Scegli tra diverse strategie che variano a seconda della durata dell'investimento, della propensione al rischio, dell'importo da investire... Puoi anche copiare uno dei nostri modelli nel simulatore virtuale.
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Il prezzo del petrolio, anche se in recupero negli ultimi giorni, sta registrando una performance negativa: la caduta è iniziata circa a metà del 2022 quando un barile di brent raggiunse i 120 dollari. Quale strategia per le azioni?
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Noi ci aspettiamo un aumento dell'offerta di petrolio sia quest’anno, sia nel 2026, che potrebbe portare a una pressione al ribasso sui prezzi. Con un prezzo “medio” di 80 usd nel 2024, ci aspettiamo un prezzo medio di circa 75 usd al barile nel 2025, in un contesto di aumento dell'offerta globale. Per il 2026 il prezzo di equilibrio dovrebbe scendere a circa 70 usd, con un calo verso i 60 solo in caso di un deciso rallentamento dell'economia statunitense, che al momento non riteniamo probabile. I risultati pubblicati dalle principali compagnie petrolifere per il 2024, gli ultimi disponibili, hanno segnalato pressioni sulla loro redditività. Gli utili sono stati spesso inferiori alle aspettative, mentre sugli investimenti le società del settore vanno in ordine sparso. Chevron (167,97 usd, mantieni, US1667641005), che ha presentato dei risultati sotto le attese, conterrà le spese per gli investimenti tra 14,5 e 15,5 miliardi di usd nel 2025, in calo di circa 2 miliardi di usd rispetto al 2024. Exxon Mobil (118,27 usd, mantieni, US30231G1022), vede il mercato più dinamico e ha proposto un piano di investimenti tra 27 e 29 miliardi di usd nel 2025 e tra 28 e 33 miliardi l'anno nel periodo 2026-2030. La francese TotalEnergies (60,41 euro, mantieni, FR0000120271) punta a aumentare nei prossimi anni la produzione di idrocarburi del 3%. Eni (14,39 euro, mantieni, IT0003132476) ha archiviato il 2024 con un utile in calo di circa il 45%, ma il suo piano strategico prevede investimenti per 7 miliardi. Anche l’utile di Repsol (12,42 euro, mantieni, ES0173516115), in calo del 42% sul 2023, è stato penalizzato dalla riduzione dei prezzi e dei margini di raffinazione. Per quanto riguarda le infrastrutture per le trivellazioni e l’estrazione, la francese Vallourec (18,31 euro, acquista, FR0013506730) ha archiviato senza lode il 2024, con un margine industriale al 21% annunciando il ritorno, dopo 10 anni, di un dividendo. Anche Tenaris (18,76 euro, mantieni, LU2598331598) ha chiuso lo scorso anno con risultati in calo, ma il 2023 era stato particolarmente positivo e si aspetta un recupero degli ordini nel corso del 2025, anche se moderato. Insomma, in generale, non si esclude che gli utili potrebbero essere rivisti al ribasso e il sorvegliato speciale saranno gli indicatori economici statunitensi. Il settore resta a mantenere, nonostante la sua valutazione sia contenuta, il P/E è circa 10 – più elevato è, più è caro. Il consiglio di acquisto su Vallourec, che non è una società petrolifera, ma produce tubi per le società del settore, rientra tra le poste extra-portafoglio che devono occupare al massimo il 10% del capitale investito e un singolo titolo non deve eccedere il 5%.