La settimana delle Borse: riflettori sugli Usa

settimana delle Borse 1581
settimana delle Borse 1581
Inevitabilmente, l’esito delle elezioni presidenziali negli Usa ha pressoché monopolizzato l’attenzione dei mercati. Lo scenario più temuto dalle Borse, quello di un esito incerto, è stato scongiurato, e i mercati hanno subito cominciato a reagire al nuovo assetto delineato dalle elezioni. Il primo effetto è il risultato speculare delle Borse sulle due sponde dell’Atlantico: se Wall Street festeggia nuovi record, le Borse europee arretrano. A spingere la prima è la prospettiva di sgravi fiscali e maggior libertà d’azione per le imprese, mentre a impensierire il Vecchio continente è, tra le altre cose, il possibile inasprimento della guerra dei dazi, che potrebbero colpire non solo la Cina ma anche la stessa Europa: un elemento negativo a cui però potrebbero reagire con nuovi stimoli o tagli ai tassi, l’effetto complessivo sulle loro economie non è, perciò, scontato. L’attenzione mediatica sulle elezioni, comunque, non deve far dimenticare che ci sono state anche altre importanti notizie, tra cui il taglio dei tassi della Fed (che non ha perso occasione per mandare segnali di stabilità sulla sua gestione, anche se le prossime mosse non potranno non tener conto degli effetti sull’inflazione delle politiche promesse da Trump) e il proseguimento a pieno ritmo della pubblicazione dei risultati trimestrali delle società sia negli Usa sia in Europa. Che fare quindi? Gli Usa restano imprescindibili in un’ottica di portafoglio ben diversificata, ma come detto l’effetto sulle altre economie non è affatto scontato: consulta le composizioni dei nostri portafogli che ti suggeriamo di adottare per non farti trovare impreparato.
Uno degli effetti dell’esito elettorale negli Usa è stato un rialzo del brent e delle azioni petrolifere, spinte dalla prospettiva di un aumento della produzione stimolata dalla nuova amministrazione Usa. Al di là della reazione a caldo, tuttavia, c’è da considerare che la maggior produzione potrebbe innescare un calo del prezzo dell’oro nero, o meglio accelerare la tendenza al calo. Fatto sta, comunque, che il bilancio settimanale è positivo, sostenuto anche da alcune società come Exxon (121,15 Usd; Isin US30231G1022) che ha pubblicato buoni dati trimestrali. Inoltre, la liquidità generata e le riserve di liquidità, che rimangono elevate, gli consentono di aumentare un po’ più delle attese il dividendo trimestrale. Mantieni.
Restando nel settore, Shell (31,62 euro; Isin GB00BP6MXD84) nel 3° trimestre ha realizzato un utile corrente di 6 miliardi di Usd (contro 6,2 miliardi un anno fa). L’aumento dei prezzi e dei volumi di vendita nel gas ha compensato il calo dei margini nella raffinazione e dei prezzi di vendita del petrolio. Conferma, inoltre, l'obiettivo di riduzione dei costi, mentre riduce le sue ambizioni nelle rinnovabili. Nel complesso i risultati sono positivi, ma il possibile calo dei prezzi del petrolio e la domanda più debole portano verso minori profitti nel 2025: abbassiamo le stime sull’utile per azione 2024 (a 3 euro), 2025 (2,9 euro) e 2026 (3,2 euro). Limitati a mantenere.
Settimana decisamente positiva anche per i titoli tecnologici, specie negli Usa dove la nuova amministrazione sembra orientata a dare la precedenza alle aziende americane per i sussidi legati al Chips Act. Questo è uno dei motivi del balzo settimanale di Intel (26,23 Usd; Isin US4581401001) nonostante il riorientamento strategico continui a pesare sui suoi risultati: il 3° trimestre si è, infatti, chiuso con una perdita di 3,88 Usd per azione e, anche senza le svalutazioni e gli ingenti costi di ristrutturazione, il risultato resta in rosso (-0,46 Usd). Proprio il riorientamento strategico, comunque, dovrebbe portare a migliorare la redditività nei prossimi anni: ora il gruppo punta sui suoi nuovi chip innovativi e conta di poter in pochi anni sfidare la taiwanese TSMC nella produzione di semiconduttori. Mantieni.
Se le Borse europee non han brillato, il calo è particolarmente accentuato per due titoli. Il primo è BNP Paribas (59,05 euro; Isin FR0000131104) che ha realizzato risultati trimestrali in linea con le nostre aspettative, ma senza il dinamismo delle banche anglosassoni. I risultati sono poco brillanti nella banca al dettaglio nella zona euro e il peggioramento della congiuntura economica complicherà la crescita dei risultati. Il gruppo mantiene, però, i suoi obiettivi per il 2024. Il secondo titolo è Novo Nordisk (730 dkk; Isin DK0062498333), che nel 3° trimestre ha realizzato un fatturato dinamico (+23% senza effetti di cambio), ma con vendite contrastanti per i suoi due farmaci principali (rassicuranti per uno, deludenti per l’altro). Il gruppo ha nel complesso confermato le sue stime, ma ha ristretto la forchetta di previsioni su vendite e utile industriale. Mantieni entrambe le azioni.
@Agnese Il codice Isin delle azioni BlackRock (1.036,06 Usd; acquista) è cambiato: non è più US09247X1019, ora è US09290D1019). Usa quest’ultimo codice quando inserisci gli ordini nel tuo home banking o passi l’ordine allo sportello. Anche sul nostro sito, nella scheda dedicata alle azioni BlackRock, trovi il codice Isin aggiornato.
@Antonino Non c’è una piattaforma di trading migliore in assoluto, dipende dal tipo di utilizzo: usa il nostro comparatore conti correnti. Ricorda poi che con Directa e InvestoPro abbiamo negoziato per te condizioni speciali: https://www.altroconsumo.it/investi/vantaggi-per-gli-abbonati/condizioni-esclusive
@Antonio Molte azioni francesi offrono un dividendo maggiorato, ma in cambio devi “bloccare” le azioni. Spesso non ne vale la pena, perché l’extra reddito sul dividendo è limitato e rischi lungaggini nel momento in cui vendi, ne avevamo parlato qui: https://www.altroconsumo.it/investi/dividendifrancia.
Attendi, stiamo caricando il contenuto