La settimana delle Borse: predomina il nervosismo

settimana delle Borse 1579
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Se si guarda all’andamento dei diversi listini, tra cui quelli che compongono le nostre strategie di investimento, il quadro è subito chiaro: il segno meno non ha risparmiato nessuna Borsa. Diversi, però, i motivi che hanno portato alla flessione. Negli Usa, è il rialzo, seppur temporaneo, dei tassi ad appesantire i listini, per una serie di motivi che trovi riassunti nel riquadro qui sotto; e anche l’approssimarsi delle elezioni, ancora incerte, non contribuisce a rasserenare gli animi. Nell’eurozona a tenere banco sono due fattori: i dati sull’attività manifatturiera ancora in contrazione e la pubblicazione dei dati trimestrali in pieno svolgimento. Per l’Italia, gran parte dei conti arriverà a partire dai prossimi giorni, ma alcuni “pezzi da novanta”, come Eni di cui ti parliamo più avanti, hanno già anticipato i risultati. In alcuni casi, come appunto Eni ma anche Saipem (+9,9% questa settimana), i conti sono un’occasione per sorprendere positivamente, ma in generale è comunque un ulteriore fattore di incertezza in questi giorni, alimentando il nervosismo.
Perché l’aumento dei tassi ha pesato sulla borsa Usa?
I motivi sono diversi. Il primo è puramente tecnico: il valore di Borsa delle società può essere considerato, seppur in modo approssimativo, come il valore scontato a oggi di tutti i profitti futuri e se il tasso a cui sconti i profitti sale, il valore a oggi scende. Il secondo è legato al fatto che tassi più alti possono significare costi più alti per le società che devono finanziarsi, e quindi utili più bassi. Un altro motivo è legato a una mera questione di opportunità di scelta: se i bond rendono di più, una parte di investitori (specialmente quelli meno amanti del rischio) possono essere tentati di passare dalle azioni alle obbligazioni, e con le loro vendite contribuiscono al calo delle azioni. E ancora si potrebbero trovare altri legami: come sempre, nel campo degli investimenti le interazioni e gli effetti a catena da un tipo di investimento all’altro sono numerosi.
In una settimana in cui il brent ha registrato un recupero del 2,6%, passando da 72,65 a 74,56 Usd, le società del settore non hanno brillato, chiudendo in media con un -0,1%. Fa però eccezione, con un +2,3%, Eni (14,43 euro; Isin IT0003132476) grazie alle novità annunciate. La prima è la vendita del 25% di Enilive al fondo americano KKR per 2,9 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi andranno a Eni, mentre 500 milioni vanno in un aumento di capitale della stessa Enilive. È una mossa positiva perché è coerente con la strategia annunciata da tempo, che prevede di non gestire più “in esclusiva” una serie di attività, ma di farlo con l’apporto di partner esterni. Inoltre, è coerente con la strategia di rafforzarsi nella transizione energetica. L’altro importante appuntamento è stata la pubblicazione dei risultati trimestrali. Nei primi 9 mesi 2024 i ricavi sono calati del 3,7% e l’utile industriale del 24,2%, mentre l’utile netto è quasi dimezzato a 0,72 euro per azione. I dati vanno, però, calati in un contesto di mercato diverso, e infatti non hanno sorpreso. Ci sono poi altri elementi a sostegno di un moderato ottimismo. Primo: il gruppo ha ampliato di 400 milioni il piano di riacquisto di azioni proprie, che ora dovrebbe arrivare a 2 miliardi. Secondo, per diversificare il gruppo sta implementando un modello “satellitare” di cui la vendita del 25% di Enilive è un esempio. Terzo: sempre in ottica di diversificazione, Eni sta riorganizzando altre attività (piano di rilancio di Versalis). Mantieni.
Nel panorama dei segni negativi, spicca il +5,1% del settore auto, trascinato dal +22% di Tesla (269,19 Usd, Isin US88160R1014). Nel 3° trimestre il gruppo visto crescere l’utile netto (+17%) e l’utile industriale (+54%), trainato dall’aumento delle consegne (+6,4%) e del fatturato (+8%). Il margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) è salito così al 10,8% dal 7,6% del 3° trimestre 2023. Tuttavia, per centrare l’obiettivo annuale di consegne, Tesla dovrebbe realizzare vendite record nel trimestre in corso; il che ci sembra difficile (maggiore concorrenza, riduzione dei sussidi europei, peggioramento della situazione economica). Il mercato ha apprezzato l’inatteso balzo degli utili, ma il rallentamento del settore delle auto elettriche è evidente e le promesse di Tesla sull’intelligenza artificiale e la guida autonoma sono lontane dal concretizzarsi. Vendi.
Il colosso americano IBM (214,67 Usd, Isin US4592001014) ha pubblicato per il 3° trimestre dei risultati in chiaroscuro, che hanno spinto gli investitori a vendere (-7,5% questa settimana). Il fatturato, seppur in crescita dell'1%, è, infatti, inferiore alle attese a causa della debolezza dell'attività di consulenza per le imprese. In cambio, le vendite di software hanno superato le aspettative, consentendo all’utile per azione del gruppo di crescere del 5%. Mantieni. Tenendo conto di quest’ultimo elemento, il nostro consiglio è di continuare a mantenere l’azione.
@Alfredo Non c’è una tempistica per il collocamento di azioni Poste Italiane (13,05 euro, Isin IT0003796171). L’offerta è stata sospesa e per ora non ci sono indicazioni sulla riapertura: potrebbe anche slittare al 2025. Mantieni.
@Giampaolo Non consigliamo l’investimento su prodotti legati al piombo. Sul tema più generale delle materie prime, tuttavia, puoi trovare degli spunti qui: https://www.altroconsumo.it/investi/materieprime-ottobre2024.
@Stefano Sì siamo presenti anche sui social network, e in particolare con una pagina Instagram dedicata proprio a Investi e al mondo del risparmio e degli investimenti: https://www.instagram.com/altroconsumo_investi.
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