Unicredit compra il 9% di Commerzbank

Risiko bancario
Riparte il risiko bancario europeo: una mossa azzeccata per Unicredit? Ecco tutti i dettagli dell'operazione.
Risiko bancario
Riparte il risiko bancario europeo: una mossa azzeccata per Unicredit? Ecco tutti i dettagli dell'operazione.
Colpo di mano di Unicredit (37,18 euro nel momento in cui scriviamo; Isin IT0005239360), che comprando il 9% della tedesca Commerzbank (di questa quota Unicredit ha comprato tramite una cosiddetta offerta di accelerated book building, ovvero un sistema di negoziazione con cui vengono cedute a investitori istituzionali quote societarie rilevanti da parte di un investitore pubblico, e il resto comprandolo direttamente sul mercato).
Commerzbank, che si è trovata in difficoltà in seguito alla crisi del 2008, oggi risolti, e ha ricevuto aiuti da parte del Governo tedesco, che, da qualche tempo, sta dismettendo pezzo per pezzo la partecipazione detenuta nella banca tedesca (una vicenda che, per la sua dinamica, ha spinto molti ad accostare Commerzbank all’italiana MPS).
Unicredit entra così a far parte dell’azionariato di Commerzbank, come terzo azionista, dopo il retail e, appunto, il Governo tedesco. Questa operazione, non particolarmente gradita Oltralpe, ma, stando alle dichiarazioni della banca, che ha affermato di aver semplicemente ceduto la quota al miglior offerente, non così sgradita a Commerzbank, fa crescere il peso di Unicredit nel mercato bancario tedesco.
Perché questa operazione è importante per Unicredit? Il gruppo italiano ha sempre avuto una vocazione internazionale e l’obiettivo di divenire un polo bancario di dimensioni paragonabili ai maggiori intermediari mondiali, quindi, l’espansione è di per sé importante per la banca italiana. In questo caso, però, le caratteristiche di Commerzbank si adattano decisamente bene alla struttura di Unicredit (che, ricordiamo, ha oggi una presenza radicata nell’Est Europa). Commerzbank, che vanta 11 milioni di clienti, è la banca tedesca che ha più clienti tra le piccole e medie imprese tedesche, per esempio, copre il 30% dei commerci esteri delle aziende tedesche), oltre che alla clientela retail. Anche l’istituto tedesco è presente nell’Est Europa (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca…), non solo come banca “tradizionale”, ma anche digitale (mBank ne è un esempio).
L’integrazione con Unicredit, opzione non esclusa da Commerzbank, potrebbe essere vantaggiosa per entrambe le banche, e realistica nel concreto. L’acquisizione, inoltre, potrebbe dare inizio a una nuova fase di risiko bancario europeo – va detto, comunque, che in Europa la maggior parte dei governi non vede di buon occhio queste operazioni e, in qualche modo, protegge gli interessi locali.
Questa operazione è indubbiamente positiva per Unicredit, ed è stata apprezzata dai mercati (dall’annuncio dell’operazione ha guadagnato il 3%): la strada per vedere un beneficio effettivo nei conti della banca richiede tempo. Per questo motivo, restiamo prudenti e confermiamo il nostro consiglio, vedi qui.
Attendi, stiamo caricando il contenuto