Cosa ha mosso i mercati
Nella prima settimana dopo l’insediamento della nuova amministrazione Usa, Wall Street viaggia ancora in territorio positivo con gli indici S&P 500 e Nasdaq che chiudono entrambi con un +1,7%. Tra i motivi che hanno alimentato il buonumore della Borsa Usa, meritano di essere citati i
solidi risultati di Netflix e l’annuncio di Trump di un piano di investimenti da 500 miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale, oltre ai toni un po’ più accomodanti sul fronte dei dazi (toni che però hanno avuto come contropartita anche il calo del dollaro, ecco perché il bilancio settimanale della Borsa Usa è in sostanziale pareggio). Bene, nel complesso, anche le altre Borse mondiali, sia in Asia (ben accolta la mossa della Banca centrale giapponese che ha alzato i tassi) sia in Europa, in attesa del prossimo taglio dei tassi della Bce in arrivo in questi giorni. A livello settoriale, arretra (-1,4%) l’indice del settore delle società energetiche, dopo il -3,1% del brent sulla scia delle annunciate manovre degli Usa per rilanciare le trivellazioni. Balza, invece, del 4% il settore europeo delle banche, galvanizzato dalla mossa a sorpresa di Mps che aggiunge un nuovo importante tassello nel risiko di settore.
Mps, blitz a sorpresa su Mediobanca
Con una mossa inattesa, Monte Paschi ha annunciato un’operazione finora mai vista nel panorama bancario italiano: la “scalata” a Mediobanca. Il gruppo senese offre 23 azioni Mps ogni 10 azioni Mediobanca. Dietro l’operazione ci sono alcuni grandi azionisti presenti nel capitale sia di Mps, sia di Mediobanca, in particolare Caltagirone e il fondo Delfin; lo scopo è creare un terzo grande polo bancario italiano, ma al tempo stesso permette di stringere le maglie sul controllo di altri soggetti – Generali in primis, di cui Mediobanca è azionista storica. Insomma, oltre che un modo per “crescere”, è anche un modo per controbilanciare le mosse strategiche degli altri grandi gruppi italiani, particolarmente attivi negli ultimi tempi in operazioni straordinarie. Se l’operazione andrà a buon fine, il gruppo che ne nascerà potrebbe beneficiare di economie di scala e della maggior forza contrattuale data dalle dimensioni, ma al tempo stesso l’offerta “carta contro carta”, sempre nell’ipotesi che vada in porto, comporterà l’emissione di un consistente numero di azioni, con possibili effetti diluitivi. Per il momento ti ribadiamo il nostro consiglio su Mps (6,49 euro, Isin IT0005508921, -7,9% questa settimana): mantieni. Non cambia neanche il consiglio sul titolo Mediobanca (16,47 euro, Isin IT0000062957, +7,7% questa settimana): da tempo ti suggeriamo di vendere e non dovresti averlo in mano. Se l’hai in portafoglio ricorda comunque che l’offerta, al momento, è stata solo annunciata: mancano ancora diversi passi, ti terremo informato.
Procter & Gamble, conti meglio del previsto
Il colosso americano Procter & Gamble (164,12 Usd; Isin US7427181091) ha pubblicato per il 2° trimestre 2024/25 dei risultati superiori alle aspettative, con un fatturato in crescita del 3% (senza cessioni/acquisizioni e effetti di cambio), grazie al buon andamento dei consumi americani. Il gruppo non si lascia impensierire troppo di fronte alla minaccia di un aumento dei dazi sulle importazioni americane, poiché produce la maggior parte dei suoi prodotti localmente. Forte dei buoni risultati trimestrali, il management ha confermato le previsioni annuali; anche noi lasciamo invariate le nostre. I dati sono stati accolti positivamente dal mercato (+1,9% l’azione questa settimana), ma ai prezzi attuali il titolo è caro. Vendi.
Ericsson, lo shopping del passato pesa sui risultati
Se i conti di P&G hanno soddisfatto i mercati, altrettanto non si può dire per quelli della svedese Ericsson (85,2 SEK, Isin SE0000108656), inferiori alle attese. L’utile per azione è appena positivo, appesantito da una svalutazione legata all'acquisizione di Vonage, pagata troppo cara nel 2022. Il margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) si è però ben ripreso, salendo all’11% (ante ammortamenti e oneri di ristrutturazione) nel 2024 dall’'8,1% nel 2023. Tuttavia, questa dinamica favorevole potrebbe arrestarsi: il management teme l'imposizione di dazi da parte degli Usa, un mercato chiave per il gruppo (40% del fatturato del 2024). Anche per questo motivo, il -10,6% settimanale del titolo non rappresenta un’occasione di acquisto: la prudenza si impone, limitati a mantenere il titolo.
Risposte per te
@Ambrogio Per le azioni della nostra selezione, puoi trovare facilmente il codice Isin nelle schede presenti sul nostro sito e dedicate a ciascun titolo. L’Isin è il modo migliore per identificare in maniera univoca e senza errori il titolo che ti interessa.
@Gianni Il più recente dividendo staccato dalle azioni Ralph Lauren (256 Usd, Isin US7512121010, mantieni) è di 0,825 Usd lordi (che al netto delle tasse diventano 0,52 Usd). Il dividendo è stato staccato il 27 dicembre 2024, ma la società lo ha pagato il 10 gennaio 2025. Verifica l’accredito sul tuo conto corrente.
@Paolo Per i titoli esteri, il mercato Xetra in passato ha comportato difficoltà, (https://www.altroconsumo.it/investi/investire/azioni/analisi/2019/06/non-comprare-azioni-su-questa-borsa), perciò non ti consigliamo di acquistare lì Novo Nordisk (622,4 DKK, Isin DK0062498333).