantieni.
Unicredit (36,91 euro, Isin IT0005239360, +1,9% questa settimana; mantieni) si è aggiudicata il 9% della tedesca Commerzbank (metà messa in vendita dal Governo che nel 2008 aveva salvato il gruppo, e metà acquistato sul mercato). Potrebbe essere il primo passo per un’integrazione più stretta che porti Unicredit a rafforzarsi all’estero (in Germania è già presente con HypoVereinsbank). Non sono, tuttavia, mancate né le perplessità, come l’annoso dibattito sulla “difesa nazionale” delle banche, né i timori legati a possibili tagli del personale, nel caso in cui il 9% fosse solo l’anticamera di una vera e propria scalata. Ma senza sinergie di costi, quest’ultima potrebbe non essere conveniente per Unicredit, che infatti non ha escluso di fermarsi qui. Il riaccendersi del risiko non ha scaldato il settore (+1,2%). D’altronde, il quadro è complesso: per esempio, il fatto che Unicredit sia apertamente impegnata sul fronte tedesco la rende meno probabile come “cacciatore” su Mps (5,01 euro, Isin IT0005508921), che si limita a un +1,9%. Mantieni.
Dopo le vicissitudini di Volkswagen (vedi Investi 1572), il settore auto resta ancora sotto pressione a causa di BMW (73,32 euro, Isin DE0005190003, -6,2% questa settimana) che ha rivisto significativamente al ribasso le previsioni per l'anno in corso. A causa dei costi legati al massiccio ritiro di automobili e delle persistenti difficoltà in Cina, il margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) della divisione auto dovrebbe raggiungere solo il 6-7%, mentre a inizio agosto il gruppo aveva confermato la sua previsione di un margine compreso tra l’8% e il 10% per tutto il 2024. Anche noi abbassiamo le nostre previsioni annuali. Limitati a mantenere.
@Bernardo Sì anche gli Etf, come le azioni, possono distribuire dividendi. Come per le azioni, tuttavia, ricorda che il dividendo non è l’unico criterio con cui scegliere un investimento. Ne abbiamo parlato proprio di recente in una nostra analisi.
@Carlo Se il trading con la tua banca è caro, valuta di sfruttare i vantaggi che abbiamo negoziato per te con diversi intermediari. Per esempio, con Directa hai un bonus di benvenuto di 100 euro, mentre con InvestoPro puoi azzerare il canone per 8 mesi. Per i dettagli, vedi la pagina “vantaggi” del sito.
@Mauro Molte società francesi offrono una maggiorazione del dividendo a chi “blocca” le azioni per almeno due anni. È una facoltà, non un obbligo. Nella maggior parte dei casi, il gioco non vale la candela: l’extra rendimento è risicato rispetto al fatto di non poter vendere in fretta le azioni.
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